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il punto sulla Liga

Real opaco ma vincente, continua la samba azulgrana di Pedro e company

Continua la malattia del Real Madrid, ma ancora non staccano la spina i merengues, racimolando tre punti sul non facile campo dell’Almería che consentono di sperare ancora in un rientro nella lotta col Barça. Tre punti di distanza che è come se fossero quattro, perché a parità di punti il Barça ha acquisito il vantaggio nella differenza reti, in attesa della prossima giornata che potrebbe decidere tantissime cose, col derby di Barcellona e un Real Madrid-Valencia che si preannuncia equilibrato, visto il Valencia saldissimo al terzo posto dopo la convincente vittoria casalinga con l’Athletic Bilbao (doppietta del magico Silva e l’enorme piacere di rivedere su alti livelli il più fragile talento dell’ultimo decennio di calcio spagnolo, ovvero Vicente).

È un Real Madrid malato dicevamo: l’ennesima tragica eliminazione dalla Champions League ha azzerato tutto, anche la voglia di migliorare che aveva permesso visibili progressi sul piano del gioco prima del fatidico incrocio col Lione. Sparito l’obiettivo massimo che la tracotante campagna acquisti estivi aveva inevitabilmente posto, è tornato un Madrid slegato, disordinato, anche stasera legato più alle individualità (vedi la zingarata di Cristiano Ronaldo per l’1-1) che a un gioco corale.

L’esatto opposto del Barça, che ha una fiducia tale nel proprio modello di gioco da poterlo occultare, giochicchiare e vincere al risparmio sapendo comunque di poter recuperare la propria migliore versione quando necessario. Il 3-0 al Deportivo non trova interpretazioni che vadano al di là dell’allenamento puro e semplice: i galiziani dall’infortunio di Filipe in poi non sono niente (anche se l’assenza del terzino brasiliano suona ormai come un alibi troppo scontato per una squadra che semplicemente è sicura della salvezza da tempo ma non ha la qualità sufficiente per lottare per l’Europa, un po’ come il nostro Cagliari). Troppo facile per il Barça mettere in mostra la sua manovra, dare un’altra iniezione di fiducia a Bojan (che cresce come alternativa per l’attacco, vede la porta, ma ancora non mostra lo spessore sufficiente per le gare di altissimo livello) e fare alzare ancora di più la cresta a Pedrito, autore di un golazo da metacampo a porta vuota. Gira il suo nome per la nazionale, ma consideriamo il canario tendenzialmente inferiore ai potenziali concorrenti nel ruolo di esterno-ala (Navas, Pedro, Pablo Hernández), senza nulla togliere ai meriti di un giocatore rivelatosi importantissimo per Guardiola.

Molto interessante il movimento in fondo alla classifica, con la resurrezione forse tardiva forse no del Xerez sotto la guida di Gorosito (vittoria 2-1 sul campo dell’Atlético Madrid… che dite, spariamo un po’ sulla Croce Rossa?) la prima vittoria fuori casa (alla buon’ora) del grazioso ma inconsistente Tenerife, e anche la prima vittoria di Javier Clemente (figura super-controversa del calcio spagnolo: catenacciaro in un paese in cui la retorica va da tutt’altra parte, un Trapattoni incarognito e antipatico alla stragrande maggioranza dei giornalisti iberici, di certo uno con carisma, piaccia o no la sua concezione del gioco) sulla panchina del Valladolid, che contribuiscono tutte e tre ad accorciare la classifica. Il Málaga è solo a 3 punti dal Tenerife terzultimo, il Zaragoza avrebe la rosa per staccarsi ma non decolla (+4) e il Racing nonostante la preziosissima vittoria casalinga sull’Espanyol che lo porta a +6 ha tutto il (mediocre) potenziale per ripiombare nel tunnel da qui alla fine.

ITALIANI NELLA LIGA: Rossi prende un palo nella sfortunata trasferta del Villarreal a Getafe (3-0), Contini sempre inamovibile nel Zaragoza, Osvaldo invece assente stavolta. L’italo-argentino però resta al centro di tutte le cronache riguardanti l’Espanyol, che lo reclama per l’anno prossimo, assecondato dal giocatore che dichiara di non avere nessuna intenzione di tornare in Italia, al Bologna che ancora ne detiene il cartellino.

In questo articolo
Stagione:
2009/2010