Il tecnico Loi: Zaccheddu scortese, Falco impunito
Il Cardedu accoglie così la capolista: «Pula forte ma favorito dall'arbitro»
Vincere ed entrare in tackle sulle giacchette nere: binomio inconsueto. Francesco Loi, tecnico del Cardedu, grazie alla vittoria ottenuta sul campo del Capoterra (costata la panchina al collega Roberto Masia), prosegue nella striscia di risultati positivi (ben otto), ma alla viglia della sfida con il Pula attacca la classe arbitrale, condizionata, a suo dire, da una mal celata sudditanza psicologica proprio verso la capolista di Giampaolo Zaccheddu. Sfrontato e sincero come sempre, l’allenatore di Loceri non usa mezzi termini per denunciare un’evidentissima disparità di trattamento tra il Pula e le altre 15 squadre del girone A di Promozione. E domenica sarà costretto a seguire la gara dalla tribuna, vista la squalifica inflittagli dal Giudice Sportivo dopo l’espulsione subita a Capoterra.
Mister, domenica a Cardedu arriva la capolista Pula. Suonerete la nona?
«Non siamo alla loro altezza, ma non regaleremo nulla comunque. Loro partono indubbiamente da favoriti per tanti fattori, primo su tutti perché sono in testa alla classifica e poi perché possono contare su un organico da serie D. Stando ai numeri e ai nomi, dovremmo prendere almeno tre o quattro gol»
Sentendo queste parole, vedremo un Cardedu sulla difensiva?
«Per niente, ho solo detto che loro scenderanno in campo da favoriti, non che tireremo i remi in barca. Non abbiamo aspettative particolari, i ragazzi sono piuttosto rilassati dopo aver vinto una partita fondamentale a Capoterra e ora l’obiettivo è raggiungere quota 40 punti (ne mancano appena 2, ndr). Siamo consci di essere inferiori, siamo una squadra da Seconda Categoria, come ci ha giudicato il loro tecnico al termine della partita d’andata. Se meritiamo due categorie in meno, cosa ci facciamo quinti in classifica al debutto in Promozione? Dico solo che domenica per la capolista non sarà una passeggiata»
Il Pula ha ripreso a marciare dopo tre pareggi consecutivi che ne avevano rallentato la corsa in vetta alla classifica. Arriveranno al “San Paolo” parecchio determinati e agguerriti, non crede?
«Sono agguerriti e carichi come è giusto che sia, visto che sono la capolista. E proprio per questo, saranno accompagnati da una bella dose di antipatia, caratteristica comune a tutte le squadre che occupano la prima posizione»
Come si ferma Nunzio Falco?
«Se gli concedi mezzo metro, ti fa immediatamente male. Non si può pensare di affrontarlo nell’uno contro uno perché si perde in partenza. Per limitargli i palloni, vanno fermati i vari Placentino, Pilleri, Dentoni, Concas. Falco è un grande giocatore, ma non è altro che il finalizzatore di un gioco corale»
Secondo lei, i biancorossi meritano la posizione che occupano?
«Con tutti i favori arbitrali che ricevono ogni domenica, stanno vincendo il campionato dell’antipatia. Vincere il campionato, non sarà nient’altro che il loro dovere, considerato che con una squadra così, con sei, sette elementi provenienti dalla serie D, il successo puoi solo buttarlo alle ortiche. Per loro, non vincere in questa stagione, sarebbe un autentico disastro»
Lei non ha mai nascosto di fare il tifo per il Porto Corallo nella corsa all’Eccellenza. È sempre convinto che sarà la squadra di Marco Cossu a vincere il campionato?
«Io tifo esclusivamente per il Cardedu. La mia simpatia verso il Porto Corallo, nasce da una mia personale considerazione tecnico-tattica. I gialloneri giocano un calcio veloce, con palla a terra e rapidissimi fraseggi e sono allenati da un ottimo tecnico come Marco Cossu, che oltretutto è una persona assai equilibrata. Il Pula, invece, è superiore al Porto Corallo solo dal punto di vista degli uomini; sì, avrà anche un gioco più fruttuoso, ma non certamente il più bello. Con i vari Falco, Placentino e Concas, giocano un calcio molto fisico e vista l’esperienza di tutti i componenti della rosa, si permettono parecchie furbate»
Per par condicio avrebbe dovuto citare anche Giampaolo Zaccheddu, come mai non l’ha fatto?
«È l’unico allenatore che non mi ha stretto la mano, quindi anche io mi sento dispensato dal farlo domenica. In qualità di allenatore ospitante, all’andata sarebbe dovuto venirmi incontro per porgermi la mano ed invece lo feci io. A fine gara, meno che mai. D’altronde, lui è un tecnico esperto e affermato, che nel corso della carriera ha vinto tanto, mentre io sono molto più giovane. Certo, da lui mi sarei aspettato di più. L’unica persona corretta fu il direttore sportivo Angelo Farci, un vero signore»
Si è mai dato una spiegazione sull’atteggiamento di Zaccheddu nei suoi confronti?
«Probabilmente si è risentito per le mie proteste nel corso di quella gara, ma dopo un rigore netto non concesso e l’espulsione ingiusta di Pechia, alzare la voce mi sembrava il minimo. A proposito dell’episodio che vide protagonisti Pechia e Falco, il mio difensore subì una gomitata e fu pure ammonito per proteste, dopo pochi minuti l’arbitrò lo cacciò per doppia cartellino giallo. Un caso simile è accaduto anche domenica scorsa contro il Lanusei, quando lo stesso Falco ha allargato troppo i gomiti mettendo k.o. il suo marcatore Mario Marongiu. Com’è andata a finire? Marongiu sostituito e con tre punti sul labbro, Falco l’ha fatta franca ed era diffidato. Qualcosa non quadra»
Vista la sua elevata caratura, pensa possa esserci una sudditanza verso il bomber sardo-emiliano?
«La sua grossa personalità incute timore agli arbitri. Quest’anno Falco si è reso protagonista di episodi molto antipatici: oltre a quelli già citati, a San Gavino ha segnato il gol decisivo con il portiere a terra, non proprio un gesto da fair-play. Gli arbitri devono stare attenti e devono soprattutto avere la giusta personalità per sventolargli sotto il naso il cartellino rosso, quando necessario ovviamente. Sinceramente lo ritengo un finto sportivo»
Esiste solo la sudditanza nei confronti dell’attaccante o più in generale sul Pula?
«Quest’anno il Pula è sotto protezione della classe arbitrale in modo esageratamente spudorato. Esiste una disparità di trattamento troppo evidente e questo non fa bene al calcio. Oltre dieci i rigori a favore, concessi tutti in un periodo di partite tiratissime e in alcuni casi per frenare il ritorno degli avversari che venivano puntualmente colpiti da una mazzata incredibile. Decisioni talvolta vergognose. E poi, è possibile che non abbiano mai subito un torto arbitrale? Strano, di solito nel corso di una stagione tutto viene bene o male bilanciato. Ad un certo punto hanno chiesto rispetto dopo la valanga di polemiche e accuse arrivate in seguito a questi gravi episodi, ma le altre 15 squadre chi le rispetta? Perché Cristian Lai dice mezza parola all’arbitro e viene squalificato per due giornate, mentre Falco spacca la faccia a tutti e resta sempre in campo? Tutto ciò dispiace, perché il Pula è una squadra fortissima e non dovrebbe aver bisogno di aiuti esterni per vincere le partite»
C’è chi sostiene che il Pula guadagna tanti rigori perché gioca per tre quarti di gara all’interno dell’area avversaria. È d’accordo?
«È vero che il Pula gioca parecchio in zona offensiva, però c’è una considerazione da fare: il Cardedu gioca con quattro punte e ha realizzato 41 gol (terzo attacco dopo Pula e Porto Corallo, ndr) in 22 partite, di cui 40 su azione e 1 di rigore (realizzato da Maurizio Patteri alla 13ª giornata contro l’Asseminese, ndr); significa che pratica il catenaccio? E quanti punti valgono quella decina di rigori concessi al Pula?»
Chiudiamo con un giochino. Domenica al 90’ state vincendo 1-0 e l’arbitro concede un rigore "dubbio" al Pula. Come reagisce?
«Non sarebbe una novità. Non mi posso neanche far espellere perché sono già squalificato (ride, ndr)»
Roberto Secci