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Bittese in festa per il suo bomber principe, Calvisi: «Soddisfazione indescrivibile, pronto a farne altri cento»
«Il più bello? Quello a Borore per la Promozione»

Bittese in festa per il suo bomber principe, Calvisi: «Soddisfazione indescrivibile, pronto a farne altri cento»

Un attaccante ha un modo infallibile per misurare il trascorrere del tempo: a differenza di tutti gli altri, che si affidano ai secondi, ai minuti e alle ore, ai giorni, ai mesi e infine agli anni, può contare sui suoi gol, uno dei momenti essenziali del gioco del calcio, che si trasformano in ricordi indelebili, capaci di portarsi appresso esperienze, amicizie, lacrime e sorrisi.
Giorgio Calvisi, punta classe '87 della Bittese, domenica scorsa ha toccato quota 100 con la maglia della prima squadra granata (in realtà, sarebbero più del doppio, contando le marcature realizzate con le giovanili), distribuiti in una decina di anni.
La memoria corre veloce: il primo fu in Promozione, nel 2005, in una partita dove i granata, nonostante il pareggio in casa della capolista Budoni (che in quella partita perse la vetta alla penultima giornata) furono condannati alla retrocessione.
Per il centesimo non occorre invece fare particolari sforzi: decisiva, la doppietta rifilata al suo amico Frogheri, estremo difensore dell'Abbasanta.
Calvisi, attaccante completo, dotato di grandissima tecnica e senso del gol, racconta il suo straordinario percorso, tra Promozione e Prima Categoria, culminato con il raggiungimento di un traguardo personale assolutamente prestigioso, con una promessa: il numero di reti è destinato a crescere.

 

«E' stata una grande soddisfazione – dichiara Calvisi -. Penso di essere stato uno dei pochi ad aver tagliato questo traguardo a Bitti. Ora sono costretto a offrire lo spuntino agli amici che non aspettavano altro (ride)».

Cosa è cambiato dal Giorgio Calvisi del suo primo gol a quello di oggi?
«Sicuramente sono maturato tantissimo come persona e come giocatore, ma spero di migliorare ancora».

 

Tecnica, senso del gol, personalità: dagli addetti ai lavori, e non solo, vieni descritto come un giocatore di altre categorie. Come mai sei restato sempre con la stessa maglia e non hai tentato un’esperienza importante in altre palcoscenici?
«Ad essere sincero non mi ha mai cercato nessuna squadra in categorie più importanti rispetto a quella della maglia che indosso. Ammetto che anche io ho sempre preferito giocare per il mio paese in qualsiasi categoria, sono molto legato alla mia maglia».

 

Fino alla Juniores giocavi difensore, ma nonostante questo facevi ugualmente parecchie reti, poi il cambio di ruolo.
«E' vero, dai pulcini sino agli allievi venivo schierato come centrale di difesa, ma mi piaceva tanto giocare davanti e spesso chiedevo ai mister di accontentarmi, ma nonostante i piedi buoni e i gol, anche da difensore, i tecnici delle giovanili mi tenevano dietro perché, oltre alla tecnica ed al fisico vedevano anche un buon senso della posizione, e devo ammettere che anche gli attaccanti che giocavano con me in squadra erano dei grandi goleador.
Arrivato in Juniores poi, l’allenatore Pietro Calvisi (Trumbetta) mi accontentò, facendomi giocare sempre in attacco, e da li ho proseguito anche con i vari allenatori Olzai, Pau e Alberto Conti, a parte in qualche partita dove eravamo in emergenza».

 

Il gol più bello e che ricordi di più tra i 100 siglati in prima squadra?
«Me ne vengono in mente tanti, ma quello più bello è anche il più importante: risale a tre anni fa, a Borore, che decise lo spareggio con cui tornammo in Promozione dopo anni. Un’emozione indescrivibile».

 

L’allenatore a cui devi di più e che ha contribuito alla tua crescita calcistica?
«A pari merito Giampietro Ruiu e Sebastiano Sanna (Boddette), miei allenatori nelle giovanili che prima di essere bravi tecnici sono stati ottimi educatori».

 

Il difensore più forte contro cui hai giocato invece?
«La lista è lunga: uno di questi è Luca Sau del Tonara, ma spero di non trovarmi mai davanti anche i miei amici Bachisio Pintus (S.T.Bitti) e i miei compagni di squadra Antonello Orunesu e Mirko Sanna, con loro avrei vita difficile».

 

Continuiamo con questo gioco e allarghiamoci agli altri ruoli:
«Ho avuto tanti ottimi compagni di squadra: sicuramente non posso non citare Marco Pau ed Antonello Perra, che nonostante gli anni che avevano quando ci ho giocato assieme, erano nettamente di un altro pianeta; poi direi Cristian Pira».

 

C'è un giocatore in particolare a cui ti ispiri?
«Un nome su tutti: Ronaldo, il fenomeno, è sempre stato il mio idolo, ma anche Ronaldinho; mi piace lo spettacolo, e questi due campioni sono sicuramente i migliori esempi in assoluto»

 

In cosa pensi di dovere ancora migliorare a livello calcistico?
«C’è sempre da migliorare,diciamo che posso fare molto meglio nel colpo di testa».

Concentriamoci sul presente: dopo la retrocessione rimediata nella scorsa stagione, avete voglia di rivincita: siete nei quartieri alti ma davanti a voi nessuno rallenta. Dove potete arrivare ed in cosa secondo te potere crescere?
«Abbiamo buttato tanti punti nelle prime settimane, ora viviamo alla giornata senza guardare la classifica. Possiamo fare di più, speriamo però di recuperare al più presto tutti gli infortunati, e alla fine faremo i conti».

 

Chi vedi favorito per la vittoria finale?
«Il Fonni, ha una marcia in più; ma anche le altre squadre che ci precedono lotteranno fino alla fine. Noi non possiamo fare altro che sperare in qualche loro passo falso, per giocarci le nostre carte».

 

Domenica renderete visita al Macomer, una sfida difficile: come vi state preparando?
«Affronteremo una buona squadra, per di più in trasferta; sarà durissima. Prepareremo al meglio la partita, seguendo le indicazioni del mister, ma in campo servirà il massimo della concentrazione: solo così potremo portare punti a casa».

 

Chiudiamo con il tuo prossimo obiettivo: ti senti di fare una promessa ai tifosi?
«Voglio arrivare a quota 200 (ride). A parte gli scherzi, ai tifosi posso garantire il massimo impegno e ancora tanti gol».

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2014/2015
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Sardegna
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