«Entro il 25 maggio apriranno tutti i centri e impianti sportivi»
Spadafora al Senato: «Il campionato riprenderà dopo aver adempiuto ad azioni necessarie e preliminari. La Figc prenderà in esame le osservazioni sul protocollo»
Il ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili, Vincenzo Spadafora, è intervenuto stamattina con una informativa al Senato informando i parlamentari delle misure messe in campo sul settore del sport. Ovviamente il calcio resta al centro di molte attese e aspettative sulla sua ripresa.
Mesi di contatti con tutti i comitati e federazioni. «In questo periodo di lockdown, in Italia come nel resto del mondo, si sono fermate le competizioni e le attività sportive di ogni tipo e genere. Sin dall'inizio dell'emergenza sanitaria, ho mantenuto rapporti costanti con tutti gli organismi sportivi, a partire dal Coni, dal Cip, tutte le Federazioni, le discipline sportive associate, le società dilettantistiche, gli enti di promozione sportiva, tutte quelle realtà che potessero dare a noi come Governo una immediata percezione di quello che stava accadendo nel paese per consentirci di prendere i provvedimenti più adeguati. Ieri ho partecipato alla giunta straordinaria del Cip, domani parteciperò alla giunta straordinaria del Coni. Mi sono tenuto in collegamento con tutti gli altri ministri dello Sport degli altri paesi europei per cercare, nel limite del possibile, di condividere una linea comune. Del resto, che fosse necessario fermarsi l'abbiamo capito da alcuni rinvii dal valore altamente simbolico come le Olimpiadi e, per il nostro paese, il Giro d'Italia, gli Internazionali di Tennis, l'inaugurazione di Uefa 2020. La linea del governo è sempre stata di prudenza e di tutela innanzitutto della salute. Le immagini dei morti ritornano nella mente di tutti noi, ed è per questo abbiamo proceduto con prudenza alla riapertura di tutto il mondo sportivo.
La fase due nel calcio. «Nel Dpcm del 4 maggio, abbiamo iniziato con la ripresa dell'attività motoria sportiva per tutti gli italiani, con gli allenamenti degli sport individuali limitandolo agli atleti di interesse nazionale. Questo è stato necessario perché il richiamo che ci veniva della comunità scientifica di rimettere in circolazione il minor numero possibile di persone, per iniziare in modo graduale questa riapertura. Abbiamo lavorato senza sosta per dare risposta a tutto il mondo dello sport, anche se spesso l'attenzione si è concentrata prevalentemente sul tema del calcio. Io sono pienamente consapevole dell'importanza non solo sociale, della passione e del tifo intorno al tema del calcio, sarebbe paradossale che non riconoscessi l'importanza di questo mondo che rappresenta una industria importante di questo paese e ha un fatturato notevole e che dà al fisco 1 miliardo di euro l'anno. Ciò nonostante ho trovato eccessivo l'inasprimento del dibattito politico e mediatico incomprensibile all'opinione pubblica prioritariamente interessata alla loro salute e al loro lavoro».
Il protocollo per la serie A. «Sono arrivate le valutazioni del Comitato tecnico scientifico sul protocollo della Figc per la ripresa degli allenamenti, queste osservazioni sono numerose e ne cito tre: 1) se emerge un positivo all'interno del gruppo, tutta la squadra va messa in quarantena senza nessun contatto esterno; assumere la responsabilità notevole ai medici delle singole società nel rispetto dell'attuazione di quel protocollo; 3) richiede che sia fatta attenzione che l'enorme numero di tamponi e test richiesti per i calciatori non vadano ad impattare sulle esigenze generali dei cittadini».
La ripresa del campionato. «Credo che le osservazioni formulate dal Cts saranno prese in considerazione dalla Figc che riadatterà il proprio protocollo per consentire la ripresa degli allenamenti a partire dal 18 maggio. Resterà poi l'esigenza di definire nei prossimi giorni la riapertura del campionato. Vorrei essere chiaro, se riprenderà come tutti noi auspichiamo sarà perché saremo arrivati a questa decisione dopo una successione ordinata di azioni e di protocolli che avranno consentito di riprendere in sicurezza per tutto e tutti quanti coloro che sono coinvolti in questo mondo. Non si poteva decidere in nessun modo soltanto per una fretta irresponsabile o per spinte strumentali di chicchessia, il quadro generale non consentiva fughe in avanti ed era talmente evidente in contrapposizione con la tutela della salute. Gli unici paesi che hanno deciso subito una data sono quelli che hanno bloccato il campionato come la Francia e l'Olanda. Tutti gli altri come la Germania, che riprenderà presto, hanno comunque dovuto rinviare questa decisione di fronte alla necessità di analizzare la curva dei contagi e vedere cosa andava fatto per aprire in sicurezza il campionato. Il Governo ha tenuto una linea coerente, di prudenza e di attenzione al tema della salute. Abbiamo visto spesso cambiare opinione, anche legittimamente, da parte di presidenti di società, opinionisti e giornalisti, una evoluzione legittima del pensiero e delle posizioni determinata dal cambiamento continuo della situazione. Noi abbiamo agito senza farci condizionare dalle pressioni, se il campionato riprenderà è perché saranno adempiute una serie di situazioni necessarie e preliminari».
Il calcio è sport di contatto. «Qualcuno si è chiesto se in un supermercato una cassiera risultasse positiva non si dovesse chiudere il negozio mentre alla squadra di calcio si prescrive che vada in quarantena. La risposta è evidente quanto banale: nel supermercato è possibile mantenere i distanziamenti, utilizzare i dispositivi di protezione e guanti, mentre il calcio è, per sua natura, uno sport di contatto nel quale non è possibile mantenere le distanze e si creano assembramenti. Da qui nasce prevedere l'auto-isolamento confermato dal caso visto in Germania di tre giorni fa. Quello che vorremmo fare è evitare di ritrovarci in questa situazione per non dover danneggiare il calcio. Siamo tutti consapevoli che la necessità del calcio di terminare il campionato nasca da motivazioni sportive e economiche, legittime, essendo legate alla questione dei diritti televisivi dal cui introito dipende l'equilibrio di tutto il sistema e delle squadre fortemente indebitate».
Gli altri sport di squadra. «Tutti gli sport di squadra devono riprendere gli allenamenti il 18 maggio, ed è per questo che abbiamo proposto delle ulteriori linee guida al Cts per consentire a tutti gli altri sport e discipline di riprendere gli allenamenti il 18 maggio. Deve ripartire tutto lo sport di base, riaprire quei centri che sono una grande necessità e opportunità per i cittadini, penso alle palestre, i centri danza, i circoli sportivi, e proporrò nel prossimo Dpcm la riapertura di tutte queste attività al massimo entro il 25 maggio. Abbiamo inviato al Cts le linee guida per la riapertura di questi centri, se avremo una risposta positiva anche prima è possibile anticipare l'apertura. Questo protocollo al Cts è stato elaborato ancora una volta sentendo le tante realtà dei territori, chi gestisce i centri e ha il problema di adattare il protocollo alle necessità delle singole strutture, molto diverse tra loro per ampiezza, un protocollo rigido ma adattabile alle diverse fattispecie affinché tutti possano riaprire. È interesse degli stessi responsabili degli impianti poter garantire una sicurezza ai clienti, invogliandoli ad andare e superare la paura».
Gli aiuti economici. «Metteremo a disposizione delle risorse per tutte le realtà che dovessero avere problemi economici ad attuare il protocollo. Presso tutte le Federazioni, già nell'attribuzione dei fondi avvenuta nella fine dello scorso anno per il 2020 era stata congelata una cifra del 5% dell'ammontare totale, quella cifra di circa 17 milioni di euro era stata destinata ad un vincolo di individuare dei progetti per lo sport di base. Libereremo, attraverso la società Sport e Salute, quei fondi che sono presso le Federazioni ma daremo una indicazione precisa e stringente cioè di sostenere con quei 17 milioni tutte le associazioni sportive a livello locale affinché possano utilizzare una parte di quei fondi nell'attività di sanificazione o di adeguamento degli impianti rispetto alle esigenze che il protocollo chiederà».
I centri estivi per i bambini. «Ci siamo posti il tema dei centri estivi, del coinvolgimento delle famiglie e bambini che spesso in estate fanno attività per l'infanzia, ed è per questo che con la ministra per la famiglia Bonetti abbiamo firmato un protocollo e messo delle risorse per poterli aiutare a ripartire in sicurezza. Questo investimento sullo sport di base è importante perché sappiamo che in tutta Italia questi centri sono un punto di riferimento per migliaia di famiglie ed è un presidio di legalità. II paradosso che questa crisi sanitaria darà occasioni, strumenti e risorse che non avremmo avuto in tempi ordinari»