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San Teodoro a due passi dalla serie D, il portiere Corsi: «Il Vigasio vale ma se giochiamo come sappiamo non ce n'è per nessuno, a quasi 40 anni una finale è sempre emozionante»
«Un paese intero ci sostiene, si vince in trenta»

San Teodoro a due passi dalla serie D, il portiere Corsi: «Il Vigasio vale ma se giochiamo come sappiamo non ce n'è per nessuno, a quasi 40 anni una finale è sempre emozionante»

Il countdown è iniziato. Il San Teodoro è al suo ultimo giro per arrivare in serie D, i viola domenica pomeriggio (ore 16) ospiteranno il Vigasio nella finale d'andata dei playoff nazionali di Eccellenza. Un appuntamento che elettrizza il paese gallurese che si stringerà numerosi attorno a Daniele Corsi e compagni per fare la storia del club che dopo un decennio nel massimo campionato regionale potrebbe fare il grande salto. Proprio il portiere teodorino, classe 1978 e il più anziano del gruppo, non nasconde i propri sentimenti: «Siamo l'unica squadra sarda rimasta a giocare una gara ufficiale - dice Corsi - e ci sarà una grande affluenza al campo, sarà un bell'effetto vedere tanta gente che ci sostiene. Potrei dire che per me è una gara come le altre e, se a quasi 40 anni mi emoziono ancora, posso immaginare i giovani del gruppo. Ci siamo presi un qualcosa di bello e ci sarà tutto il paese per starci vicino, tanti tifosistanno organizzando quella che sarà una giornata di festa, perciò siamo già in debito con loro e cercheremo di ripagarli».

 

Daniele Corsi, portiere del San Teodoro in finale playoffCosa sapete del vostro avversario?

«Abbiamo visto delle immagini del Vigasio e letto un po' di cose, è senz'altro una buona squadra che qualcosa vale perché come noi è giunta in finale. Ma io ho paura più dei miei compagni che degli avversari perché se giochiamo come sappiamo non ce n'è per nessuno. Ripetere la gara fatta col Camaiore non è facile, giochiamo in casa e non dobbiamo prendere gol ma solo al 90' si saprà il risultato»

Come state arrivando all'appuntamento finale?

«La squadra sta bene e ci stiamo allenando con profitto, siamo consapevoli di quello che stiamo facendo, è un appuntamento importante che non possiamo sbagliare anche se nel calcio ci può stare che tutto non vada per il meglio. Ad oggi abbiamo fatto già una grandissima cosa per come siamo partiti e, anche se ad inizio stagione ci davano per favoriti, noi eravamo consapevoli che non sarebbe stato facile. Ora siamo in finale e ci proviamo, la partita col Camaiore ci ha dato la consapevolezza della nostra forza»

Proprio due settimane fa si è visto un San Teodoro in grande spolvero

«Sono quelle partite che ti aiutano a capire tante cose. Durante la stagione, ad esempio, venivamo da due sconfitte contro La Palma e Valledoria, siamo andati a Ghilarza e perdevamo 3-0, poi in 20' abbiamo segnato 4 gol e vinto 4-3, gare così ti aiutano ad andare avanti e ti lasciano il segno. Se giochiamo siamo un'ottima squadra, mi dispiace solo che negli articoli sul Camaiore, invece di darci i giusti meriti per una grande gara fatta, abbia letto che noi abbiamo rubato quando nel primo tempo abbiamo avuto tre grosse occasioni da gol, ho pure letto che il rigore dell'1-0 a nostro favore non c'era, così come la punizione del 4-0. Per fortuna al campo c'era parecchia gente ed è buona testimone della nostra prova. Se è per quello noi potevamo recriminare a Camaiore, loro hanno vinto segnando un gol di mano, meritavamo di più ma abbiamo incassato la sconfitta senza piangerci addosso. Anzi quella gara ci ha dato stimoli in più per il ritorno e aiutato a capire che c'era stato tolto qualcosa, dopo 5' infatti doveva essere espulso il loro portiere e avere un rigore a nostro favore»

Chi sarà determinante? La difesa che annulla il loro attacco o le vostre punte per segnare il gol vincenti?

«Sarà determinante il San Teodoro, mettendoci dentro i 25-30 che lo compongono tra giocatori, staff tecnico e la stessa società che ci sta lasciando tranquilli ed è impegnata ad organizzare una trasferta in pochi giorni. Per fare una vittoria ci vogliono tutti, noi non abbiamo Messi per risolvere la gara e, sebbene in squadra ci siano giocatori come Sias, Del Soldato, Ibba, anche loro hanno bisogno di tutti per essere determinanti. Sarebbe diminutivo dare un nome, il calcio è un gioco di squadra, altrimenti staremmo parlando di tennis o nuoto. In queste gare servono i 18 giocatori in elenco, quelli in panchina devono essere pronti per entrare in qualsiasi momento, contro il Camaiore abbiamo avuto dei problemi fisici e tre "grandi" sono stati sostituiti da tre giovani per i quali il tecnico Tatti ha dato fiducia sia in campionato che nei playoff e loro si sono fatti trovare sempre pronti»

Corsi classe 1978, come Buffon, che ha appena rinnovato il contratto e giocherà fino a 40 anni, perciò gli ultimi due anni li farai in serie D?

«Abbiamo un mese di differenza perché io sono di gennaio e lui di febbraio, ma stiamo parlando del top dei top, Buffon è sempre stato il mio punto di riferimento, uno dei migliori interpreti del ruolo non solo in Italia da decenni. Quando a casa, scherzando, dico che sto smettendo mi si risponde sempre: "Ma guarda Buffon allora". Per giocare altri due campionati in serie D bisogna prima vincere la finale playoff e poi vedere se la società mi confermerà e allora valuteremo il tutto. C'è da dire che ogni volta che ho vinto un campionato, come Budoni e Nuoro, poi non sono mai rimasto e non so perché, ad ogni salto di categoria sono andato sempre via, perciò non so se devo sperare di perdere o vincere... Ma mi auguro invece di festeggiare, sarebbe la ciliegina sulla torta verso la fine carriera e il giusto riconoscimento ad una società rimasta sana nel tempo, che in 10 anni di Eccellenza non avrà mai puntato direttamente al salto di categoria ma ha sempre costruito ottime squadre, con giocatori tra i migliori in Sardegna e per 4-5 anni di fila ha disputato i playoff»

La Gallura potrebbe recuperare un posto in serie D dopo la retrocessione del Budoni

«Ho fatto parte del Budoni che ha conquistato la serie D e mi dispiace che ora abbiano perso la categoria dopo 8 campionati perché è una squadra sarda e perché ci sarebbe stato un derby acceso. Io vivo a San Teodoro e sarebbe particolare andare in serie D nella stagione in cui è retrocessa la mia ex squadra. Mi farebbe piacere che, quando si parlerà di Budoni e San Teodoro, si potrà dire che sono andate per la prima volta in serie D quando in porta c'era Corsi»

In questo articolo
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2015/2016
Tags:
Sardegna