«Classifica buona? Non sarei tranquillo nemmeno se fossi allo Stintino»
Taloro, da una big all'altra, Marchi è pronto: «Il Sorso dopo Torres e Muravera, ci si allena per affrontare questi impegni»
Un pit-stop e il Taloro è pronto a ripartire. Dopo aver battuto la Torres i gavoesi hanno perso a Muravera e ora ricevono la visita della vice-capolista Sorso. «Avevamo un trittico di gare molto importante - dice il tecnico Romano Marchi - dopo aver affrontato Torres e Muravera ora c'è il Sorso, tre belle gare ma uno si allena per affrontare questi impegni, l'Eccellenza sta tornando ad essere di grossissimo livello».
L'allenatore dei rossoblù analizza la sconfitta di mercoledì: «Il primo tempo lo stavamo gestendo bene, loro hanno iniziato a mille, sapevamo che potevamo iniziare così e ci siamo abbassati, nei primi 20' li abbiamo sofferti ma senza rischiare niente; poi abbiamo tirato su il baricentro, senza essere pericolosi, ma facendo capire che c'eravamo anche noi in campo. Purtroppo l'1-0 è stato un errore grossolano, lì la partita è cambiata perché uscire dal campo per l'intervallo con lo 0-0 sarebbe stato completamente diverso. Purtroppo noi abbiamo pagato la gara con la Torres che ha portato delle scorie ma i ragazzi hanno comunque dato tutto, non ho nulla da rimproverare sul piano dell'impegno, abbiamo perso qualche scontro individuale di troppo mentre con la Torres li avevamo vinti». Un elogio al Muravera: «Sapevo che era una squadra fisica e conoscevo alcune individualità come Satta, il migliore in campo, andava su tutte le palle facendo bene entrambe le fasi». La rete che ha riparto i giochi è stato l'esempio di cosa può fare la squadra: «Sul gol di Falchi si vede il Taloro, abbiamo portato palla verso Manca che ha puntato l'uomo e ha messo in area una grandissima palla. Noi l'avevamo preparata così con cambi di fascia per l'uno contro uno, bisogna dare merito al Muravera che ha fatta un'ottima partita».
Dieci punti in otto partita e una buona posizione di centroclassifica che non accontenta Romano Marchi: «Non sarei tranquillo nemmeno se fossi al posto dello Stintino, perché bisogna avere i piedi per terra e capire che campionato deve fare il Taloro, cioè per salvarsi e senza prescindere dal lottare su ogni palla, dando sempre il massimo. Nelle altre squadre, d'altronde, ci sono elementi di grandissimo livello come li abbiamo noi». L'ex portiere racconta il cambio di ruolo all'interno del Taloro: «L'anno scorso mi sono rimesso in gioco dopo alcuni campionati giocati in Prima. Mi era stato chiesto di dare una mano come giocatore, l'abbiamo fatto abbastanza bene. In estate la società mi ha proposto questa nuova esperienza, mi sono preso qualche giorno di tempo perché ero consapevole che ciò avrebbe voluto dire finire di giocare e un calciatore non vorrebbe mai smettere. Mi sono tuffato col massimo impegno in questa nuova avventura cercando di portare la mia esperienza, allo stesso tempo ho subito dimenticato di essere un giocatore perché ora ho un altro ruolo perché sono loro i protagonisti in campo».