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Promozione
«Sono soddisfatto, il lavoro però è ancora tanto»

Guspini, Pinna difende i suoi: «Noi candidati per l'Eccellenza? Qualcuno si è divertito a mettere il naso in casa nostra»

L'ultima uscita ha regalato al Guspini un carico pesante di scorie da smaltire: la sfida casalinga contro il Quartu 2000 si è infatti conclusa in parità, sullo 0 a 0, il secondo di fila dopo quello arrivato contro la Villacidrese; un mezzo passo falso che complica la rincorsa dei bianco-rossi al secondo posto in classifica, distante ora sette lunghezze. Come se non bastasse, per il prossimo impegno contro il Girasole, una delle trasferte più delicate dell'intera stagione, mister Sebastiano Pinna non potrà contare su Umberto Festa, espulso in maniera rocambolesca nella gara di domenica, un episodio che ha contributo ad alimentare il malcontento di tecnico e società. L'allenatore scende in prima linea per difendere i suoi, tracciando un bilancio, dopo un anno di lavoro, che non può che essere positivo.
Il torneo, c'è da scommetterci, riserverà comunque altre sorprese da qui alla fine: nelle ultime cinque partite il Guspini affronterà tutte le prime della classe ed è prontissimo a ricoprire il ruolo di autentica mina vagante.

«Dopo un anno di lavoro è giunto il momento di fare il punto della situazione – esordisce Pinna -, peccato per questi ultimi due pareggi, che ci hanno lasciato un pizzico di amarezza, ma non è un problema, sia chiaro: non si può sempre vincere, e noi continuiamo comunque con la nostra striscia di risultati utili che dura ormai da dodici turni». Domenica si è messa di mezzo anche la sfortuna. «Abbiamo costruito tre occasioni nitidissime, a tu per tu con il portiere avversario; ci sono dei giorni però in cui la palla proprio non ne vuole sapere di entrare in rete. All'andata siamo stati puniti sull'unico tiro subito; nell'ultima uscita con un pizzico di cinismo in più, tipico delle grandi squadre, avremmo vinto noi; gli episodi ci hanno un po' danneggiato». Un chiaro riferimento all'espulsione rimediata da Festa. «Sono molto rammaricato, anche se conosco bene il mondo del calcio e non mi piace piangermi addosso o cercare alibi; tuttavia, anche domenica siamo rimasti in dieci, ma non ho capito bene cosa ha visto l'arbitro. Umberto è stato platealmente placcato da un avversario in una chiara azione da gol; ha detto all'arbitro, con tutta serenità, io ero proprio di fronte a lui, “andavo in porta”, ma il direttore di gara ha estratto il secondo giallo, c'è da dire che il primo ci stava tutto, mandandolo dritto negli spogliatoi. Una situazione paradossale, che va avanti dalla prima giornata: ho una caterva di filmati che possono confermare quanto dico; puntualmente ci annullano uno o due gol in maniera inspiegabile o si inventano rigori per gli avversari che non esistono; ci siamo stufati, anche noi facciamo dei sacrifici e vogliamo essere tutelati in questo senso. Festa ci è mancato per un tempo, avremmo avuto una freccia in più per portare a casa i tre punti, fermo restando che se non abbiamo vinto è comunque anche e soprattutto colpa nostra, nel primo tempo siamo stati assenti non giustificati».

 

La rincorsa alle prime posizioni si è interrotta sul più bello: «Non si tratta di un'impresa semplice, bisogna essere realisti; davanti abbiamo 5-6 squadre ben costruite e organizzate, recuperare posizioni è difficile. Non dimentichiamoci però da dove siamo partiti: alla nona giornata eravamo terzultimi, penso che ci sia soltanto da essere soddisfatti per quello che abbiamo fatto».
Molti indicano il Guspini come una delle candidate alla promozione; il tecnico a questo proposito si toglie un sassolino dalla scarpa. «Sembra proprio che qualcuno si sia divertito a fissare gli obbiettivi in casa nostra, senza sapere quali fossero i programmi e le possibilità economiche, probabilmente non aveva altro a cui pensare. Le dichiarazioni che ho letto da parte di alcuni miei colleghi mi hanno spiazzato: noi non ci siamo mai nascosti, giochiamo per divertirci e per disputare un campionato di vertice; del resto, siamo ancora in corsa per un posto al sole. Dobbiamo essere realisti: non siamo pronti per un campionato di Eccellenza, sappiamo benissimo quanti problemi ci siano da risolvere, servono fondamenta solide per affrontare un'esperienza così impegnativa».
Il lavoro in questo senso sta comunque procedendo nel migliore dei modi: «L'anno scorso ho preso una squadra che a dieci gare dalla fine era in picchiata; su quelle macerie abbiamo costruito una salvezza miracolosa, senza praticamente poter contare sul settore giovanile, se si esclude una Juniores ridotta comunque all'osso che progressivamente è sparita nel nulla. Sembra incredibile, ma da quella situazione sono passati appena dodici mesi, ed i risultati raccontano di un miglioramento sensibile, nonostante i gravi problemi legati all'impianto sportivo; fortunatamente, c'è stato l'accordo con Giorgio Frongia della Nuova Terralba, con cui si è potuto lavorare anche nelle categorie Esordienti, Giovanissimi, Allievi e Juniores; seguiamo un criterio ben preciso, vogliamo permettere ai ragazzi più giovani di calarsi subito in realtà importanti, per farli maturare nel più breve tempo possibile. Alcuni di loro, classe 97-98, si sono ritagliati il loro spazio in Prima Squadra, il fatto che siano stati convocati nella Rappresentativa vorrà dire qualcosa».

La nuova stagione è partita tra mille contrattempi, soprattutto sul mercato. «E' stato difficile allestire una squadra competitiva perchè sul nostro conto giravano brutte voci, si invitavano i giocatori a non sposare il progetto, strumentalizzando ad arte determinate situazioni. Se avessimo capito prima come soffiava il vento, probabilmente avremmo fatto scelte diverse con elementi fondamentali come Porcu, Saruis, Corda e Busanca, grandi uomini oltre che giocatori fortissimi; la nostra intenzione era quella di abbassare l'età media, si è trattato di rinunce fatte a malincuore, ma con il senno di poi non avremmo fatto questi azzardi». La rosa è stata completata soltanto nel mercato di riparazione, con gli innesti di Marci e Festa. «So perfettamente quanto sia faticoso viaggiare da Cagliari a Terralba, per fortuna però, grazie ai grandi sforzi del presidente Stefano Serpi e del Ds Ignazio Cambosu siamo riusciti a sistemare la situazione. L'anno scorso in questo periodo avevamo 20 punti, oggi ci troviamo a quota 34, potendo contare sullo stesso budget del passato, con la differenza che ora abbiamo anche un settore giovanile assolutamente competitivo. L'intenzione ora è quella di arrivare il più in alto possibile, non ci poniamo limiti».

Il Guspini ora è atteso da confronti con squadre impegnate per non retrocedere. «Nel girone di ritorno di solito si fanno meno punti, anche se noi siamo in controtendenza da questo punto di vista. Dovremo fare a meno di Brandi e Festa squalificati, oltre a Uccheddu fuori per infortunio, ma non è un problema, ci sono tanti giovani validi che daranno il massimo, ne sono sicuro. Per il resto, a fare la differenza sarà la testa: chi lotta per salvarsi spesso si difende con le unghie e con i denti, perchè anche un singolo punto può risultare decisivo; affrontare la prima della classe o l'ultima in questo momento fa poca differenza, i risultati dell'ultimo periodo lo confermano. Il Girasole è un'ottima squadra a livello di organico, gli ogliastrini mettono puntualmente in campo tanta determinazione, ci aspetta una battaglia. Stesso discorso vale per il Carloforte, che ha preso Curreli e recuperato Puggioni; senza dimenticare il Narcao che con i tre punti a tavolino rientra in gioco, ma pensiamo ad una gara alla volta».
Il peso dell'attacco nel prossimo confronto sarà tutto sulle spalle di Tomasi, a secco dalla sfida contro l'Arbus. «E' un grande giocatore, è normale che un attaccante se non segna con continuità va un po' in crisi, ma ha tutta la nostra stima: mia, della società e dei compagni; è una pedina importante per noi, deve soltanto stare sereno perchè il gol arriva quando meno te l'aspetti. Come ritroverà la forma ottimale tornerà ad essere decisivo, ma tutti i giocatori lo sono: l'importante è che la squadra si esprima al meglio, solo così possiamo aiutare Alex a fare bene».
Nelle ultime settimane invece, i bianco-rossi sarà l'arbitro del torneo, la mina vagante sul cammino di Orrolese, Bosa, Carbonia e Monteponi. «Non mi piace parlare delle altre, sono comunque tutte squadre costruite per vincere, sarà una lotta entusiasmante; la capolista può gestire un vantaggio di cinque punti, non è poco; il Bosa vanta giocatori di primo livello, Salvatore Carboni ha giocato nei professionisti per quindici anni, Roberto Carboni è fortissimo; il Carbonia si è rinforzato molto bene, la Monteponi invece tenta il salto ormai da due anni. Non dimenticherei la Frassinetti, allenata da un grande tecnico. Noi ce la giocheremo a viso aperto con chiunque, cercando di valorizzare qualche talento interessante.
Probabilmente – conclude - è stata una follia da parte della Federazione cancellare i play-off, una decisione che non sta ne in cielo e ne in terra, così si diminuisce l'interesse per il campionato, oltre a togliere ai club una possibilità per racimolare qualche spicciolo in più con gli incassi. C'è il rischio di assistere ad un finale falsato, con molte partite senza alcun senso».

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2015/2016
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Sardegna
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