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Ossese
«Sa Rodia non è campo neutro, meglio altre soluzioni»

L'Ossese si gioca tutto nella sfida al Bosa, Sechi: «Butteremo fuori le ultime energie che ci sono rimaste, servirà tanta attenzione»

Ancora un ultimissimo sforzo, e poi la stagione sarà ufficialmente conclusa: al campo spetterà, come sempre, il compito di esprimere il suo verdetto, l'ultimo e il più atteso, ovvero il nome della candidata al salto in Eccellenza, in attesa delle decisioni della Federazione in vista della prossima stagione. In lizza, Ossese e Bosa, rispettivamente seconda e terza del girone B di Promozione, che domenica si giocheranno il tutto per tutto in uno spareggio play-off che si annuncia già entusiasmante, vuoi per l'altissima posta in palio e vuoi per la voglia delle due compagini di coronare un sogno inseguito per nove mesi, senza soluzione di continuità. Mister Fabio Sechi ha dovuto lavorare tanto con la testa dei suoi ragazzi per smussare la delusione per un titolo che è sfumato, come in un bizzarro gioco di prestigio, proprio sul più bello, quando sembrava ormai fatta. Ed invece il calcio riserva puntualmente delle grosse sorprese. I bianco-neri ora hanno a disposizione un altra gara per chiudere in bellezza l'annata, ma l'impresa non sarà delle più facili.

«I play-off sono il risultato minimo, ma assolutamente meritato, dopo essere arrivati ad un soffio dalla promozione diretta — dichiara Sechi —. In un certo senso era doveroso passare il primo turno, considerando soprattutto che giocavamo in casa, con due risultati su tre a disposizione. La finale però sarà una partita a se: in una gara secca può sempre succedere di tutto».
L'Ossese probabilmente non ci arriva nelle condizioni migliori. «È la vecchia storia del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto (ride). Abbiamo avuto la bella notizia del recupero, seppur parziale, di Dettori, ma la settimana scorsa durante la rifinitura si è fermato Leoni, che si è aggiunto alle assenze di Sechi e Olmetto. Per fortuna lo spirito non ci è mai venuto a mancare, abbiamo sempre combattuto contro ogni imprevisto, compresi gli incidenti stradali. Non c'è più tempo però per i rimpianti: chi è disponibile deve cercare di dare il massimo, ci giochiamo tutto nei prossimi eventuali 120', con i rigori che sono una possibilità da non escludere».
Arriva il momento di stringere i denti. «Cercheremo di buttare fuori gli ultimi bricioli di forza che ci sono rimasti, è stata una stagione lunga, spossante, con ben 35 gare. Sono problemi comunque che riguardano anche gli altri. Per quanto ci riguarda cercheremo di giocare con serenità».
Il tecnico ha dovuto lavorare in maniera particolare per tenere alto il morale della sua truppa.
«L'amarezza dopo il pari di Usini era tanta; noi eravamo certi di vincere tutte le nostre ultime gare, ma sapevamo che non sarebbe bastato. La certezza in questo senso è arrivata quando il Porto Rotondo ha superato lo scoglio Castelsardo: in quel momento ci è passata di fronte tutta la stagione, un campionato perso per un punto. E' stata una bella botta per tutto l'ambiente».
Il gruppo però ha saputo ricompattarsi nel momento, forse, di maggiore difficoltà. «In rosa ci sono persone con una discreta esperienza alle spalle: hanno aiutato i più giovani a reagire, sono stati fondamentali. La conferma definitiva è arrivata domenica: ho visto nei miei ragazzi la determinazione dei giorni migliori, la voglia di esserci, nonostante tutto. Ci siamo rialzati piuttosto velocemente, del resto la nostra stagione, a parte il finale un po' rocambolesco, è stata eccellente. Però in campo ci sono anche gli avversari, non si può vincere sempre, e lo sapevamo».

Il Bosa in questo senso è uno dei clienti peggiori. «Ho sempre avuto tanta stima nei loro confronti: all'andata, nonostante fossero un po' in ritardo rispetto alle prime della classe, mi avevano impressionato tantissimo, in tutti i sensi, sia per la qualità dell'organico, per la fisicità, per le individualità. Sono stati tra i protagonisti principali nel girone di ritorno, credo proprio che se fosse durato qualcosina in più avrebbero potuto anche aggiudicarsi il titolo».
Nell'ultima settimana però i rapporti tra i due club si sono un po' complicati: Sechi ne approfitta per togliersi un sassolino dalla scarpa.
«Pensavamo fossero una società amica ma nella gestione di questa finale si sono comportati in maniera poco carina. Parlo a nome mio, ci tengo a precisarlo subito, sto facendo una semplicissima constatazione, dopo 25-30 anni passati in questo mondo, da calciatore prima e poi da allenatore. Trovo poco sportivo il loro netto rifiuto di disputare la gara in un campo davvero neutro: Sa Rodia in questo senso non è una soluzione equa, perchè i nostri tifosi si troveranno a fare 70km in più, un fatto non da poco anche e soprattutto in termini economici. Avevamo indicato alcune piazze che per noi erano idonee, ma non si è arrivati ad un accordo».
L'amarezza è tanta. «Sarebbe potuta essere una festa per lo sport, tra due squadre che si incontrano serenamente a metà strada ed invece stiamo raccontando un'altra storia. Peccato, perché in questo modo si sarebbero stemperati i toni agonistici, che sono già abbondanti. Proprio per questo dico che il loro comportamento è stato incomprensibile, almeno per me».

L'allenatore chiude con un analisi tattica della sfida. «Dovremo fare tanta, tanta attenzione, in particolare in fase di marcatura: in campo ci sono giocatori che possono decidere la gara in qualsiasi momento, penso a Di Angelo o ai fratelli Carboni. Da parte nostra c'è molta voglia di fare bene, ma sappiamo che le finali sono incontri particolari. Conterà molto l'esperienza, ma più di tutto saranno decisivi gli episodi».

In questo articolo
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2017/2018
Tags:
Promozione
Play-off