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Figc
La Lnd chiede di far riferimento alle linee guida regionali

Ad agosto scattano le preparazioni precampionato ma manca ancora il protocollo Figc

Si entra ad agosto e il calcio dilettantistico si interroga su come dovrà comportarsi nel momento in cui avvierà la preparazione pre-campionato. Per ora è stata fissata la data d'inizio del campionato di serie D per il 27 settembre (il 20 parte la Coppa Italia Lnd) e questo fa da indicatore per ciascun Comitato Regionale. Ma come si dovranno orientare le 12mila società dilettantistiche che da lunedì in poi (in serie D ed Eccellenza al massimo dopo Ferragosto) dovessero iniziare gli allenamenti? Perché il mercato impazza, si chiudono tante operazioni in entrata e uscita, si chiudono le rose come se tutto procedesse liscio ma, senza un adeguato protocollo sanitario, è a forte rischio la partenza stessa non solo del calcio ma di tutti gli sport di contatto. 

 

Dopo l’allarme lanciato dal Presidente Cosimo Sibilia sulla ripresa delle attività in assenza di un protocollo sanitario adeguato ai Dilettanti (leggi qui), anche i Comitati Regionali della LND si mobilitano. All'iniziativa promossa dall’Area Nord, hanno prontamente aderito anche quelle del Centro e del Sud, condividendone i temi e le preoccupazioni. «È emersa la forte volontà e l’unanime richiesta di una sostanziale modifica dell’attuale protocollo della Federazione Italiana Giuoco Calcio per la ripresa dell’attività calcistica, giovanile e dilettantistica, in totale sicurezza. Si chiede di modificare le norme attuali e renderle aderenti a quelle emanate dai Governi regionali e provinciali in materia, che permettono lo svolgimento degli sport di squadra e di contatto, mentre il citato protocollo della FIGC ad oggi non consente la ripresa dell’attività calcistica». Se così non fosse le società non darebbero inizio agli allenamenti, perché la stessa data di inizio campionato sarebbe inutile, perché si metterebbe in moto tutta una serie di spese (dai rimborsi ai calciatori a quelli dei tecnici, magazzinieri e di sanificazione dei locali) poi difficilmente recuperabile, oltre a far ricadere la responsabilità di ogni azione sul presidente dell'Associazione Sportiva Dilettantistica.

 

Quando le società dilettantistiche parlano di impossibilità della ripartenza fanno riferimento al protocollo attuativo per la ripresa graduale del calcio giovanile e Dilettanti dopo il lockdown approvato e pubblicato ad inizio giugno dalla FIGC, in sinergia con il Settore Giovanile e Scolastico. Un documento redatto sulla base delle linee guida indicate nel DPCM del 17 maggio 2020 e che fornisce "indicazioni tecnico-organizzative e sanitarie per una graduale ripresa in condizione di sicurezza delle attività di base e degli allenamenti del Calcio Giovanile e Dilettantistico, relativamente ad ogni componente, categoria, settore". (leggi qui

Si tratta di una serie di disposizioni circa gli adempimenti che precedono l'inizio delle attività e che ne disciplinano poi lo svolgimento; sull'impianto sportivo, gli ambienti e gli spazi; sui materiali e le dotazioni; sulla pulizia e sanificazione; sulla presenza del medico e il controllo degli operatori sportivi e degli altri soggetti che operano all'interno dell'impianto; sulle indicazioni per le sedute di allenamento che vertono sul mantenimento della distanza corretta dagli altri calciatori, proponendo soltanto attività con assenza di contatto fisico tra gli atleti (giochi di tecnica, sfide motorie a distanza, combinazioni di passaggi, tiri in porta da distanze predefinite, attività individuali di dominio della palla, con limitato impegno fisico) e garantendo sempre la distanza di almeno due metri tra un giocatore e l’altro. Il che vuol dire una impossibilità nel dar luogo allo sport di contatto.

 

Per tutto giugno, infatti, si è poi chiesto al Governo di intervenire per "sdoganare" il calcetto e, in generale, gli sport di contatto anche per dar fiato ai centri sportivi che potevano iniziare ad incassare i soldi per le partitelle fra amici. 

Il Comitato Tecnico Scientifico si era pronunciato in dissenso per la ripresa degli stessi, ma le Regioni - a partire dal mese di luglio - hanno dato il proprio via libera in ordine sparso. La Sardegna, attraverso l'ordinanza n. 30 del 4 luglio firmata dal presidente Christian Solinas, ha permesso la ripresa degli sporti di squadra (calcio, basket, volley etc) e, soprattutto, il tanto atteso "calcetto". Il tutto basato sulle "Linee guida condivise nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni del 25 giugno" sotto riportate. Le società dilettantistiche stanno chiedendo appunto che la Figc recepisca tali linee guida che "permettono lo svolgimento degli sport di squadra e di contatto".

 

Così l'ordinanza n. 30 della Regione Sardegna del 4 luglio scorso

"A decorrere dal 4 luglio 2020 è consentita la ripresa degli sport di contatto e di squadra sul territorio regionale nel rispetto delle indicazioni tecniche operative definite dalle linee guida per la ripresa dello svolgimento degli sport di contatto di cui alle “Linee Guida per l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere” e prodotte alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio per lo sport, che sono state integrate con quanto previsto nelle Linee guida condivise nell’ambito della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome in data 25 giugno 2020, ai fini del raggiungimento dell’intesa con il Ministero della Salute e l’Autorità di Governo delegata in materia di sport.

Per tutto quanto non espressamente disciplinato dalla presente ordinanza, si fa espresso rinvio al DPCM 11 giugno 2020 e ai relativi allegati, che si allegano alla presente per costituirne parte integrante e sostanziale.

Le disposizioni della presente ordinanza producono i loro effetti a far data dal 4 luglio 2020, salvo proroga esplicita e salvo ulteriori, diverse prescrizioni, anche di segno contrario, che dovessero rendersi necessarie in dipendenza dell’andamento della curva di diffusione del virus, che sarà costantemente monitorata dai competenti organi dell’amministrazione e delle aziende".

 

PROPOSTE DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME PER LA RIPRESA DEGLI SPORT DI CONTATTO E SQUADRA

Si riportano di seguito le principali misure di carattere sanitario finalizzate alla prevenzione e al contenimento dell’infezione da SARS-CoV-2 in ambito sportivo (allenamento, gara), ritenute necessarie per consentire la ripresa degli sport di contatto e squadra a partire dal 26.06.2020. Per la declinazione rispetto alle specificità di ogni singola disciplina sportiva, si rimanda agli indirizzi approvati dalle rispettive federazioni (ciò che sta mancando per la ripartenza del calcio dilettantistico, ndr). Tali misure potranno essere rimodulate in funzione dell’evoluzione dello scenario epidemiologico.

► L’accesso alla sede dell’attività sportiva (sede dell’allenamento o della gara) potrà avvenire solo in assenza di segni/sintomi (es. febbre, tosse, difficoltà respiratoria, alterazione di gusto e olfatto) per un periodo precedente l’attività pari almeno a 3 giorni. Inoltre, all’accesso dovrà essere rilevata la temperatura corporea: in caso di temperatura > 37.5 °C non sarà consentito l’accesso.

► Il registro dei presenti nella sede dell’attività di allenamento o della competizione sportiva (es. atleti, staff tecnico, dirigenti sportivi, massaggiatori, fisioterapisti, etc) dovrà essere mantenuto per almeno 14 giorni. Relativamente alle ulteriori misure di prevenzione (comportamentali, igieniche, organizzative) si condivide quanto contenuto nelle “Linee Guida per l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere” prodotte alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio per lo sport, con particolare riferimento ai punti di seguito riportati, che sono stati integrati con quanto previsto nelle Linee Guida della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative:

♦ adeguata informazione, comprensibile anche per gli atleti di altra nazionalità

♦ corretta prassi igienica individuale (frequente igiene delle mani con prodotti igienizzanti; starnutire/tossire evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie; non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani; non condividere borracce, bottiglie, bicchieri)

♦ mantenimento della distanza interpersonale minima di almeno 1 metro in caso di assenza di attività fisica e, per tutti i momenti in cui la disciplina sportiva lo consente, di almeno 2 metri durante l’attività fisica, fatta eccezione per le attività di contatto previste in specifiche discipline.

♦ regolare e frequente pulizia e disinfezione di aree comuni, spogliatoi, docce, servizi igienici, attrezzature e macchine utilizzate per l’esercizio fisico;

♦ tutti gli indumenti e oggetti personali devono essere riposti dentro la borsa personale, anche qualora depositati negli appositi armadietti;

Infine, in merito al ricambio d’aria negli ambienti interni, in ragione dell’affollamento e del tempo di permanenza degli occupanti, dovrà essere verificata l’efficacia degli impianti al fine di garantire l’adeguatezza delle portate di aria esterna secondo le normative vigenti. In ogni caso, l’affollamento deve essere correlato alle portate effettive di aria esterna. Per gli impianti di condizionamento, è obbligatorio, se tecnicamente possibile, escludere totalmente la funzione di ricircolo dell’aria. In ogni caso vanno rafforzate ulteriormente le misure per il ricambio d’aria naturale e/o attraverso l’impianto, e va garantita la pulizia, ad impianto fermo, dei filtri dell’aria di ricircolo per mantenere i livelli di filtrazione/rimozione adeguati. Se tecnicamente possibile, va aumentata la capacità filtrante del ricircolo, sostituendo i filtri esistenti con filtri di classe superiore, garantendo il mantenimento delle portate. Nei servizi igienici va mantenuto in funzione continuata l’estrattore d’aria.

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2020/2021