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Serie C
Il portiere: «Penso al Savona e voglio i playoff»

Simone Aresti si gode l'impennata della carriera: «Quattro anni fa smisi di giocare e ora farò la serie A col Chievo»

Il Chievo Verona pesca dalla Sardegna uno dei portieri migliori dell’Isola: la scelta della società di Campedelli è ricaduta su Simone Aresti, classe 1986, seguito anche da altre società di A e B. L'estremo difensore del Savona (Prima Divisione) del nuorese Ninni Corda si è messo in mostra nell'ultimo triennio in Liguria confermandosi tra i più affidabili ed insuperabili della Lega Pro nonostante nella sua infanzia il 27enne di Narcao pensava di fare l'attaccante. Dopo aver passato il provino al Cagliari, Aresti ha fatto tutta la trafila del settore giovanile, sino ad arrivare nella stagione 2006-07, con Marco Giampaolo in panchina, all’esordio in serie A disputando con la maglia rossoblù tutto il secondo tempo nella gara del 27 maggio 2007 allo stadio “Cino e Lillo del Duca” contro l’Ascoli, conclusasi 2 a 1 per i bianconeri. La stagione successiva fu mandato in prestito in serie C1 per farsi le ossa a difendere la porta della Pistoiese (12 gare). Poi nel 2009/10 il Cagliari lo gira in C2 all’Alghero di Ninni Corda (sesto posto e 27 presenze), successivamente la società giallorossa verrà esclusa dal campionato a causa di problemi finanziari. L'anno dopo seguì mister Corda al Tavolara (serie D) ma, una volta che il tecnico si dimise, non riuscì a svincolarsi e rimase fermo tutta la stagione. Nell'estate del 2011 il tecnico nuorese lo portò con sé a Savona, primo anno una salvezza miracolosa e poi una promozione in Prima Divisione esaltante. Nella prima annata con i biancoblù mise a segno addirittura due reti: la prima contro la Giacomense con un rinvio dalla propria area di rigore; la seconda contro il Renate, in quel caso portandosi in attacco per un calcio piazzato, riuscendo ad anticipare tutti e a infilare la palla alle spalle del portiere, evitando così la sconfitta alla sua squadra.

 

Simone, partiamo subito col parlare dell’ottima stagione del tuo Savona, sesto posto con soli tre lunghezze di distacco dalla terza in classifica

«Siamo partiti un po’ in sordina con l’obiettivo di fare un campionato dignitoso, mai avremmo pensato di trovarci a soli tre punti dalla terza a sei giornate dalla fine. Ora che ci troviamo lì, vogliamo raggiungere a tutti i costi i playoff»

Anche personalmente è tutto sommato una buona annata

«Quella di quest’anno penso sia la mia miglior stagione in tre anni con la maglia biancoblù. Sto raggiungendo la forma migliore e voglio aiutare questo grande gruppo a raggiungere un risultato importante»

Da giugno sarai ufficialmente un portiere del Chievo Verona: ti aspettavi una chiamata da una squadra di Serie A?

«Sapevo che il Chievo mandava osservatori a seguirmi sin dall’inizio della stagione. A febbraio sono iniziate le trattative per il mio trasferimento, abbiamo chiuso definitivamente con la firma sul contratto martedì scorso»

Via dalla Sardegna da tre anni, per un sardo è sempre difficile lasciare la propria terra

«Soprattutto quando l’abbandoni da giovane. Alla mia prima esperienza fuori dalla Sardegna ogni settimana tornavo a casa, qua a Savona invece mi sono sentito a casa da subito. La Liguria è molto simile, c'è il mare e il clima è più o meno lo stesso, di conseguenza mi è stato tutto più facile abituarmi»

Magari tra qualche anno tornerai nell’Isola per indossare la maglia rossoblù del Cagliari

«Ora come ora, preferisco pensare al presente, l’unica cosa che ho in testa è quella di concludere nel migliore dei modi con il Savona»

Perché non è mai arrivata la telefonata del club rossoblù?

«Col Cagliari non c'è mai stato nessun contatto, loro hanno fatto altre scelte, le rispetto e vado avanti per la mia strada. Da tifoso seguirò con piacere le varie vicende rossoblù»

Come te, altri tuoi colleghi non sono mai stati presi in considerazione dal Cagliari, vedi Mancosu al Trapani o Concas, sempre in B al Carpi

«Credo che i giocatori sardi, rispetto a quelli delle altre regioni, abbiano un processo di maturazione più lento. Io a ventuno anni non ero assolutamente pronto e maturo per la serie A, ora che ne ho ventisette sono cresciuto e maturato, sono un portiere completamente diverso da quelli visto al Cagliari. Vivo solo per il calcio, mi alleno sette giorni su sette per altrettante ore. Ora mi è stata data questa opportunità, capirò se sono pronto a cimentarmi nella massima categoria ma, questo dipenderà solo da me»

Tanti calciatori sognano la Serie A, tu l’hai accarezzata qualche stagione fa, ma ora nella tua nuova esperienza non sarai certamente di passaggio: che consiglio dai ai giovani?

«Ai giovani posso solo dire di non mollare mai e di credere sempre nelle proprie potenzialità. Quattro anni fa smisi di giocare, e ora mi ritrovo con un contratto di tre anni con un club molto importante. Il calcio è anche questo, l’unica cosa da fare è dare sempre il massimo»

Pietro Piga

In questo articolo
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2013/2014
Tags:
Sardegna