Il tecnico: «Lauras dominato, gara quasi perfetta»
Il Porto Torres riparte di slancio, Batteta è sereno: «Sapevo che i punti sarebbero arrivati, la società ha saputo aspettare»
Se le prime della classe rallentano, il merito è anche delle compagini che occupano la parte centrale della classifica, tutte in grado di riscattarsi dopo una prima parte di stagione problematica per poi mettere finalmente in mostra qualità notevoli, sia sul piano del gioco che su quello della grinta e della personalità.
Assieme a Dorgalese, che nell'ultima uscita ha stoppato il Sorso, e Stintino, il pari esterno contro la corazzata Ilva sa di impresa, brilla senza dubbio il Porto Torres, reduce dal colpo grosso casalingo inflitto al Lauras, un successo di tutto rispetto che proietta i rosso blu a quota 25 punti, a +3 dalla zona calda della classifica.
Mister Gabriele Batteta ha saputo, con la sua grande esperienza e il carisma da leader, tenere al riparo il gruppo dallo sconforto nel momento più delicato della stagione; due mesi, quelli di novembre e dicembre, caratterizzati dal digiuno forzato di punti, appena quattro su trentadue a disposizione, e da una serie incredibile di coincidenze negative, che rischiavano seriamente di compromettere l'intera annata.
Una crisi svanita come neve al sole nel nuovo anno, grazie anche ad un mercato di riparazione condotto in maniera attenta e oculata; i torresini domenica hanno piazzato il settimo risultato utile, che permette di lavorare con maggiore serenità in vista del futuro prossimo: il calendario ora riserva lo scontro verità proprio con lo Stintino di Stefano Udassi, un confronto che si annuncia spettacolare.
«Sinceramente domenica ho visto un Lauras un po' arrendevole – esordisce il tecnico – probabilmente siamo stati bravi noi a chiuderli nella loro metà campo, rendendoli innocui. In particolare nella prima frazione potevamo tranquillamente realizzare altri due o tre gol, ma in realtà il punteggio non è mai stato seriamente in discussione».
Il Porto Torres nelle ultime uscite sta dimostrando comunque di non essere inferiore a nessuno. «In questo momento riusciamo a riproporre in maniera fluida tutti i movimenti che si provano in allenamento, c'è voluto del tempo ma ora il frutto del nostro grande lavoro è tangibile. I giocatori stanno prendendo confidenza con gli schemi, riuscendo ad esprimersi con il ritmo giusto: Pancrazio Lepori guida con sicurezza la linea difensiva, Paolo Congiu a centrocampo e Fabrizio Serra in attacco sono gli altri due perni; grazie anche ai fuori quota arrivati nella finestra di mercato di dicembre abbiamo finalmente completato la rosa, un cocktail diverso rispetto al passato, che ci permette di avere più soluzioni».
La serenità ritrovata è una componente fondamentale. «Siamo una famiglia, è questo il segreto, affrontiamo gioie e dolori con grande compattezza e affiatamento. Molte volte, quando le cose non vanno bene si cambia allenatore, in maniera forse troppo frettolosa; invece sarebbe il caso di risolvere i problemi tutti assieme».
I sette risultati utili premiano, per l'appunto, la pazienza della società. «Raccogliamo quanto piantato mesi fa: abbiamo un credito aperto con la fortuna, considerando che molte partite ci sono sfuggite di mano al 90'». Come ad Usini, ad esempio: «Vincevamo per 2 a 0 – ricorda Batteta -, ma nei minuti di recupero abbiamo incassato due gol, cose che succedono raramente, ma purtroppo capitano, anche tra i professionisti. L'esperienza ti aiuta a gestire le fasi calde del match, fortunatamente pian piano sta venendo a galla il potenziale di questo gruppo». Stesso discorso per la sfida, sfortunatissima, in casa contro il Fonni. «Ci hanno annullato 4 gol; la gara si è chiusa sul 2 a 2, nonostante le 20-25 occasioni nitide create. Non potevo rimproverare nulla ai miei giocatori, anche se sono piuttosto critico, soprattutto quando si vince senza giocare bene. Purtroppo si tende troppo spesso a focalizzarsi sul punteggio finale, non è il modo corretto per analizzare una gara secondo me, considerando poi che gli episodi rivestono un ruolo fondamentale».
Il primo di novembre è incominciato un ciclo negativo denso di difficoltà, soprattutto sul piano psicologico, risolto soltanto al ritorno dalle feste natalizie, con la vittoria di Macomer. «E' dura andare avanti quando i risultati non arrivano, soprattutto se alle spalle hai una società che ha fatto tanti sacrifici, una responsabilità notevole; eppure, i dirigenti non ci hanno mai fatto mancare il loro supporto, cercando di metterci al riparo dalle delusioni e dall'amarezza. Ero sicuro che i punti sarebbero arrivati presto, ma bisognava stare attenti a non cadere nello sconforto».
I rosso – blu stanno mettendo in mostra una caparbietà e una personalità di tutto rispetto. «Il carattere è la costante più positiva in questo periodo, ma anche nei mesi scorsi scendevamo in campo con la volontà di fare bene e vincere, su ogni campo». Le armi a disposizione dell'allenatore non mancano di certo. «Giocatori come Coghene e Serra possono fare male a qualsiasi avversario; come dico spesso ai ragazzi, il nostro problema più grande siamo noi stessi. Se affrontiamo l'impegno con la giusta mentalità, riusciamo a mettere i bastoni tra le ruote a chiunque, il tempo ci sta dando ragione, ma possiamo toglierci molte altre soddisfazioni».
La sensazione è che se il Porto Torres avesse trovato prima la quadratura del cerchio, avrebbe potuto correre per il salto di categoria. «La nostra realtà ad agosto era però un'altra: il club era ormai destinato a sparire nel nulla, ma grazie all'intervento di alcuni dirigenti che avevano a cuore la squadra si è riusciti a ripartire con questo nuovo progetto. Io stesso ho accettato l'incarico, assieme ad altri giocatori, come ad esempio il capitano Paolo Congiu, animato da intenzioni analoghe. Alle spalle, abbiamo un passato prestigioso, ma ora le possibilità economiche sono decisamente ridotte: c'era, per prima cosa, da ristrutturare l'ambiente, segnato da due retrocessioni consecutive».
Ecco perchè il primo obbiettivo non può che essere quello della salvezza: «Cerchiamo di raggiungerla il prima possibile, poi potremmo esprimerci con maggiore tranquillità, concentrandoci sul bel gioco e dando più spazio a quelli elementi, soprattutto i più giovani, che stanno trovando meno spazio. Dobbiamo comunque essere realisti: se il Porto Torres dovesse vincere tutte le gare da qui alla fine e centrare i play-off, come potrebbe affrontare un campionato di Eccellenza?».
Molto meglio dunque concentrarsi sul prossimo impegno contro lo Stintino: «Siamo consapevoli che affronteremo una delle squadre più in forma del campionato, che si è profondamente rinnovata nella sessione invernale di mercato, guidata da un allenatore che sa dare le motivazioni e l'aggressività giuste. Purtroppo ci arriviamo con qualche assenza, ma non staremo a guardare e ci giocheremo come sempre tutte le nostre carte; le due formazioni in pratica si equivalgono, sono convintissimo che sarà un bellissimo spettacolo per tutti coloro che verranno a vedere la partita».