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Bologna
Nodo quarantena, il Cts non fa sconti: il periodo resta di due settimane

Bologna, sospetta positività nello staff: «La squadra riprenderà gli allenamenti in forma individuale»

Probabile caso di positività al Covid-19 al Bologna che annuncia di avere un caso sospetto all'interno del "gruppo-squadra". Si tratta di un membro dello staff ma il club felsineo ha immediatamente interrotto gli allenamenti collettivi a Casteldebole, in attesa di ulteriori test, per tornare alle sedute individuali. «L’ultima serie di esami a cui è stato sottoposto il gruppo-squadra - si legge nella nota del club - ha evidenziato un caso di sospetta positività al Covid-19 relativamente a un membro dello staff. In attesa di ulteriori approfondimenti, la squadra in via precauzionale riprenderà domani gli allenamenti in forma individuale e ad orari differenziati senza uso di locali comuni. Nel caso in cui fosse confermata la positività, il gruppo-squadra sarà isolato in ritiro».

 

Il tutto alla vigilia dell'incontro tra il Ministro dello Sport Spadafora, il presidente federale Gravina e quello di Lega Del Pino che potrebbe portare alla ripresa della Serie A con il problema del protocollo che deve portare ad una sintesi tra le parti. La Figc, su richiesta della Lega di serie A, vuole una "quarantena light" per i positivi al Coronavirus mentre il Comitato Tecnico Scientifico ha fatto sapere che non c'è nessuna intenzione di abbassare il periodo di due settimane che erano già state decretate nelle ultime riunioni, perché per il calcio non ci deve essere un'eccezione, temendo un'eventuale nuova ondata. Un idea di un trattamento particolare "è fuorviante e provocatorio nell'attendibilità e nel rigore scientifico".

 

Il direttore sanitario della Lazio, Ivo Pulcini, è contrario alla quarantena di 14 giorni per i calciatori: «Il Comitato tecnico scientifico - dice ai microfoni di Radio KIss Kiss - non tiene conto della curva discendente del contagio. Quello che era vero un mese fa, adesso è cambiato del tutto. In medicina va considerato il momento. Tutto questo significa che gli atleti secondo il Cura Italia sono assimilati come lavoratori, se prendono il contagio è visto come un infortunio. Perché nelle fabbriche se esce un contagio non chiudono tutti, mentre se capita ad un calciatore tutta la squadra va messa in quarantena? Voi mi dite che devo mettere cinquanta persone sane in quarantena, per me è un delitto, visto che sono persone sane. Mi devono dire che significa. Sono volontà non mie, mi viene imposto, loro decidono ed io mi prendo la responsabilità? Io non metto in quarantena persone sane. Se uno è positivo non chiudono le fabbriche e non devono chiudere lo sport»-

 

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Campionato:
Stagione:
2019/2020