Il fantasista: «Zani mi stima, stupiremo ancora»
Il Taloro riabbraccia il "mago" Cherchi: «A Gavoi sarò di nuovo felice di giocare, del Ploaghe salvo il gruppo e i mister Cirinà e Mossa»
Un anno al Ploaghe e ora di nuovo al Taloro. Il richiamo forte di Gavoi ha catturato Alessandro Cherchi, attaccante esterno che vestirà nuovamente la maglia rossoblù dopo una stagione trascorsa coi sassaresi guidati da Ivan Cirinà, il tecnico di Ossi che lasciò la panchina dei barbaricini dopo tre anni e lo storico traguardo dei playoff raggiunto. «Al Taloro sempre ci ho sempre pensato - rivela il 31enne sassarese pronto a far vedere le solite magie al Mariastiai - mi mancava qualcosa di Gavoi. Ritrovo dirigenti così seri che non ce ne sono tanti nel mondo del calcio, persone vere che fanno ciò che dicono. Alla gente di Gavoi sono rimasto legato e l'addio della scorsa estate era solo un arrivederci». Ma Cherchi resta molto legato anche al mister Cirinà e al professor Pietro Mossa: «Mi mancheranno, sono gli allenatori che desidero avere sempre, sarei stato ancora con loro se avessero trovato squadra».
Cosa ti ha spinto a scegliere di rientrare a Gavoi?
«Perché ci sono Zani e Cottu, che hanno continuato la programmazione di Cirinà e Mossa. Ci fosse stato un altro allenatore probabilmente non sarei andato. Con Pippo ho parlato sempre in quest'anno che ero al Ploaghe, mi voleva, stravede e crede in me. Mi ha chiesto di dargli una mano e gliela do volentieri. Non mi spavento del campo in terra battuta o dei chilometri da fare perché so che farò 200 chilometri per essere felice ed è meglio che farne magari 15 e non essere contento»
L'estate ha fatto emergere le difficoltà del Ploaghe che hanno segnato la vostra stagione
«Noi giocatori e lo staff tecnico siamo stati davvero bravi, la tentazione era quella di lasciar perdere tutto ma siamo stati uomini fino all'ultimo. C'è chi faceva troppe chiacchiere e niente fatti mentre sul campo noi non chiacchieravamo ma facevamo vedere i risultati. Non si possono fare i passi più lunghi della gamba, ci abbiamo solo perso ma è stata un'esperienza di vita che dimostra che nel calcio non ci sono solo le cose belle»
Il gruppo il lato positivo della stagione
«Come gruppo c'eravano eccome sennò non facevano questi risultati, se avessimo potuto avere la serenità economica vincevamo il campionato con 7 punti di vantaggio. Molti di noi lavoravamo dalle 5 del mattino e poi si andava al campo, a volte senza sapere dove allenarci. Ho conosciuto persone splendide, sono legato con alcuni in modo particolare come Garau e Piredda. Sul campo siamo stati bravi chi era fuori non altrettanto, a parte Omero Tuveri, un team manager tuttofare che si è occupato di noi cercando di non farci mancare nulla. È stato un anno così ma ora rimedio col bene e l'affetto del Taloro»
Come ti spieghi che un tecnico come Cirinà sia a spasso?
«Non capisco proprio perché Ivan e Pietro Mossa siano a spasso, sono persone vere e grandi allenatori che coi fatti hanno dimostrato quanto valgano. Ma c'è gente che rovina il mercato, c'è chi si abbassa le mutande per allenare, Cirinà non si propone, ha una dignità e viene chiamato perché merita e non perché porta o deve ricevere qualcosa. Ha competenza e passione ed è bravo anche Pietro, sono un'unica persona»
Il Taloro è sul mercato e senza squadra ci sono ancora Mattiello e Piredda
«Spero che Antonio trovi squadra, se lo merita, è una persona come si deve oltre che forte forte. Gianni ha 36 anni ma se la gioca ancora alla grande, mi dispiacerà non passare un'altra stagione insieme»
Cosa potrà nel prossimo campionato il Taloro che è stato la sorpresa nella stagione scorsa?
«Gavoi stupisce sempre e lo fa sempre in positivo. Sto tornando per vincere tanto, salvarci subito e poi divertirci. Con uno come Roberto Mele, capitano e uomo squadra, con Marco Pinna e gli altri "grandi" rimasti, si può raggiungere il prima possibile la salvezza. L'ambiente è sano e sereno, i due allenatori Pippo Zani e Franco Cottu hanno dimostrato di saperci fare e avere una grande intesa»