Il nodo resta se isolare tutti con un positivo, il caso Germania
Ripartenza calcio, il Cts ancora non si esprime sui protocolli e per il campionato deciderà Conte
Il parere del Comitato tecnico scientifico slitta, e il calcio resta ancora nel limbo. Doveva essere la giornata decisiva almeno sul fronte degli allenamenti di squadra, però il Cts si è preso altro tempo prima di sdoganare il documento con cui i club di Serie A sperano di poter ripartire dal 18 maggio con un'attività di gruppo. Un passaggio fondamentale per poter guardare con un po' più di realismo alla ripartenza del campionato. Insomma la fase 3, quella del calcio dei tre punti. Al momento però mancano ancora le coordinate per la fase 2, nonostante gli allenamenti individuali delle squadre abbiano comunque riannodato il filo interrotto da due mesi.
Quando il Comitato tecnico scientifico darà il via libera per il 18 maggio agli allenamenti di squadra, si passerà alle sedute di gruppo, ma il possibile via alla Serie A (124 partite da disputare) tra 7 e il 14 giugno resta ancora in sospeso: il Governo, ascoltando i pareri del Cts e dei ministeri competenti (Sport e Salute), darà il suo verdetto valutando anche l'andamento della curva dei contagi. E lo farà non prima della seconda metà della settimana o dell'inizio della prossima. A frenare la ripresa del campionato è il nodo relativo ai nuovi positivi.
Guardando alla Germania, che si sta preparando a ripartire con il massimo campionato nel prossimo week end, ha visto che i due positivi alla Dinamo Dresda (serie B tedesca) rimette in discussione il riavvio: giocatori e staff messi in quarantena per decisione delle autorità sanitarie locali e la gara ad Hannover del 17 maggio è stata rinviata. La Lega di calcio tedesca (DFL) mantiene il progetto di riavvio della 1ª e 2ª Bundesliga. Christian Seifert, amministratore delegato della DFL, è stato chiaro: «Se la Dinamo è in quarantena per 14 giorni, questo non è un motivo, per il momento, per mettere in discussione la continuazione della Seconda Divisione. Perché solo 2 delle 81 partite sono interessate». Ma ammette anche: «È chiaro che esiste sicuramente una dimensione, quindi ad un certo punto vedremo quando non sarà più possibile continuare e non posso dire ora quando lo è. Dipende dal numero di squadre interessate e dal tempo teoricamente necessario per continuare la stagione».
Il punto di svolta è sempre lo stesso: come ci si deve regolare a fronte di un contagio. Gli scienziati italiani sono sempre stati per una linea dura, con isolamento per tutti in caso di un positivo. E il fronte tedesco evidentemente ha indotto a prendere altro tempo.