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Mattia Caddeo, attaccante, Guspini
Al tavolo del Direttivo è mancata la carta vincente

Ripartenza Eccellenza, soluzione debole e percorso incerto: contributi straordinari da trovare per il protocollo e niente retrocessioni

La nota ufficiale intorno alla mezzanotte ma, a risveglio avvenuto e rileggendo il testo prodotto dalla Lnd, si fa ancora fatica a capire ciò che ha partorito la Lega Nazionale Dilettanti al termine di un lunghissimo Consiglio Direttivo in cui i vari presidenti dei Comitati Regionali da un lato esprimevano la volontà di far ripartire il proprio campionato di Eccellenza, e dall'altra portavano le istanze delle società - sempre del massimo torneo regionale - che nei propri territori avevano espresso la volontà di non riprendere. 

 

Nel tavolo plenario del calcio dilettantistico, alla fin fine, si evince che non sono state portate le carte giuste per una soluzione sostenibile dal punto di vista economico, dell'eventuale format del campionato da ultimare e, soprattutto, che si sono sprecati mesi e mesi per non arrivare ad una sintesi del problema in modo serio, responsabile e inclusivo. Le voci serali di un'imminente ripartenza con gli allenamenti collettivi già a metà febbraio e il ritorno alle gare ad inizio marzo, dopo la scadenza dell'ultimo DPCM, restano prive di fondamento e spazzate vie intorno a mezzanotte da un pronunciamento "in modo unanime per favorire la ripresa", ma ravvisando "tutte le difficoltà legate alla stessa". In pratica, nulla di nuovo rispetto a ciò che già si sapeva da fine ottobre e nemmeno la certezza della stessa ripartenza dell'Eccellenza. Come sottolinea il percorso che è stato così delineato:

 

1) È partito l’iter per il riconoscimento, fra i campionati di interesse nazionale, dell’Eccellenza e delle altre competizioni regionali di vertice, compreso il calcio femminile e il calcio a 5 (maschile e femminile). 

Per i campionati dilettantistici "con un collegamento diretto alle competizioni nazionali organizzate dalla LND" si tenta dunque la strada di farli entrare nell'alveo dell'interesse nazionale, come è stato fatto sin da fine ottobre per la serie D. In questo modo si possano effettuare allenamenti collettivi e disputare gare ufficiali in qualsiasi condizione di restrizioni per colore si possa trovare una Regione, ma entrando comunque nell'osservanza di un rigido protocollo sanitario. Il che porta a dire: "Ma questa strada non poteva essere aperta già da un mese?" Anche perché era chiaro da tempo che gli sport di contatto si possono praticare senza particolari protocolli solo nelle zone bianche, con una incidenza di meno di 50 casi ogni 100mila abitanti (quella che si aveva in estate), cioè una soglia di sicurezza non raggiungibile a breve da nessuna delle regioni italiane. Di conseguenza, non è possibile fare calcio dalla Promozione in giù senza seguire un protocollo che preveda test settimanali obbligatori dal costo elevato. 

 

2) Delega al presidente Sibilia e ai consiglieri federali in quota LND di sottoporre all’esame della FIGC le condizioni per consentire la predisposizione di un protocollo sanitario ad hoc per tale tipo di attività, la richiesta di un contributo straordinario da parte della FIGC per garantire l’effettuazione dei tamponi e della sanificazione degli ambienti con esonero, o comunque, con una forte riduzione delle spese a carico delle Società. 

Predisporre un protocollo sanitario ad hoc per caso vuol dire che non sarà quello già in vigore per la serie D? Se fosse più stringente non si capirebbe perché non sia già in uso in serie D; se fosse meno stringente si tornerebbe al caos di ottobre senza poter controllare i positivi ed è impossibile che venga permesso se le piscine e le palestre sono chiuse e si richiudono le scuole ai primi segnali di focolai in atto. Se invece fosse il protocollo Lnd c'è da dire che lo stesso non sta eliminando in modo netto i rinvii, in quanto il virus circola sempre laddove c'è un'attività che prevede un contatto, ma con un format ridotto che lasci diversi spazi infrasettimanali per i recuperi si potrebbe ovviare a tale limite.

La richiesta del contributo straordinario da dare alle società per coprire la totalità o quasi delle spese per i tamponi dovrà essere fatta dalla Lnd alla Figc o dalla Figc al Governo? Che sia l'una o l'altra via, o anche entrambe, non si capisce perché non sia stata battuta da tempo tale strada. Perché era il nodo cruciale della questione, una volta che è ripartita la serie D ad inizio dicembre. In questo modo, i presidenti dei Comitati Regionali, quando hanno sondato le volontà di ripartire delle società, avrebbero avuto nei video-incontri l'arma decisiva per allargare la platea di coloro che erano disposti a ripartire.

 

3) Richiedere al Consiglio Federale della FIGC la deroga relativa ai format dei campionati in ambito regionale anche con richiesta in deroga all’articolo 49 delle NOIF, di non dar luogo a retrocessioni e di consentire il mantenimento della categoria per le Società che dovessero rinunciare alla prosecuzione dell’attività per difficoltà economiche.

Non avendo portato sul tavolo la carta migliore, quella dei soldi certi per aiutare le società a ripartire senza il fardello economico derivante dall'applicazione dei protocolli sanitari, non si è potuta imporre la decisione di far ripartire tutti pena la perdita dell'affiliazione e quindi si chiederà al Consiglio Federale di non "punire" con la retrocessione sia le società che prenderanno parte alla ripartenza e sia quelle che decideranno di non ripartire. Restando al caso della Sardegna, con 12 club firmatari per la non ripartenza (leggi qui), si darà via ad un mini-torneo di sei squadre che si giocano il salto in serie D? Cioè una sorta di playoff elitari per società con più risorse di altre da mettere sul piatto per arraffare l'ambito premio della serie D. E se invece si convincessero anche i 12 club a rivedere la propria posizione si darebbe vita ad una prosecuzione del girone d'andata senza retrocessioni? Quindi chi non avrà velleità di salto di categoria, non avrebbe nessuno stimolo a riproporre una squadra competitiva se tanto non rischia il salto all'indietro. Svilita ogni sana competizione.

 

4) Richiedere alla FIGC la proroga dei termini dei tesseramenti e dei trasferimenti dei calciatori e delle calciatrici fino al 31 marzo 2021.

Uno spostamento di un altro mese della finestra di mercato servirà per far riorganizzare le società che, nell'incertezza di fine dicembre e inizio gennaio, hanno provveduto a svincolare i propri tesserati o semplicemente ad allestire il miglior organico per puntare alla serie D. Perciò in questo stesso campionato si genererà altra confusione e volatilità degli organici. Già in questi giorni si stanno vedendo, in certe società, la seconda o terza rivoluzione delle rose allestite in estate e cambiate a dicembre-gennaio.

 

Infine, il sunto della riunione del Consiglio Direttivo rientra nelle parole del presidente Cosimo Sibilia che gioca la carta dell'appello alle società nel scegliere per la ripartenza anche se, nei primissimi commenti a caldo post-consiglio, a molte di esse pare un appello al salto nel buio. «Promuovere il calcio e giocarlo è la nostra missione - le parole di Sibilia nel sito ufficiale della Lnd - e porre le condizioni per la ripresa dei nostri massimi campionati regionali rappresenta un segnale di speranza per tutto il movimento del calcio dilettantistico. Ma dobbiamo essere consapevoli della grande responsabilità di questa scelta e di complessità che ricadono non solo sulla LND ma anche su tutti quelli che hanno aperto a questa prospettiva, alimentando le speranze di club e tesserati. Quella disponibilità deve essere confermata, su tutti i fronti, soprattutto quelli economici, altrimenti ogni sforzo sarà stato vano». 

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2020/2021