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«Zela ci garantisce tanta qualità; vogliamo regalare al paese la permanenza nella categoria»

Posada di nuovo in corsa, Farina: «Gli ultimi due successi pesano tantissimo, ora siamo più pragmatici»

Il Posada incassa la seconda vittoria di fila grazie all'1 a 0 casalingo rifilato alla Dorgalese, dopo il blitz piazzato a Sassari contro il Cus: un fatto inedito nella stagione dei bianco-celesti che mai, prima d'ora, erano riusciti a imprimere questo ritmo alla loro marcia verso la salvezza.
Il girone di ritorno vede una squadra decisamente più tonica e determinata rispetto al passato, almeno stando ai risultati, con ben 10 punti messi in cascina nelle ultime sei uscite: numeri importanti che permettono a mister Homar Farina, riconfermato dopo l'ottima stagione scorsa, culminata con il salto diretto dalla Prima alla Promozione, di continuare a lavorare con un nuovo pieno di entusiasmo a disposizione, anche se per tagliare il tanto agognato traguardo ci sarà da sudare ancora molto. All'orizzonte, la sfida, sicuramente non semplice nella tana del Porto Rotondo primo in classifica, una gara difficile ma non impossibile, anche alla luce del pareggio strappato contro l'Ossese a metà novembre.

«Visto il periodo che stavamo attraversando, si tratta di due successi importantissimi — ammette Farina — considerando che in generale abbiamo raccolto poco, secondo me, rispetto a quello che facciamo vedere in campo. Saremo forse meno belli da vedere ma ora siamo più pragmatici, la classifica si è molto accorciata, ha fatto accendere la spia dell'allarme, questo ci ha portato ad aumentare la concentrazione in campo».
Dopo lo 0 a 1 maturato due settimane fa il Posada ha concesso il bis, sempre con lo stesso punteggio.
«L'abbiamo preparata molto bene in settimana, cercando di lasciare ai nostri avversari soltanto le giocate su linee esterne, in cui risultano più deboli rispetto a quanto possono esprimere con le verticalizzazioni centrali; considerando la grande qualità di alcuni loro interpreti, penso all'asse formato da Piras e Solinas in difesa, Muglia a centrocampo e Cadau davanti, potevano farci molto male. Da qualche giornata abbiamo cambiato modulo, ora siamo più coperti nel mezzo, una cosa che ci permette di difenderci meglio per poi ripartire in velocità, che è quello che è successo domenica. Il gol che ha deciso la gara è nato da un salvataggio sulla linea, poi siamo riusciti a imbastire un ottimo contropiede che ci ha premiato. Paradossalmente, facendo i conti, abbiamo avuto più occasioni di loro, sempre con Zela, nel primo tempo, dopo il vantaggio, e poi nel finale, ancora su un ribaltamento di fronte».
Di sicuro, non è stato un confronto per nulla facile. «L'ho vissuta in maniera cervellotica, era un continuo spostare e muovere pedine in mezzo al campo; l'unica cosa che potevamo fare era aspettarli, con calma e lucidità, e cercare di pungere all'improvviso».
Rispetto al campionato scorso, il peso dell'attacco dei bianco-celesti si è drammaticamente ridotto. «Siamo rimasti al verde, perdendo due giocatori che complessivamente avevano realizzato 56 reti. Quest'anno ci troviamo scoperti in quel ruolo, mi devo sempre inventare qualcosa di nuovo, anche Zela, ad esempio, è un giocatore che si sta adattando a svolgere quei compiti. Non possiamo fare altrimenti, d'altronde».
Una mossa azzeccata, con il giovanissimo classe '95 che è risultato fondamentale anche contro la Tharros. «E' reduce, tra l'altro, dall'esperienza con il Budoni in Serie D, ha giocato sempre tra i dilettanti, ma ad un livello comunque alto. E' un ragazzo molto intelligente, che vuole sempre migliorare ed imparare; purtroppo quando è arrivato da noi stava facendo i conti con un infortunio, non ho potuto schierarlo per diverse domeniche, poi ha giocato a mezzo servizio, ma ora sta entrando in forma e può fare la differenza. Tecnicamente è molto valido, ha un cambio passo importante e ci regala tanta qualità. Gli ho chiesto di mettersi a disposizione della squadra e sta facendo benissimo anche in fase di non possesso, quando gli attaccanti ti vengono incontro in questo senso è tutto più semplice, anche per gli altri reparti ovviamente».
Nel girone di ritorno il Posada sembra aver cambiato letteralmente marcia. «Va decisamente molto meglio — ammette il tecnico — siamo partiti decisamente male, una cosa che non era in preventivo: una squadra che vince il campionato con 13 punti di vantaggio sulla seconda avrebbe dovuto mantenere l'ossatura principale e fare giusto qualche innesto per quanto riguarda i fuori quota, invece a livello programmatico il club si è mosso in ritardo, facendosi sfuggire pedine importanti, e l'andamento della stagione parla chiaro. Sono convinto che con un pizzico di attenzione in più avremmo avuto molti meno problemi rispetto a quelli che stiamo incontrando, anche perché avevamo, in casa, tutto quello che ci serviva. L'organico è stato costruito senza un criterio preciso, in più ci sono stati gli addii di Aloia, Saba e Arrica, che hanno complicato ulteriormente le cose. Abbiamo stentato un po' per ritrovare l'amalgama tra tutte le componenti, un aspetto che in queste categorie fa la differenza; ci siamo un po' sfilacciati, nonostante il gruppo comunque sia sempre stato unito: i ragazzi hanno dato la loro piena disponibilità dal primo giorno, con Contu, il nostro capitano, che aveva deciso di chiudere con il calcio giocato ma poi è tornato a darci una mano a fine dicembre per colmare un deficit che ci trascinavamo dietro da tempo».
Farina ha svolto un lavoro importante sul piano psicologico. «Ci siamo guardati in faccia, tanti ragazzi sono di Posada, e ci siamo detti che avremmo fatto di tutto per regalare al paese un altro anno in questa categoria. A dire il vero, siamo un po' a credito con la fortuna: molte prestazioni sono state abbondantemente al di sopra della sufficienza, ma poi non abbiamo raccolto quanto meritavamo, anche a causa di qualche incertezza individuale. A parte nelle gare con Porto Torres, Dorgalese, all'andata, e Porto Rotondo, nessuna squadra ci ha mai messo veramente sotto, ma riuscire a vincere le partite è tutto un altro discorso».
In realtà, la concorrenza è più agguerrita che mai. «Non ci sono squadre materasso, regna l'equilibrio, una situazione che secondo me andrà avanti sino alla fine del torneo: ogni domenica sei chiamato a giocare una finalissima».
Con venti punti in tasca la classifica comunque fa meno paura. «Io di solito preferisco non guardarla, fa parte del mio modo di fare. E' normale comunque che quando ti trovi all'ultimo posto lavori male durante la settimana, non hai il morale giusto, non sei tranquillo ed ogni domenica ti sembra di essere all'ultima spiaggia. Ora possiamo un po' stemperare queste sensazioni negative, ma è normale farsi prendere dallo sconforto quando le cose non vanno, ti sembra di essere finito in un tunnel senza via d'uscita, diventa tutto più problematico. Un passo in avanti è stato fatto, sicuramente, ma la strada è ancora lunga: fa piacere comunque vedere qualche sorriso in più, la squadra ora pensa di potercela fare».
Nella prossima sfida ci sarà da ballare tanto, contro la prima forza del campionato. «Non posso svelarti le nostre strategie (ride), ma comunque mister Marini sa il fatto suo. Ha in mano quella che io da tempo definisco la squadra migliore sul piano qualitativo, soprattutto a centrocampo e in attacco. Sono stati costruiti per disputare il campionato di Eccellenza, un organico allestito per garantire il massimo; sappiamo tutti che incontreremo un gruppo dal potenziale veramente altissimo, con Mulas, Ruzzittu e Mascia che in avanti sono devastanti; tutti calciatori che non hanno nessuna difficoltà a metterla dentro, che invece è il nostro problema maggiore. Li affronteremo con il piglio giusto, cercando di tornare a casa con un risultato positivo, non possiamo permetterci il lusso di presentarci per fare passerella, anzi, per la linea che ha preso la mia squadra ce la giocheremo sino all'ultimo. Sarebbe fantastico centrare la salvezza senza passare dai play-out, ma l'ultimo verdetto in questo senso spetta al campo. Conta in sostanza quanta fame e quanta determinazione riesci a buttarci dentro nell'arco dei novanta minuti; per il resto proveremo a prepararla al meglio, come fatto sino ad ora. I ragazzi sono belli carichi, staremo a vedere».

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