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Porto Torres, il tecnico Frau lascia: «Siamo alla sbaraglio e non si può giocare sulla salute dei ragazzi»
«Io e gli atleti presi in giro qui non c'è futuro»

Porto Torres, il tecnico Frau lascia: «Siamo alla sbaraglio e non si può giocare sulla salute dei ragazzi»

Alla fine ha detto basta, ha rassegnato le dimissioni e chiuso con tre giornate d'anticipo l'avventura al Porto Torres. Francesco Frau ha guidato nella trasferta di Gavoi contro il Taloro i resti di una squadra che, da dicembre in poi, si era via via smantellata e ora ha dato l'addio. Avrebbe potuto stringere i denti per un altro mesetto ma il fattore scatenante va al di là dell'ormai nota crisi economica che ha colpito il club turritano. «Non si può giocare sulla salute dei ragazzi – spiega il 40enne tecnico, che da calciatore ha una dozzina di campionati alle spalle in C2 tra Tempio e Sud Tirol – ci sono giocatori che stanno facendo attività agonistica senza aver fatto le visite mediche. La società rischia, i ragazzi pure e io non voglio minimamente allenare chi non ha un'idoneità certificata»

 

Francesco Frau si è dimesso a tre giornate dal terminePerché non andar via prima?

«All'inizio ero molto fiducioso, nonostante la sconfitta all'esordio la possibilità di salvarsi c'era. A Mauro Cualbu avevo detto a novembre che se avesse smantellato la squadra sarei andato via anche io. I senatori sono stati poi liberati, qualcuno è arrivato ma è stato pure criticato perché non all'altezza. Avevo deciso di rimanere fino alla fine per puntiglio perché c'erano dei ragazzi interessanti e seri che hanno dimostrato di essere attaccati al gioco del calcio, spero che loro riescano a fare carriera e li ringrazio per la disponibilità data in questo periodo. Ma quando ho saputo delle visite mediche non fatte ho detto stop»

Sbagliato aver accettato di allenare il Porto Torres?

«Sono arrivato con molto entusiasmo, allenare la squadra della propria città ha un sapore particolare. Io, come molti ragazzi di Porto Torres, abbiamo creduto in un progetto che invece non aveva futuro. Siamo stati presi in giro, alcuni giocatori per fortuna sono andati via a dicembre potendo fare calcio altrove, mi dispiace per chi non l'ha fatto credendo alle solite promesse e ha buttato via mezza stagione»

Di chi è la colpa?

«Di chi ha gestito la società dando le colpe alla precedente gestione che aveva contratto i debiti. Ma siccome ci sono dirigenti che al Porto Torres stanno da 15 anni sapevano benissimo a cosa andavano incontro, conoscevano bene i debiti che si portava appresso il club ma hanno preso in giro me e i giocatori»

Che futuro ha il Porto Torres?

«Non ne vedo futuro purtroppo. A Porto Torres ci sono persone che hanno soldi, che sono serie e competenti ma gestire una società di calcio non è una cosa che ti inventi dall'oggi al domani specie se partecipi ad un campionato importante come l'Eccellenza. Prima di parlare di attaccamento alla maglia bisognerebbe essere attaccati a quello che si fa e, soprattutto, essere sinceri. Adesso si promette sapendo di non poter mantenere la parola, prima valeva la stretta di mano. Ovunque sono andato, da giocatore prima e poi da allenatore, ho dato sempre il massimo, chi ha guidato il club non ha fatto il massimo e ha rotto un giocattolo»

Quando si è cominciato a rompere questo giocattolo?

«Sono stato contattato a ottobre da Mauro Cualbu, che ritenevo una persona seria, ho trovato l'accordo economico e preso la squadra con l'intesa di vedere cosa poteva mancare per raggiungere la salvezza. Già si sapeva che la squadra aveva bisogno di un attaccante di ruolo, più un difensore. A dicembre se smantelli la squadra anziché rinforzarla qualcosa puzza, a gennaio poi perdi altri due giocatori e se comunichi che non ci sono soldi e che nessuno potrà essere pagato è chiaro che non hai più speranze»

In queste condizioni era difficile accettare qualsiasi soluzione

«Io avrei potuto anche accettare di guidare una squadra giovane ma non possono essere i dirigenti a decidere il futuro dei giocatori o pensare che uno alleni gratis solo perché dici che non ci sono più soldi. Tu società chiedi ai giocatori e all'allenatore se sono disposti a dare una mano ma quando prometti un qualcosa, anche se è minima, devi mantenere la parola e non puoi dare la colpa a dirigenti che non ci sono più, facendo pure finta di non essere a conoscenza di debiti pregressi. Sono tutte balle. Ripeto, a dicembre alcuni ragazzi sono rimasti credendo alle promesse e alle persone, a loro è stata tolta la possibilità di andare a divertirsi in altre squadre»

Nelle ultime settimane la situazione è crollata

«Eravamo allo sbaraglio, domenica il portiere Mazzette ha giocato in attacco ma ciò che mi ha dato più rabbia e che ci fossero ragazzi che scendevano in campo senza visita medica. Mi si diceva: “Tanto la responsabilità è del presidente”. Ma che vuol dire? Così stai buttando solo i ragazzi in campo, non c'è futuro»

Il Porto Torres sta scendendo ancora in campo per salvare il titolo?

«Sì, per salvare la faccia ai dirigenti, ma così non salvi nulla e non onori manco il campionato perché metti in difficoltà chi gioca contro, se subisci 10 gol gli avversari non ti rispettano, se fanno girare solo la palla è la stessa cosa. C'era un progetto volto a riavvicinare la gente e i giocatori a Porto Torres, così hanno creato una voragine, con promesse non mantenute e ora ritrovare la credibilità sarà durissima»

Come si concluderà la lotta salvezza e chi vincerà il campionato?

«Spero si salvi il Fertilia, perché è una squadra di giovani che si sono dimostrati validi per la categoria e per dare il giusto valore al lavoro fatto da Gigi Lavecchia. Per la vittoria del campionato faccio il tifo per il Muravera che mi ha impressionato maggiormente senza nulla togliere al Castiadas, che è forte ma mi ha convinto meno sul piano del gioco. Poi spero nel ripescaggio in serie D del Lanusei, vedere un'altra squadra sarda in quarta serie mi fa piacere, più ce ne sono e meglio è per il movimento. Infine mi auguro che Ploaghe o Latte Dolce possano salire anche loro coi playoff»

In questo articolo
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2014/2015
Tags:
Sardegna
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