Niente ritiro e quarantena del gruppo in caso di positività
Serie A, Spadafora: «Il Cts ha approvato il protocollo, via agli allenamenti di squadra e il 28 maggio diremo quando il campionato ripartirà»
Le probabilità che la serie A possa partire (ma anche la serie B) si alzano notevolmente dopo che il Comitato tecnico scientifico ha approvato il protocollo della Figc riveduto in base alle richieste della Lega di Serie A, soprattutto evitando le due settimane di ritiro obbligatorio dentro il centro sportivo per tutta squadra che riprenderà gli allenamenti di gruppo e la quarantena di tutti nel caso di un positivo.
Dal Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora arriva la conferma dopo l'intervento ai microfoni di RaiSport: «L’ok al protocollo mi sembra un'ottima notizia: finalmente gli allenamenti potranno riprendere, sono state fatte valutazioni molto puntuali e la Figc si è mostrata disponibile a rivedere la prima proposta. L'Italia riparte, è giusto che riparta anche il calcio. Ho convocato una riunione il 28 maggio, con il presidente Figc Gravina, della Lega A Dal Pino e tutte le altre componenti perché giovedì prossimo saremo nelle condizioni per decidere una data se e quando far ripartire il campionato. Sarebbe stato più facile fare come la Francia, e dire che il campionato era finito. Sono stato dipinto come il nemico del calcio, all'inizio mi ha dato fastidio, ora mi fa sorridere».
Niente più ritiri per le squadre, tamponi tre giorni prima dell'inizio degli allenamenti collettivi, il giorno dell'avvio e una volta ogni quattro giorni mentre i test sierologici saranno fatti il giorno dell'avvio e dopo due settimane: «Dal Comitato tecnico scientifico sono arrivati dei chiarimenti per la Federcalcio. Si raccomanda che la necessità di intensificare il numero dei tamponi da effettuare non vada a incidere sulla disponibilità stessa dei test e soprattutto si evita l'isolamento completo della squadra, in modo da consentire davvero ai club di poter avviare gli allenamenti pur non avendo una struttura dove poter raccogliere i giocatori». Il nuovo protocollo esclude anche la quarantena obbligatoria per tutti coloro che vengano a contatto con un positivo: «Siamo potuti arrivare a questo punto perché la situazione ci consente di poter rivedere le regole in senso migliorativo, come per tutti gli italiani. È giusto che anche il mondo del calcio abbia la possibilità di riprendere in sicurezza, come tante altre attività».
In mattinata Spadafora, parlando all'agenzia Italpress, aveva aperto per la partenza della serie A il 13 giugno: «Speriamo tutti il prima possibile, ma al momento non abbiamo ancora certezze, come ha ben ricordato il presidente Conte. Se, come speriamo, le curve dei contagi continueranno a scendere allora sarà possibile confermare quella data per la ripresa della Serie A. Dobbiamo però arrivarci gradualmente, muovendoci con prudenza e responsabilità, come abbiamo fatto fino ad ora, con grande sacrificio di tutti gli italiani».
Il caso di una positività tra i giocatori. «In primis potrebbe compromettere la loro salute e quella delle persone vicine, compresa quella dei tanti lavoratori legati alla squadra. Non si tratta quindi solo di un tema squisitamente sportivo. Capisco che in caso di positività tra i giocatori un ulteriore stop potrebbe incidere in maniera determinante sul prosieguo delle partite, per questo stiamo prendendo in considerazione tutte le soluzioni possibili e validate dai medici. L'obiettivo che dobbiamo realizzare non è solo quello di far ripartire il campionato, bensì di riuscire a farlo terminare».
Per gli allenamenti sportivi di tipo agonistico un protocollo da rivedere. «Un passo alla volta speriamo tutti di riconquistare spazi di normalità. Ma ora non dobbiamo abbassare la guardia, dato che non abbiamo certezza dell'evoluzione del virus. Per questo abbiamo scelto di procedere gradualmente. Un'impostazione avuta fin dal primo momento e che stiamo continuando a tenere. Qualora i dati siano incoraggianti, possiamo pensare di adottare regole meno stringenti, viceversa dovremo necessariamente fare il contrario».
La scelta dei governatori di far ripartire gli allenamenti. «Gli allenamenti sono partiti in maniera puntuale in tutte le regioni nei giorni e nei modi indicati dal Governo. Alcuni governatori di regione hanno palesato la volontà di permettere ai club di Serie A di allenarsi - sempre in maniera individuale - nei loro centri sportivi. Una possibilità che avevamo ponderato, tanto da chiedere un parere al CTS che si è espresso positivamente prima che gli stessi centri fossero riaperti. In generale, penso che quando si affronta una lotta come quella contro il Coronavirus, bisogna procedere con unità di intenti e senza fughe in avanti, che rischiano solo di creare confusione ed essere controproducenti».
Nel decreto Rilancio diversi aiuti allo sport. «Il mondo dello Sport è stato gravemente danneggiato dall'emergenza sanitaria. Ne sono stati danneggiati i grandi campioni così come le squadre di periferia, i loro centri sportivi, i tanti impianti che sono rimasti chiusi e che adesso hanno necessariamente bisogno di una mano per ripartire. Consapevoli delle difficoltà abbiamo predisposto il più grande investimento che il mondo sportivo abbia mai visto: un miliardo di euro tra risorse ordinarie e straordinarie. Soldi che serviranno per sostenere i collaboratori ma anche le società e le associazioni sportive, per le quali abbiamo previsto anche la possibilità di accedere a finanziamenti a fondo perduto. Nel predisporre questo piano abbiamo tenuto conto dei consigli e delle segnalazioni che ci sono pervenute e non esiteremo ad intervenire nuovamente laddove sarà necessario».