Il tecnico: «Troppi infortuni, così si fa dura»
Floris spegne l'allarme portieri, Mereu: «Lo stimo, per fortuna era libero»
Il Progetto Sant’Elia fa rientrare l'allarme portieri trovando l’accordo con Maurizio Floris, classe 1986, che nelle ultime tre stagioni ha giocato con la Villacidrese tra serie D e Seconda Divisione. Il 25enne estremo difensore, ritroverà anche altri due ex compagni come Cordeddu e Ciminà, e soprattutto il tencico Bernardo Mereu. Un'operazione di mercato che si è resa necessaria per gli infortuni occorsi ai due portieri in rosa Filippo Di Leo e Alberto Rassu come spiega il team manager Roberto Ibba: «Nella gara di Boville, Di Leo ha avuto una sublussazione al gomito e Rassu si è stirato, non potevamo rischiare di giocare la gara contro il Porto Torres senza un portiere e Floris è uno dei migliori della categoria».
Arriva Floris ma gli infortunati sono ancora tanti - «Stimo tanto Floris - dice il tecnico Bernardo Mereu - si è creata una situazione contingente con i due portieri infortunati e per fortuna lui era libero». Tamponata la falla portiere, l'emergenza in casa Progetto Sant’Elia resta alta con una posizione in classifica, ultimo posto con 12 punti, che non induce all'ottimismo. Oltre ai due portieri Di Leo e Rassu, sono fermi ai box i difensori Sedda, Di Laura e Serao, i centrocampisti Atzori, Atzeni e Sanna, e la punta Atomei. All’ultima seduta di allenamento erano presenti in nove atleti proprio nelle settimane in cui il tecnico Mereu avrebbe voluto avere la squadra a ranghi completi: «Questo è il periodo migliore per intervenire in modo compiuto sul piano tattico oltreché fisico ma purtroppo ho una decina di giocatori in infermeria e una rosa snellita dopo gli addii di Farrugia, Riccardi e Chianese. Ora come ora mi servirebbe avere almeno tre o quattro giocatori sani».
Unità di intenti e orgoglio per centrare la salvezza - L'ex tecnico della Villacidrese non pensa più di tanto al mercato: «Magari c'è qualcuno tra gli svincolati ma la rosa sarebbe pure sufficiente se solo stessero tutti bene. Non vogliamo piangerci addosso ma è la realtà, allenare in queste condizioni non è semplice. Non bisogna essere in troppi nel gruppo ma neanche troppo pochi, soprattutto dovremo essere giusti nel senso che ognuno deve mostrare attaccamento alla maglia e orgoglio, gettando il cuore oltre l’ostacolo. Ci deve essere unità d’intenti, se serve fare allenamento a Capodanno lo si fa, se gli infortunati devono fare più terapie per accelerare il recupero lo devono fare. Bisogna superare questo momento di difficoltà andando oltre le normali competenze, ognuno deve mettersi a disposizione dell'altro, se ci sono questi presupposti allora possiamo tentare la risalita perché centrare la salvezza è un’impresa».