Salta al contenuto principale
Scivola il Barça, il Real torna sotto
Il punto sulla Liga

Scivola il Barça, il Real torna sotto

Primo scivolone in campionato per il Barça, ora il Real Madrid è a –2. In casa dell’Atlético Madrid, i blaugrana lasciano un’impressione piuttosto brutta. Falliscono in quello che dovrebbe essere il loro pane, e cioè il controllo del centrocampo: Xavi sbaglia passaggi mai visti, troppe palle perse mentre la squadra sta salendo, e difesa quindi senza protezione sui ribaltamenti avversari. Forlán timbra il cartellino, Agüero non segna ma conferma di essere la bestia nera di Puyol (ha nell’uno contro uno il suo storico punto forte, ma con l’argentino si prende ogni volta delle ciucche memorabili), Reyes guida le transizioni offensive con ispirazione rinnovata. L’andaluso è l’eterno enigma del calcio spagnolo: talento fuori dall’ordinario, ma fuori dall’ordinario è anche la propensione a perdersi in un bicchiere d’acqua. Vive fra esaltazioni e depressioni, è sempre mancata la via di mezzo per avere la mentalità del grande giocatore.

Per il Barça un momento delicato, il gioco latita e la quantità di infortuni muscolari è allarmante: già con l’Atlético difesa improvvisata (con Jeffren, un’ala nel Barça B, impiegato terzino destro), e al conto che prevedeva già Abidal, Alves e Touré si sono aggiunti pure Keita (fuori le prossime quattro settimane) e Xavi (quindici giorni).

Scontata la vittoria del Real Madrid sul campo del Xerez ultimo in classifica. C’è poco da sottilizzare sui modi, avendo giocato su un campo di patate che ha quasi azzerato la differenza di valori tecnici. Cristiano Ronaldo resta un mostro anche nel fango, 17 gol in 17 partite stagionali.

Fra Osasuna e Sevilla gara equilibratissima e noiosa, ma Luis Fabiano gioca da una parte sola, ed è questo che permette agli andalusi di galleggiare al quarto posto, nonostante il gioco. Per le superiori individualità ma anche per la scarsa concorrenza: Mallorca e Deportivo non erano destinate a durare. La squadra delle Baleari, sconfitta a Tenerife (tre punti importantissimi per i canari, a –1 dalla salvezza dopo una striscia negativa molto preoccupante), ha già fatto un miracolo, e lo stesso si può dire del Deportivo dopo che l’infortunio a Filipe ha cancellato uno dei pochi e validi argomenti offensivi della squadra (ma il messicano Guardado è tornato disponibile, buona notizia).

Ora i galiziani si devono per forza limitare a partite difensive in attesa dell’episodio giusto, e con la palla al piede di un attacco spuntatissimo (il talento Adrián non esplode, Bodipo non centrerebbe la porta nemmeno se Blatter la allargasse fino alle bandierine del calcio d’angolo, Lassad che sarebbe il più dotato è sempre infortunato invece).

Il Sevilla può stare tranquillo perché anche Athletic Bilbao (troppo grezzo) e Getafe (troppo immaturo) non costituiscono una minaccia, mentre l’unica attrezzata, il Villarreal, deve prendere una rincorsa un po’ troppo lunga, da dieci punti di distacco.

In zona salvezza, si conferma arma proibita Humberto Suazo: Valladolid-Zaragoza è una partita inservibile, in attesa di farsi venire un’idea buona le due squadre tirano calci a casaccio (povero Ander Herrera! Talento zaragocista della razza dei Canales, Muniain & C., ma costretto in questo momento alla vita del medianaccio), ma se a un certo punto nelle fila degli ospiti un tizio sospettosamente inquartato prende palla, saluta tutti e dal limite dell’area si inventa un gol di punta capisci presto quale delle due squadre si salverà in questa Primera División 2009-2010.

ITALIANI NELLA LIGA: Osvaldo solo a partita in corso nell’Espanyol che già gestisce il comodo vantaggio col Deportivo, Contini contro uno dei clienti più difficili (Diego Costa), conferma il suo buon inserimento nel Zaragoza. Rossi indisponibile.

 

Valentino Tola

In questo articolo
Stagione:
2009/2010