Il Sant'Elia scopre il nuovo bomber, Pintus: «Io l'erede di Virdis? Magari»

Il campionato di Carlo Pintus è iniziato alla 15esima giornata. La doppietta sul campo del Civitavecchia ha regalato il primo successo fuori casa al Progetto Sant'Elia e ridato fiato alle speranze salvezza della truppa guidata da Gigi Piras. Il 19enne attaccante di Olmedo non vuole più fermarsi e punta il mirino al prossimo obiettivo: il Porto Torres. «Ho segnato due gol importanti e spero di non fermarmi ma, soprattutto, di aver conquistato la fiducia del mister». Perché Gigi Piras ha schierato Pintus per la prima volta dall'inizio dopo averlo utilizzato negli spezzoni finali delle gare contro la Turris e il San Basilio Palestrina e tenuto in panchina contro Isola Liri e Casertana. «Ho continuato ad allenarmi aspettando il mio turno - dice l'ex attaccante della Primavera del Brescia - quando è arrivato ho cercato di sfruttare al massimo l'occasione». E lo ha fatto benissimo segnando due gol a Civitavecchia, il secondo da incorniciare: «Avevo appena superato il centrocampo, lungo la linea del fallo laterale, ho visto il portiere fuori dai pali e ho calciato più forte che potevo, la palla è scesa bene e si insaccata nonostante il disperato tentativo del portiere di recuperare la posizione». E poi? «Una gioia immensa, sono stato sommerso dagli abbracci dei compagni, mancavano 6' al termine e abbiamo difeso con le unghie e con i denti la vittoria».

L'erede di Francesco Virdis - Carlo Pintus è al terzo gol stagionale, quando segna lui il Progetto Sant'Elia vince: «Feci gol in casa contro la Cynthia Genzano, era il 2-2, poi vincemmo 3-2». I cagliaritani cercavano un bomber, hanno appena acquistato Gabriele Concas dal Carbonia, ma forse non sapevano di avere in casa l'erede di Francesco Virdis. «Un giornalista di Civitavecchia mi ha chiesto se potrò  ripetere il campionato di Virdis. Ho risposto: "Magari!". Lui l'anno scorso ha fatto 20 gol in campionato più la doppietta nei playout ma aveva sulle spalle tanti anni di professionismo, io spero di strappare un contratto in Lega Pro». Per farlo al più presto bisogna segnare ma per segnare bisogna giocare quanti più minuti possibili. «L'ultima gara da titolare che ho fatto è stata a Budoni - ricorda Pintus - in panchina c'era Mario Orrù». E Gigi Piras era in tribuna, prese la squadra dopo il pareggio contro la Torres della settimana successiva. Forse lo colpì il mancato gol di Pintus al primo tempo contro i galluresu. «Se ci penso mi fa ancora rabbia - continua il baby-bomber - ero a un metro dalla porta ma è stato bravo Scugugia che mi ha strattonato nel momento in cui impattavo la palla».

Scuola Mercede Alghero - I punti di contatti con Virdis sono relativi al fatto che, come il 27enne bomber di Bono, è rientrato in Sardegna per tentare di prendere nuovamente il volo. Carlo Pintus è cresciuto nelle giovanili della Mercede Alghero: «Devo tutto al mio primo allenatore, Leonardo Tilloca». Che è uno degli osservatori ufficiali del Brescia Calcio in Sardegna. Quattro anni fa, nel club di Corioni, furono mandati infatti Gabriele Pinna (1992), Andrea Congiu (1993) e, appunto, Carlo Pintus (1993). «Ho fatto gli Allievi e poi due anni di Primavera, l'anno scorso vedevo che tutti i miei compagni venivano mandati in prestito in squadre di Lega Pro mentre io venivo lasciato ancora in Primavera, così chiesi a gennaio di andare a giocare anche in serie D e fui accontentato». Finì all'Astrea ma lasciò poche tracce. Ora è libero («Il cartellino è mio») e la seconda vita calcistica inizia col Progetto Sant'Elia e il filo col gol è stato riallacciato: «Spero di sfruttare tutte le occasioni che mi capiteranno a partire dalla gara col Porto Torres, le reti contro il Civitavecchia sono state già accantonate». La salvezza del Sant'Elia passa dai gol di Pintus. Che ricorda: «Ogni anno a Brescia superavo abbondantemente la doppia cifra».