Il presidente: «Il 4° posto è stato un capolavoro»
Scanu prepara l'Olbia 1905: «Faremo un campionato di vertice per festeggiare i 110 anni di storia, Scotto è il tecnico giusto»
Per festeggiare i 110 anni di storia l'Olbia 1905 sta preparando una stagione importante. Il club del presidente Pino Scanu ha inserito il primo tassello in quello che sarà un bel mosaico da presentare al secondo anno di serie D dopo il fallimento del 2010. I galluresi, dopo aver dato l'addio a Oberdan Biagioni, hanno scelto in Pierluigi Scotto quell'allenatore che dovrà guidare i bianchi verso un campionato di vertice. L'ex tecnico del Latte Dolce, che si è imposto in serie D per organizzazione di gioco e capacità di giocarsela ad armi pari contro tutti, era da tempo nel mirino dell'Olbia. «Con Scotto abbiamo avuto diversi contatti in precedenza - afferma il presidente Scanu - L'anno scorso, se non avessimo confermato Mauro Giorico in panchina, sarebbe stato il primo nome della lista. Gli avevamo messo gli occhi da tempo perché ci piace il modo che ha di gestire la squadra e di rischiare coi giovani, crediamo possa far bene nell'ambiente Olbia per gli stimoli che sa impartire ai giocatori e alla stessa società».
Quali obiettivi avete fissato per la prossima stagione?
«Ricordando che festeggeremo i 110 anni dalla fondazione del club, cercheremo di allestire una squadra che punti più in alto possibile senza necessariamente andare alla ricerca del nome altisonante perché non sempre il giocatore dal grande passato poi dà sul campo quella risposta desiderata. Non sono mancati in questa stagione esempi di club che hanno preso giocatori di spessore per poi finire nei playout»
Qual è allora il profilo del giocatore che prenderete?
«Innanzitutto dipende da chi verrà riconfermato o meno, poi arriveranno giocatori che consentiranno all'Olbia di fare un campionato di vertice. Mister Scotto costruirà un gruppo capace di andarsela a giocare per vincere in tutti i campi, sperando di fare meglio dell'anno scorso e, siccome l'anno scorso abbiamo chiuso al quarto posto, due più due fa quattro...»
Appoggerete la richiesta del tecnico Scotto di ingaggiare giocatori prevalentemente sardi?
«Certo che sì e non solo per campanilismo ma per una questioni di costi, avere giocatori continentali presuppone una organizzazione che prevede una foresteria che ha i suoi costi. Poi i giocatori sardi vivono meglio la nostra realtà, fatta anche i derby accesi. Detto questo, non vuol dire che all'Olbia non rimangano o non vengano acquistati giocatori che non siano sardi né che in passato o in futuro non abbiano un rendimento uguale o superiore al calciatore isolano»
Facciamo un passo indietro, come definire la stagione conclusa un mese fa?
«Un capolavoro. Chiudere al quarto posto da matricola, disputare una semifinale playoff e ottenere il premio per i giovani impiegati, che ha una valenza ben diversa da chi lo ha avuto vincendo i playout, non può che definirsi un capolavoro, senza falsa modestia. Perché non si deve dimenticare che l'alluvione che ha colpito la Sardegna e Olbia in particolare ci ha causato danni materiali e psicologici enormi che la società, i tecnici e i giocatori hanno saputo affrontare e superare con grande forza. Sul campo ci siamo confrontati alla pari contro squadre attrezzate per ammazzare il torneo e siamo stati l'unica squadra sarda a lottare fino alla fine nei quartieri alti della classifica»
Un capolavoro da dividere tra Mauro Giorico e Oberdan Biagioni
«Direi proprio di sì. Infatti non ci si deve dimenticare l'ottimo inizio di stagione con Giorico alla guida e con l'Olbia al primo posto, poi un po' prima e soprattutto dopo l'alluvione c'è stata una serie di sconfitte che ha portato a separarci da Mauro. Dopo Natale è arrivato Biagioni ed è stato bravo a mettersi subito a disposizione del gruppo, risollevandolo nel morale e nei risultati fino a chiudere al quarto posto, con lui non è stato possibile continuare ma ci siamo lasciati modo sereno, non è un addio ma potrebbe essere anche un arrivederci, chissà che un domani non ci si possa rincontrare»
Nelle soddisfazioni per questa grande stagione vanno inquadrati anche i passaggi di Pozzebon all'Avellino e di Aloia al Pescara
«Esattamente. Demiro avrà una bella chance di giocare in serie B e credo che l'Olbia abbia avuto un enorme merito in questa sua scalata al professionismo perché è arrivato da noi in Eccellenza che non era conosciutissimo al grande calcio, ci ha dato una grande mano in termini di gol e prestazioni. Spero che confermi le sue qualità e la crescita e gli auguriamo di avere successo nel calcio. Per Alessandro è un discorso diverso, lui è un figlio dell'Olbia società e di Olbia città, quando vedi che un giovane che è cresciuto nel tuo club così tanto da meritarsi una chiamata da parte di una società di serie B non puoi che essere soddisfatto del lavoro fatto in questi anni. Spero che altri nostri giovani come Malesa, Capuano, Loddo, Taras, Columbano possano seguire il percorso di Aloia perché, quando io e gli altri amici abbiamo salvato l'Olbia, ci siamo posti proprio questo obiettivo, nel cercare di ripetere ciò che si faceva nelle precedenti gestioni con Putzu e Selleri»
Chiudiamo con una curiosità, cosa ha convinto Pino Scanu a desistere dall'intenzione di mollare la presidenza dell'Olbia?
«Il fatto di mollare era una decisione maturata considerando tanti fattori più o meno importanti, si partiva dalla stanchezza fisica e mentale nel ricoprire un ruolo impegnativo che ti coinvolge in modo netto fino al trascurare i familiari, gli affetti, le amicizie. Tutto questo si ripercuote anche nel lavoro, perciò avevo pensato di dare un taglio netto e mettermi da parti. Poi qualcuno a me vicino mi ha fatto riflettere sul fatto che non andavano comunque buttati anni di sacrifici e che non bisognava lasciar cadere il tutto nel vuoto anche perché, nel frattempo, non si è fatto avanti nessuno che voglia prendere il mio posto. Ho ricaricato in fretta le pile e ho deciso di andare avanti»
In questa scelta quanto è stato importante vedere riconfermato l'impegno finanziario del russo Roustam Tariko?
«Direi determinante, ma non solo per la prossima stagione ma in tutti questi anni perché altrimenti sarebbe impensabile che senza il suo aiuto noi potessimo fare ciò che abbiamo fatto in questi quattro anni»