Il punto sulla Liga
Tutti in corsa, si decidono i traguardi iberici
La Champions si intreccia con la Liga: anche al fine di valutare le chances per la vittoria finale in campionato sarà infatti importante l’esito dello scontro di domani fra Barça e Inter, definito con la consueta pacatezza "la partita del secolo" dalla stampa spagnola (in questo caso il catalano "Sport"), e sarà almeno la millesima registrata dall’inizio del secondo millennio, non male come media.
Comunque, i tifosi madridisti sono in ansia quanto quelli blaugrana, posti di fronte a un paradossale dilemma: tifare contro per scongiurare l’ipotesi del Barça in finale a Madrid (ovvero l’Apocalisse in terra, e trasmessa pure in chiaro) pare ovvio, ma quasi altrettanto ovvio è che un Barça concentrato su un solo fronte avrebbe un 90% di possibilità portarsi a casa il campionato nel rush finale.
Mancano quattro partite, Villarreal e Sevilla fuori/Tenerife e Valladolid in casa per il Barça, Osasuna e Athletic Bilbao in casa/Mallorca e Málaga fuori per il Madrid. Calendario più difficile per i culè, soprattutto la trasferta sul campo del Villarreal (come sempre in crescendo nel girone di ritorno, rivitalizzati dalla formula a tre punte di Garrido e addirittura a –4 dal quarto posto, una chimera solo qualche settimana fa), l’unica squadra che in questi anni ha messo in difficoltà il Barça con la sua stessa ricetta, cioè la manovra elaborata, sicuramente di più di un Sevilla che nello scontro con Guardiola potrà mettere in campo soltanto il prestigio del proprio campo (il Sánchez Pizjuán, il più caldo e spettacolare di Spagna), la forza delle individualità offensive (Navas all’ala e poi Luis Fabiano e gli ultimi guizzi di Kanouté là davanti) e la voglia di agguantare questa benedetta piazza Champions. Non pochissimo, ma comunque a livello collettivo non sufficiente per arginare un Barça che decidesse di giocare il suo calcio.
Tantissimo si deciderà quindi già alla prossima a Vila-Real, perché la sensazione è che il Real Madrid dall’altra farà filotto: ambizioni europee anche per l’Athletic, e motivazioni extra contro gli arcirivali merengues, ma anche pochi argomenti sul piano del gioco, ancora meno fuori casa, mentre il Mallorca-rivelazione ha già mostrato una certa timidezza contro le due grandi. Per le ultime giornate Pellegrini avrà un Van der Vaart e un Raúl in meno (e ancora non si sa se El Capitán continuerà a giocare a calcio e se lo farà con la maglia merengue o meno), ma un Kaká in più, decisivo sabato scorso nella sofferta trasferta di Zaragoza, appena rientrato dall’infortunio.
Zaragoza che dovrà giocarsi la salvezza senza il suo fuoriclasse offensivo Suazo, anche lui out per infortunio, è a +2 sulla terzultima trema. Salgono invece le quotazioni del Valladolid, miracolato da Clemente e dalle sue mitiche formule ultra-difensive (doppio terzino, quadruplo stopper distribuito fra difesa e centrocampo…), oltre che dall’enorme personalità del tecnico basco. Almería in calo, Sporting in crollo verticale, anche se forse il campionato finirà in tempo prima di inguaiare seriamente gli asturiani, una delle squadre più brillanti della prima metà di stagione, almeno in rapporto ai mezzi. Tenerife terzultimo col Valladolid, ma semi-spacciato per il calendario che prevede sì lo scontro diretto col Racing alla prossima, ma anche due trasferte impossibili a Barcellona e Valencia.
ITALIANI NELLA LIGA: Sempre punti fermi Osvaldo (Espanyol) e Rossi (Villarreal), anche se a secco. Piena sufficienza per Contini (Zaragoza).
Valentino Tola