Pablito, una leggenda: portò gli azzurri sul tetto del mondo
Addio Paolo Rossi, il calcio italiano piange l'eroe dei Mondiali 1982
Un pezzo importante della storia del calcio italiano se ne va nella notte, per sempre, portato via da un male incurabile. A 64 anni ci ha lasciati Paolo Rossi, l'eroe di Spagna 1982 quando la Nazionale fu campione del mondo di calcio grazie ai sei gol di "Pablito". Ne ha dato notizia nella notte la moglie Federica Cappelletti, sul suo profilo Instagram, con una foto di lei insieme col marito e un grande cuore accompagnata dalla scritta "Per sempre".
La notizia è entrata nelle case degli italiani al risveglio ed è stata come un altro pugno nello stomaco, dopo quello di due settimane fa per la morte di Diego Armando Maradona. Nato a Prato il 23 settembre del 1956, il campione azzurro sarà sempre ricordato per aver dato il massimocontributo alla vittoria del terzo mondiale della Nazionale italiana quando divenne l'incubo del grande Brasile di Zico, Socrates, Junior, steso con una tripletta da leggenda; poi in semifinale si sbarazzò della Polonia di Boniek con una doppietta; e in finale, contro la Germania di Rummenigge segnò il primo dei tre gol che consacrarono gli azzurri di Bearzot sul tetto del mondo.
Nello stesso anno vinse anche il Pallone d'oro, secondo italiano ad aggiudicarselo dopo Gianni Rivera (terzo se si considera l'oriundo Omar Sivori), ed è stato il primo giocatore al mondo ad aver vinto nello stesso anno il Mondiale, il titolo di capocannoniere della stessa competizione e il Pallone d'oro, poi eguagliato dal solo Ronaldo. Con i tre gol che segnò nella precedente rassegna iridata di Argentina '78 detiene il record italiano di marcature nei Mondiali a quota 9 gol, insieme con Roberto Baggio e Christian Vieri.
La carriera di Paolo Rossi è racchiusa nel libro autobiografico "Quanto dura un attimo" che scrisse insieme con sua moglie Federica, giornalista conosciuta nell’estate del 2008, più giovane di 16 anni, e sposata nel 2010 dalla quale ha avuto due bellissime bambine, Maria Vittoria, la maggiore di 10 anni, e Sofia Elena, di otto anni. Il terzo figlio è Alessandro, 38enne, nato nell’anno del mitico Mundial, e avuto dal primo matrimonio con Simonetta Rizzato. Nel libro, pubblicato nel 2019, si racconta la parabola dell'attaccante che in due anni passò dalla squalifica per il calcioscommesse al tetto del mondo con le già ricordate prodezze del 1982.
La carriera. È cominciata nelle squadre giovanili a Prato (Santa Lucia) e Firenze (Cattolica Virtus), e il suo innato talento nel far gol attirò la Juventus, che lo prese 16enne e nonostante la contrarietà della famiglia. A Torino, tuttavia, nelle giovanili bianconere fu spesso bloccato da diversi infortuni (tre operazioni di menisco in due anni) ma l'1 maggio del 1974 esordì in prima squadra, non ancora diciottenne, a Cesena in un incontro di Coppa Italia al fianco di Zoff, Gentile e Causio, coi quali si sarebbe poi laureato campione del mondo 8 anni dopo. Nel 1975 passa al Como, in serie A, ma gioca soltanto 6 gare e, nell'estate 1976, accetta di scendere in Serie B col Lanerossi Vicenza del presidente Giuseppe Farina, che lo prese in compartecipazione. Sotta la guida di Giovan Battista Fabbri trascinò i lanieri in serie A realizzando 21 reti: promozione e capocannoniere della cadetteria. In serie A portò a suon di gol il Vicenza al secondo posto dietro la Juventus, risultando il miglior marcatore della massima serie con 24 gol. Le sue prodezze convinsero il ct Enzo Bearzot a convocarlo al campionato del mondo 1978 in Argentina dove, a 22 anni, segnò 3 reti. Nell'estate il nome di Rossi salì ancora alla ribalta per la cifra spropositata di allora per la risoluzione della comproprietà quando il presidente vicentino Farina, in lotta col numero uno juventino Giampiero Boniperti, mise in busta 2 miliardi e 612 milioni di lire per l'altra metà del cartellino.
L'anno successivo, nonostante i 15 gol di Pablito, il Vicenza retrocede in serie B e, dopo 60 reti in 94 gare in biancorosso, passa al rampante Perugia, vice-campione d'Italia alle spalle del Milan e prima squadra a completare il campionato di serie A senza perdere una partita. Coi grifoni segnò 13 gol in 28 gare di campionato e 1 rete in 4 partite di Coppa UEFA, restando a lungo il capocannoniere per poi chiudere sul podio più basso della graduatoria. Gli umbri non riuscirono a ripetere il campionato di vertice chiudendo al 7° posto anche a causa dello scoppio in primavera dello scandalo scommesse che finì per coinvolgere, tra vari dubbi mai del tutto chiariti, lo stesso Rossi squalificato per due anni. Saltò così i campionati Europei in Italia del 1980.
Ancora sotto squalifica fu messo sotto contratto dalla Juventus e terminata la pena, nell'aprile 1982, Rossi fece in tempo a giocare le ultime tre partite di campionato (1 gol) per conquistare lo scudetto e la convocazione ai Mondiali in Spagna. Coi bianconeri di Giovanni Trapattoni fece quattro stagioni, conquistando due Scudetti, una Coppa Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea.
Nel 1985 firma un contratto biennale da 700 milioni l'anno col Milan di Farina - che ben lo conosceva dai tempi di Vicenza - vestendo la maglia numero 10 di Rivera per giocare nel tridente con Hateley e Virdis. Coi rossoneri di Liedholm, però, saltò per infortunio le prime 10 gare di campionato e segnò solo 2 reti. Chiuse la carriera a Verona nella trattativa che portò Galderisi in rossonero. La sua ultima gara in azzurro sarà l'amichevole Italia-Cina (2-0) disputata l'11 maggio 1986 a Napoli, non fu convocato per i mondiali del 1986 e chiuse in maglia azzurra con 48 partite e 20 reti. Occupa la 42ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer. Nel 2004 è stato inserito nel FIFA 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelé e dalla FIFA in occasione del centenario della federazione.
Finita la carriera agonistica, era rimasto nel mondo del calcio come commentatore tv, lavorando con Sky, Mediaset e Rai, spesso occupato nell’analisi e nei post partita della Champions League o delle gare della Nazionale. Nel 2011 aveva inoltre preso parte a Ballando con le Stelle come concorrente. Gli altri due libri autobiografici sono stati: "Ho fatto piangere il Brasile" del 2002 e "1982. Il mio mitico mondiale" del 2014 scritto anche quello con la moglie Federica Cappelletti.