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Gianni Cadoni, presidente, Figc
«Il campo deve assegnare i titoli, se non fa troveremo altre soluzioni»

Figc sarda, Cadoni: «Sono un ottimista, i dirigenti tirino su la testa, le società avranno aiuti finanziari»

Il presidente del Comitato Regionale della Sardegna Gianni Cadoni continua a far sentire la propria voce per rassicurare le tante società dilettantistiche di calcio che attendono di conoscere come verrà terminata la stagione interrotta dall'emergenza coronavirus e, soprattutto, come si affronterà la prossima con l'inevitabile crisi economica sulle imprese e gli imprenditori che oii reggono i club non soltanto con la passione. Il numero uno del calcio sardo è intervenuto al programma GP ON AIR su Radio Super Sound condotto da Vittorio Sanna rilanciando il messaggio di speranza di due giorni fa (leggi qui).

 

Senza sicurezza niente ripresa. «Noi in questo momento siamo in una fase di stasi, coi campionati sospesi dall'8 marzo e siamo in attesa di capire quando possa sfumare questo incubo che ci è calato sulla testa e capire, soprattutto, quali saranno i protocolli sanitari per poter eventualmente ripartire. La nostra volontà è quella di concludere i campionato, come uomo di sport penso sia il campo quello che deve assegnare i titoli o le retrocessioni. È evidente che la nostra preoccupazione va a salvaguardia dei nostri tesserati, l'aspetto sanitario è prioritario, e speriamo di concludere i campionati perché vorrà dire che il virus si sarà "addormentato". Ma se non fosse possibile ultimare la stagione, ne prenderemo atto e a malincuore troveremo altre soluzioni che, in questo momento, non sono state ancora paventate».

 

Numeri del virus in Sardegna. «Sarebbe potuto andare ancora meglio, vero è che siamo fortunati rispetto ai numeri dei contagi di altre regioni. Si poteva fare meglio cercando di sfruttare l'isolamento dei confini naturali però abbiamo mantenuto numeri bassi e questo ci fa ben sperare affinché la malattia possa star lontano dalla nostra isola. A parte qualche caso di chi purtroppo sta ancora ricoverato in terapia intensiva, speriamo che il tutto possa sfumare pian piano per farci riprendere la normalità».

 

Sostegno economico ai club. «Ritengo che il calcio dilettantistico in Sardegna sia un'oasi felice. Quando tre anni e mezzo fa sono diventato presidente del Comitato Regionale, il mio cavallo di battaglia - sin dai primi giorni - è stato quello di stare vicino alle società. L'anno scorso abbiamo distribuito, in virtù di un accordo con la Regione Sardegna, 1,2 milioni di euro che hanno consentito alle nostre 420 società di beneficiare di un contributo importante che è stato pari, o forse di più, dell'iscrizione al campionato stesso. Una grossa mano e, sempre grazie al rinnovato accordo con la Regione, questo contributo ci sarà anche l'anno prossimo. Le nostre società saranno perciò aiutate dal punto di vista finanziario ma questo non basta, perché in tanti paesi il calcio era scomparso in precedenza, figuriamoci oggi con la crisi. Il calcio dilettantistico si basa e va avanti grazie alle spalle grandi di imprenditori e di un tessuto economico che non è dei migliori in Sardegna, è evidente che avremo altre problematiche e difficoltà ma stiamo già iniziando ad armare i fucili affinché il nostro Comitato Regionale sia al fianco delle società. Noi non ne vogliamo perdere neanche una, non va dimenticato che la nostra base fa tanto sport e tanto sociale, siamo un punto veramente importante per le comunità affinché i loro ragazzini abbiano a disposizione un rettangolo di gioco per potersi divertire e passare qualche ora spensierata. Ci stiamo preparando a questa battaglia e la stiamo facendo anche attraverso il nostro presidente nazionale Cosimo Sibilia che sta bussando un po' dappertutto per sostenere le società dilettantistiche. Sono fiducioso da questo punto di vista e non vorrei che i nostri dirigenti si deprimessero, in un momento in cui siamo un po' tutti con la testa china ma dobbiamo risollevarla subito».

 

Il ritorno ai valori dello sport. «Sono abituato a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, sono per forza di cose, e per il ruolo che rivesto, un ottimista, e lo sono anche ora. Sono convinto che da questa situazione, assolutamente disastrosa e drammatica, il calcio e lo sport ritroverà i suoi valori identificati nell'appartenenza ad una comunità, ad una maglia e al giocare per divertirsi non dimenticandoci che siamo dilettanti. Pertanto, sono convinto che questi grandi valori, che si erano po' persi nell'ultimo decennio-ventennio, dobbiamo ritrovarli e allora ci divertiremo di più».

 

Battaglia sui fuoriquota. «Ho ereditato un accordo fatto dalle società con il Comitato per l'utilizzo di 4 fuoriquota quando la Lnd ne impone 2. Dopo due anni di mandato siamo scesi a 3 e, quest'anno, siamo calati a 2 per il futuro perché non mi è piaciuta l'idea che le società dovessero avere in rosa 8/10 giovani con l'utilizzo di 4 obbligatoriamente sostituiti da altri 4, assistendo nel contempo ad un mercificazione spaventosa di questi giovani, non adatti per disputare partite di Eccellenza e che vanno a chiedere rimborsi con delle cifre che mi vergogno a dirle. Da questo momento ripartiamo come fosse l'anno zero per ritrovare i giusti valori. Ho in serbi di mandare avanti il mio progetto che parta dalla scuola per insegnare la cultura sportiva, amare lo sport in generale e il calcio in particolare, rivolto ai bambini di 5/6 anni che potranno essere accolti nel nostro Centro Federale di Oristano, baricentrico rispetto alla Sardegna, e dare un aiuto importante a queste leve nuove del nostro futuro. Metteremo a disposizione degli istruttori capaci, dei maestri di vita, in modo da poterli far crescere coi giusti valori e sperare un domani di avere uomini e persone migliori».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2019/2020