Salta al contenuto principale
Messi nuovo "pichichi" e Scarpa d'oro

Barça Campeon, inutile la rincorsa "galactica"

È finita la Liga 2009-2010, ed è finita nel modo più giusto, premiando la squadra più matura e più completa. Brucia ancora l’eliminazione con l’Inter, ma è comunque una piena conferma per il progetto di Guardiola. Non ha funzionato il mercato estivo (Ibrahimovic e Chigrinskiy soprattutto, Maxwell alla lunga ha convinto), ma Pep rimescolando ciò di cui già disponeva ha saputo trovare le risorse per raddrizzare il tiro: prima potenziando all’estremo il ruolo di Messi, disegnandogli attorno una sorta di 4-2-4, poi in queste ultime gare ritornando al 4-3-3 classico, ma con Messi sempre centrale e la promozione (finalmente) di Bojan.

È stata la stagione di Messi quindi, 34 gol come il Ronaldo ‘96-’97 e prestazioni soprannaturali sfornate in serie; ma la stagione è stata segnata anche dalla talentuosa umiltà di Pedrito, che da quasi-scarto del Barça B è diventato titolare praticamente fisso, rimpiazzando largo nel tridente il declinante (e partente) Henry. Altro giocatore determinante Víctor Valdés, che a quei puntuali interventi decisivi (che ha sempre avuto) ha aggiunto una gestione del ruolo in senso lato sempre più autorevole. Conferme per il solito Xavi e per Piqué, impostosi fra i migliori difensori del mondo per la spaventosa personalità non solo in fase difensiva. Sottotono invece Iniesta, che fra continui infortuni non ha mai mostrato il suo classico spunto palla al piede; molto alterno anche Alves.

Ma su tutti spicca la delusione Ibrahimovic: delusione confermata anche dalle prime mosse di mercato blaugrana per la prossima stagione, che prima ancora delle nuove elezioni (Laporta non può ricandidarsi) puntano all’acquisto di Villa, cui il Barça intende far seguire il ritorno del figliol prodigo Cesc Fabregas e l’acquisto di un altro terzino destro di ruolo che possa far compagnia ad Alves.

La grande delusa della stagione è il Real Madrid, evidentemente. Con l’abnorme milionata investita l’estate scorsa e tutti i proclami conseguenti, un risultato come questo è accolto come un fallimento. In realtà non sarebbe tutto da buttare, perché Pellegrini è parso il miglior allenatore madridista degli ultimi anni, perlomeno il più convincente nel dare una struttura di gioco e un’identità definita alla squadra. Identità però ancora immatura, con stecche clamorose come l’eliminazione dalla Copa del Rey con l’Alcorcón e soprattutto quella agli ottavi di Champions, per il quinto anno consecutivo. Questi insuccessi hanno dato una forza insostenibile alle critiche che già all’inizio della stagione, in larga parte prevenute, circondavano Pellegrini, e hanno reso la continuità del cileno per la prossima stagione del tutto impraticabile.

Fra i giocatori, Cristiano Ronaldo ha reso secondo le aspettative, così come il regolarissimo Albiol e il sontuoso Xabi Alonso. Ha deluso Kaká, non pienamente giudicabile invece Benzema.

Dietro Real Madrid e Barça, il vuoto. Qualcosina dal Valencia che tornerà in Champions, con molto talento offensivo (Villa, Mata, Silva, Banega) e momenti brillanti ma scarsa consistenza in difesa. Un mezzo disastro il Sevilla che pure è riuscito ad acciuffare per il rotto della cuffia il quarto posto, beffando il Mallorca rivelazione. Si consolida al sesto posto il Getafe, mentre l’Atlético Madrid ha trovato altri modi per salvare la stagione al di fuori del campionato, con la vittoria della Uefa e la finale di Copa del Rey che lo opporrà al Sevilla.

Il Villarreal è un’altra grande delusa della stagione: nemmeno un piazzamento europeo significa un bel freno per un progetto fra i più credibili in questi ultimi anni. Ampiamente soddisfacente (ma nei risultati più che nel gioco) l’Athletic Bilbao, nella norma Deportivo, Espanyol e Osasuna.

In zona-retrocessione, sono andate giù due delle squadre effettivamente più deboli (Tenerife e Xerez), mentre la terza, il Racing, è riuscita a smarcarsi "in favore" del Valladolid troppo tardi preso in consegna da Clemente.

ITALIANI NELLA LIGA:
Buona stagione per Rossi (Villarreal, 10 gol) importante invece Osvaldo nel girone di ritorno dell’Espanyol, per i 7 gol ma anche per il peso fornito a un attacco che ha patito una certa sterilità e che è rimasto comunque il meno prolifico del campionato (solo 29 gol!) Positivo anche l’apporto di Contini, che nel Zaragoza rivoluzionato dal mercato invernale è andato a comporre una coppia nuova di zecca al centro della difesa con il ceco Jarosik. Insomma, pochi ma buoni gli italiani in Spagna.

Valentino Tola

In questo articolo
Stagione:
2009/2010