«Staff e Federazione perfetti, Un'esperienza indimenticabile»
Tdr, la Juniores fuori per una monetina, Antinori: «Ho visto i ragazzi in lacrime, che dispiacere. A loro dico mille volte grazie, mi hanno emozionato»
Fuori per un testa o croce. La Sardegna abbandona il Torneo delle Regioni al termine dei gironi eliminatori senza portare nessuna Rappresentativa ai quarti di finale, con l'atroce beffa della Juniores fatta fuori dal Piemonte per un sorteggio che doveva stabilire l'ottava e ultima qualificata tra le seconde accomunate dagli stessi punti, pari differenza reti e pari gol segnati. La squadra di Bebo Antinori è così passata dalla grande gioia di aver battuto 3-1 i campioni uscenti della Toscana alla profonda amarezza per una esclusione non intervenuta sul campo. Il tutto è stato determinato dalla vittoria per 2-0 dell'Emilia Romagna che ha chiuso in testa il girone C facendo scivolare il Piemonte in seconda posizione. «Noi avevamo visto sul sito della Lega Nazionale Dilettanti - racconta Antinori - che l'Emilia Romagna era seconda e noi saremmo stati in vantaggio su di loro come terza e ultima qualificata tra le seconde. Il giorno prima avevamo fatto i conti vedendo proprio che quattro squadre sarebbero potute arrivare al secondo posto a quota 6 punti, ai ragazzi comunque avevo detto: "Se vinciamo siamo dentro e faremo festa". Mentre stavamo rientrando in albergo ho ricevuto la telefonata del coordinatore Gigi Baranta che ci informava che, purtroppo, ci sarebbe stato il sorteggio col Piemonte perché l'Emilia aveva chiuso al primo posto. Mi è caduto il mondo addosso, mi dispiaceva soprattutto per i ragazzi che, in pullman, erano affranti per essere ancora in bilico. In albergo sono rimasto da solo in stanza, infuriato, e ho aspettato l'esito del sorteggio. È arrivata la chiamata: "Siamo fuori, dall'urna è uscito il nome del Piemonte". I ragazzi erano nella hall, speranzosi, prima di scendere e incontrarli ho scritto nella chat: "Ragazzi, avete regalato una emozione incredibile a me, allo staff e alla Sardegna che ci ha seguito. Purtroppo siamo fuori". Ho visto ragazzi in lacrime, un dispiacere enorme, ho cercato di tirar su il morale ma non era facile».
Poi, come se avesse ancora di fronte tutti e 20 i giocatori della spedizione in Abruzzo, mister Antinori esclama: «Mille volte grazie ai questi ragazzi, mi hanno regalato emozioni indescrivibili. E ringrazio il mio staff, Roberto e Giorgio Demuro, Paolo Mancini, Federico Porceddu, affiatatissimo e in perfetta sintonia. La Federazione ha fatto un lavoro incredibile. Il presidente Gianni Cadoni, persona seria e sincera, non è mai mancato ad una gara, con il consigliere Roberto Desini sono due super dirigenti pronti a risolvere ogni problema. Comeil coordinatore Gigi Baranta, che per 4 mesi e ogni giorno si è speso per l'organizzazione delle Rappresentative, così pure Mario Dessì». L'ex tecnico del La Palma poi ammette: «Da molti anni faccio l'allenatore, ho vissuto partite importanti anche da giocatore, ma non mi aspettavo che il Tdr ti portasse dietro una scarica di adrenalina così forte. C'era tanta aspettativa nei dirigenti e nei ragazzi, un gruppo incredibile con un senso d'appartenenza difficilmente riscontrabile nelle squadre di club; hanno recepito bene il mio messaggio e sposato appieno lo spirito col quale affrontavamo questa manifestazione in rappresentanza della Sardegna». Quello spirito e unione d'intenti che è emersa in maniera palese nella sfida contro la Toscana: «È stata la sintesi del mio calcio, il cuore prima delle qualità tecniche, il valore del gruppo che prevale sull'idea del singolo. La strategia per affrontare i campioni uscenti, che giocavamo a tre in difesa e con gli esterni in difficoltà in fase difensiva, era quella di attaccare le corsie laterale, il gol di Diouf nasce così e pure il rigore non dato. Sul 3-1 non ci siamo ovviamente buttati in avanti, anche loro dovevano vincere e spingevano. La mia squadra ha avuto un grande temperamento e, dopo la vittoria con la Toscana, ho pensato: "Abbiamo 4 infortunati e 1 squalificato ma un'autostima elevata, ora sarà difficile per tutti affrontarci. Ma non potevamo fare nulla nel sorteggio se non sperare nella buona sorte».
Antinori parla della formula del Torneo: «È da rivedere, giocare tre gare di fila, con una intensità fisica ed emotiva pazzesca, è difficilissimo. Devi avere 20 ragazzi di pari livello e nemmeno puoi averne due per ruolo. Ho cercato di gestire le energie ma Pireddu, Alessandro Pinna e Bratzu sono stati sempre presenti». Non è semplice il ruolo di selezionatore: «Ho avuto una volta solo tutti i ragazzi insieme, il mercoledì prima della partenza. È difficile dare una identità tattica in poco tempo anche se qualcosa di buono si è visto. Al di là di questo, tutto il contorno e l'entusiasmo dei ragazzi nel voler partire mi ha fatto sorpassare dubbi e difficoltà nel fare il selezionatore. Questa esperienza sarà indimenticabile, ho vissuto emozioni indescrivibili. Nei giorni delle gare e dopo l'eliminazione ho ricevuto tanti messaggi da parte dei colleghi che allenano in stagione i giocatori selezionati, hanno vissuto insieme con noi l'esperienza e questo segnale di collaborazione e sostegno, nel rispetto delle loro esigenze durante il campionato, è molto importante».
Mister Antinori parla del suo futuro come selezionatore e quello dei ragazzi: «Mi è piaciuta molta questa esperienza, non ho parlato coi vertici federali, vedremo. In squadra c'erano dei 2000 come Pireddu, Alessandro Pinna, Cissè e Uliana che sono ancora in quota per la prossima edizione; loro, come gli altri ragazzi del 1999, spero non siano in futuro solo comparse ma che possano diventare dei giocatori importanti sia in Eccellenza che in serie D». Ogni selezione regionale aveva una nota di "colore", nella Juniores c'erano Buba Diouf della Torres e Dramane Cissè del Taloro, oramai adottati dalla Sardegna. «Col fenomeno migratorio accentuato negli anni si vedono sempre più ragazzi di colore nelle squadre di club dilettantistici. Credo sia positivo, può migliorare la qualità del Torneo ma bisognerebbe essere più attenti alle date di nascita. Per quanto riguarda i nostri Diouf e Cissè devo dire che sono ragazzi eccezionali, ci hanno fatto piangere quando ci hanno ringraziato per aver dato loro la possibilità di partecipare al torneo. Sono stati accolti come fratelli, i compagni li adoravano per l'attaccamento alla maglia della Sardegna e si fanno voler bene».