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Nuorese, Mereu e la vittoria in Eccellenza: «Non eravamo i più forti ma lo siamo diventati col lavoro»
Sul futuro: Chiariti alcuni aspetti farò la scelta

Nuorese, Mereu e la vittoria in Eccellenza: «Non eravamo i più forti ma lo siamo diventati col lavoro»

Non c'è ancora nero su bianco ma il matrimonio tra Bernardo Mereu e la Nuorese non si interromperà. Il tecnico che ha riportato i verdazzurri in serie D e il presidente Michele Artedino hanno preso tempo perché continuare l'avventura in modo chiaro e leale dipende da alcune variabili: il girone in cui verranno inserite le squadre sarde, le avversarie dei barbaricini, quanti giovani si potranno mandare in campo e, in base a tutti questi aspetti e al budget che potrà essere messo a disposizione, capire quale sarà l'obiettivo reale che si porrà il presidente e che il tecnico potrà giudicare congruo. «Con il presidente Artedino c'è un rapporto di grande lealtà e stima - osserva il tecnico Mereu - in queste settimane ci siamo presi del tempo ma lui non è stato immobile perché ha confermato i giovani, la logistica dello scorso anno e lavorato per mantenere un'organizzazione all'altezza del nuovo campionato. È però importante il viaggio del presidente a Roma per conoscere il girone in cui verrà inserita la Nuorese, i fuoriquota richiesti nella nuova quarta serie e quali squadre sarde e continentali saranno le avversarie, poi verificherà il budget a disposizione e le esigenze della piazza per stabilire quale sarà il campionato che potrà fare la Nuorese, se di vertice, centroclassifica o puntare alla salvezza. Sulla base di tutto questo con lucidità e schiettezza si può fare una scelta in modo chiaro e netto».

 

Bernardo Mereu, classe 1960, allena da 33 anniCome si dovrebbe collocare la Nuorese nella nuova quarta serie?

«Dovrebbe innanzitutto giocare bene e stare tra le prime otto, se poi dovesse disputare i playoff sarebbe una stagione da incorniciare. In ogni caso la città dovrebbe stare vicino al presidente perché l'anno prossimo la quarta serie sarà una serie C2 a tutti gli effetti e per le matricole questo è un gap in più da colmare. Credo che d'ora in poi chi vincerà l'Eccellenza farà un vero e proprio doppio salto in avanti»

Torniamo indietro alla vittoria del campionato, per tutti è stata data per scontata ma non per Bernardo Mereu

«Non eravamo i più forti ai nastri di partenza ma lo siamo diventati col lavoro, quando poi si vuole screditare il lavoro degli altri, a volte si riesce a farlo anche dando etichette per creare delle difficoltà in più. Invece a me piace analizzare le cose con onestà e lealtà e faccio notare che la Nuorese era una matricola che ha tenuto 5 o 6 giocatori che avevano vinto in Promozione e fatto acquisti importanti come li hanno fatti tante altre squadre dell'Eccellenza. Deliperi e Sias, arrivato poi a dicembre, l'anno scorso giocavano col San Teodoro in Eccellenza, così come Nnamani che aveva iniziato la stagione al Porto Corallo prima di andare al Budoni, Alessandrì arrivava dal Gallipoli sempre in Eccellenza. I giovani Usai, Puddu e Bonu giocavano sì in serie D ma non erano titolari effettivi. La Nuorese ha vinto perché la società ha creato i presupposti per vincere, dandosi una organizzazione all'altezza e scegliendo ottimi giocatori per fare al meglio ma c'erano squadre più esperte, in alcuni casi già rodate mentre da noi il materiale era da ricostruire. Siamo partiti con i favori sulla carta e siamo stati bravi a non smentirli, il successo è merito di squadra, società e tifosi che hanno dato il massimo»

Dire sì un anno fa alla Nuorese è stato per il prestigio della piazza, per lasciare il segno che non era stato lasciato 23 anni prima o cos'altro?

«Semplicemente perché mi si dava la possibilità di costruire un gruppo dall'inizio dopo aver preso per due anni di fila squadre in corsa. A Nuoro città poi sono molto affezionato ed è stato importante aver trovato un presidente sempre presente e con un programma ben preciso»

Il momento più basso della stagione è stata la sconfitta nella finale di Coppa Italia e quella subito dopo in campionato a Valledoria?

«La finale di Coppa Italia contro il Porto Corallo l'abbiamo giocata senza 5/6 titolari e credo che abbiamo pure disputato una buona gara ma non averla conquistata non è stato un dramma perché se fossimo andati avanti nella fase nazionale sarebbe stato rischioso per il tipo di rosa che avevamo. Ciò non vuol dire che il cammino fatto nella fase regionale non sia stato piacevole»

Quando avete pensato che era fatta?

«Io mi sono accorto che eravamo sulla strada giusta quando abbiamo vinto 3-1 a Muravera (7ª giornata, ndr) con sofferenza e personalità, contro una squadra che poteva benissimo essere una pretendente alla vittoria finale, così come l'aver pareggiato 0-0 in casa del Porto Corallo (15ª giornata, ndr) con l'uomo in meno negli ultimi 30', giocando senza il nostro portiere titolare Deliperi sostituito da Passaseo che aveva fatto un solo allenamento. Poi la squadra è stata brava a non mollare di un centimetro il vantaggio che si è costruito in classifica»

E siete stati bravi a rendere innocuo il finale di campionato che prevedeva gli scontri diretti con Fertilia e Porto Corallo

«Una volta che avevamo la possibilità di vincere il campionato con due giornate d'anticipo abbiamo fatto di tutto per mantenere quel distacco proprio per giocare in scioltezza quelli che sarebbero potuti essere degli scontri diretti pericolosi»

L'attacco è stato un po' l'incognita per metà stagione con l'utilizzo di Balzano, Rodriguez, Wilson, poi l'arrivo di Sias ha stabilizzato il reparto

«Cristian ha tempi di gioco importanti e aveva una collocazione tattica giusta per farci esprimere bene dalla trequarti in su. Poi è cresciuto Emanuele Alessandrì che, seppur non sia un attaccante spettacolare da vedersi, è estremamente efficace»

Mattia Gallon giunto a gennaio, invece, ha faticato ad inserirsi, come mai?

«È un giocatore di grandi qualità, che però ha faticato perché ha avuto delle difficoltà sin dall'inizio della stagione con la chiusura del rapporto col Cagliari e coi problemi avuti a Olbia, però anche lui ha dato il suo contributo per la vittoria del campionato»

Tutti i giocatori alla Nuorese si sono sentiti partecipi della vittoria, lo si vede anche da quanti sono andati a segno

«Verissimo, infatti un dato che in pochi hanno fatto emergere è che della nostra rosa tutti sono andati a segno eccezion fatta per i portieri. Questo dato fa capire che c'è stato un grande lavoro dietro»

La vittoria del campionato l'ha emozionata quanto la salvezza in serie D con il Sant'Elia?

«Sono state due soddisfazioni bellissime ma diverse. Col Sant'Elia arrivai che la squadra veniva data ormai per retrocessa, facemmo un grande girone di ritorno che ci diede fiducia e coraggio, guadagnammo i playout e ci salvammo in modo incredibile. Lì la retrocessione era nella logica delle cose, qui se non si vinceva veniva considerato un fallimento, la vittoria del campionato è stata perciò vissuta come una sorta di liberazione perché darci per superfavoriti, quando nella realtà era più corretto dire che potevamo arrivare tra le prime cinque, ha creato una difficoltà in più da superare»

Questa vittoria, invece, cancella la seconda esperienza al Sant'Elia dello scorso anno?

«Questa seconda esperienza nella realtà delle cose non c'è mai stata. Io sono tornato a dare un piccolo contributo a dei ragazzi cui ero affezionato e che erano in difficoltà. Al presidente Cardia dissi subito: "Lei per primo deve dare entusiasmo ai ragazzi pagando i rimborsi". Siccome questo impegno poi non si è concretizzato ho preferito andar via qualche partita dopo ma non avevo neanche firmato il contratto. In più ho avuto un lutto importante in famiglia e non avevo più possibilità di proseguire»

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2013/2014