«Dal ds Fercia un grande apporto, giocatori professionali»
Selargius, Giordano spiega l'addio: «Mancano certe condizioni e non per colpa dei dirigenti seri e onesti»
Dopo due stagioni e due salvezze si dividono le strade tra il tecnico Franco Giordano e il Selargius. Una decisione maturata dall'esperto allenatore cagliaritano dopo alcune settimane di pausa al termine di un'annata sofferta ma con l'obiettivo raggiunto benché solo all'ultima giornata del girone A di Promozione. Giunto ad ottobre 2020 in granata, appena prima che il Covid imponesse il secondo stop al calcio dilettantistico, l'avventura coi campidanesi parte, di fatto, nel campionato scorso con una squadra giovane e ricostruita dal diesse Fercia: 35 punti e quinto posto insieme con il Villamassargia e stagione chiusa con la grande soddisfazione del titolo regionale della Juniores, guidata da Fercia, con un gruppo di giocatori costantemente aggregato in prima squadra. Nel campionato appena concluso, la sofferenza è stata maggiore ma non poteva essere differente visto che le retrocessioni erano salite da tre a quattro e, la squadra, nonostante abbia ripetuto i 35 punti (col quinto posto lontano appena due lunghezze), ha potuto festeggiare la salvezza solo all'ultima uscita quando ha battuto e affondato l'Andromeda che tentava di tenere aperti i playout.
Ma, quando si pensava ci fossero tutti i presupposti per un Giordano-ter, ecco arrivare il divorzio. Che l'ormai ex tecnico granata, nonostante non ami particolarmente le interviste, motiva in modo trasparente: «Non ci sono i presupposti per poter continuare e non per colpa del Selargius. Io ho l'esigenza di avere determinate condizioni in base alle quali poter esprimere al meglio il mio modo di allenare, che si è affinato coi tanti anni di esperienza. E la mancanza di queste condizioni non sono attribuibili ad una volontà della società che, invece, ci tengo a sottolinerare essere composta da persone oneste, disponibili e rispettose dei ruoli. Tutti i dirigenti, capitanti dal presidente Giorgio Salis e dal direttore generale Roberto Fiori, hanno dato sempre una pacca sulle spalle ai giocatori, anche nei momenti più difficili, e sono stati altresì puntuali sugli impegni presi, facendo di tutto affinché allo staff tecnico e agli atleti non mancasse mai niente. In questo senso è stato rilevante anche l'apporto di Massimo Paderi, il magazziniere verso il quale nutro un affetto particolare».
I ringraziamenti si allargano agli attori sul campo: «Siamo in Promozione ma non per questo non va riconosciuta l'alta professionalità dei giocatori, data dalla presenza agli allenamenti, sempre massiccia, con rare assenze e solo dovute agli infortuni. Si sono presentati sempre al campo mostrando grande attaccamento verso la società e le proposte di attività da me fatte negli allenamenti. E non posso certo non citare il supporto straordinario che ho avuto in questi anni da Denis Fercia che, nonostante i suoi impegni di lavoro, si è calato nel nuovo ruolo di direttore sportivo con grande efficacia, prodigandosi in ogni modo per farmi avere ciò che mi serviva per gli allenamenti. Non mi è mai mancato niente per poter svolgere al meglio le mie proposte di esercitazioni settimanali».
Mister Giordano fa il punto del biennio al Selargius, stessi punti (35) ma due campionati sviluppatisi in modo diverso: «Due estati fa, la formazione dei tre gironi di Promozione nell'ottica della ripartenza dopo gli stop per il Covid, ha comportato una serie di ripescaggi di società probabilmente non ancora strutturate per il salto di categoria. Perciò, qualche società non si è trovata pronta dal punto di vista dirigenziale, era meno attrezzata dal punto di vista tecnico e ha pagato dazio. Tutte le squadre che si sono salvate, invece, si sono maggiormente strutturate, le nuove arrivate in Promozione lo hanno fatto vincendo il campionato o col ripescaggio dopo aver conteso la vittoria in Prima. E non è un caso che, nel girone A, le neopromosse Verde Isola e Cus Cagliari abbiano fatto molto bene al loro primo anno. Poi assestarsi nel tempo in una categoria è un'altra cosa ancora. Il campionato perciò era molto competitivo e, con 4 retrocessioni su 14 squadre, era chiaro che i dettagli in quest'annata contassero ancor di più. Fra quelli che hanno impedito al Selargius di soffrire meno ce n'è uno che si può spiegare con un dato: con 12 espulsioni su 24 gare abbiamo giocato il 50% delle partite con l'uomo in meno. Quindi qualche responsabilità sul nostro cammino ce l'abbiamo mentre l'anno prima avevamo vinto la Coppa Disciplina. Purtroppo ogni anno ci sono delle varianti che possono sfuggire alle ipotesi che tu fai ad inizio anno e, nel nostro girone, con due pareggi in più la classifica finale sarebbe cambiata arrivando al quinto posto. Anche se ciò poi non toglie che le analisi vadano fatte sull'andamento generale della stagione e non sulla posizione finale occupata in classifica».
Il futuro per Giordano, decano tra gli allenatori ancora in attività dall'alto dei 68 anni, non è ancora senza più fischietto e fogli in mano dentro un rettagolo verde: «Non ho avuto nessun contatto con nessun altro club. La mia vita sportiva, dopo aver concluso quella di insegnante in ambito lavorativo, spero duri ancora. Non sono come Spalletti che può prendersi un anno sabbatico dopo aver vinto uno scudetto. Trovo legittimo che ci siano le nuove leve che sgomitino ma non rinuncio a poter lavorare in altre piazze e sono aperto a qualsiasi esperienza. Con chiunque mi chiamerà farò volentieri una chiacchierata per valutare se ci sono quelle determinate condizioni per fare ciò che da una vita mi appassiona: calcio».