Il posto dei galluresi verrà preso dal Gonnosfanadiga
Tempio triste epilogo, squadra non iscritta in Promozione dal presidente Pallotta e addio ad uno dei club tra i più gloriosi del calcio sardo
Marco Pallotta ha affondato il Tempio. Sarà ricordato come il presidente che ha fatto sparire nuovamente i "galletti" dal calcio, riportando indietro di dieci anni una società che, dopo il fallimento che decretò il Tribunale di Tempio Pausania nel settembre del 2008, fu costretta a ripartire con la Polisportiva Limbara poi ritrasformata con la denominazione S.E.F. Tempio Pausania. L'imprenditore romano - che a metà luglio aveva ritirato a sorpresa le dimissioni (datate 14 marzo e con decorrenza 31 maggio) - ha dapprima reso impossibile l'intervento della nuova cordata la cui portavoce era Monica Liguori, avvocato e consigliere comunale ma, soprattutto, non ha completato l'iscrizione non versando la quota prevista per il campionato di Promozione dopo aver avviato qualche settimana fa la procedura online.
E così finisce come non doveva il paventato rilancio del Tempo, dopo le difficoltà economiche attraversate dal club nella scorsa stagione, difficoltà rese ancor più evidenti dall'interdizione all'utilizzo dello stadio Nino Manconi da parte del sindaco Andrea Biancareddu verso Marco Pallotta e l’intera dirigenza che si erano resi protagonisti «di incapacità e inadeguatezza a svantaggio e pregiudizio di una regolare e sana gestione dell’attività calcistica nella nostra città» così come scrisse il primo cittadino insieme con l’assessore allo Sport Gianni Addis (ex allenatore dei galletti) nella lettera in cui si evidenziavano le gravi manchevolezze gestionali che avevano portato al fuggi fuggi generale di giocatori e mister Cassitta. La squadra poi chiuderà la stagione con Carlo Nativi in panchina e un manipolo di ragazzi della Juniores ottenendo all'ultima giornata la salvezza grazie al pareggio contro lo Stintino.
L'avventura di Marco Pallotta a Tempio è di un anno fa quando rilevò il club da Pietro Fara, presidente per un biennio, con la squadra che aveva sfiorato i playoff ed era ripartita dal tecnico Amedeo Cassitta e da un gruppo di giocatori importanti come Rusani, Soggia, Roselli, Piga, Kozeli, Milia, Murru, Brundu, Cugini ai quali erano stati aggiunti Nesta, Budroni, Fantasia, Columbano e Gori. Per un girone gli azzurri sono stati primi e poi secondi dietro lo Stintino, a dicembre il gruppo si è disgregato e poi parzialmente ricomposto in autogestione fino a fine febbraio ma comunque in grado di mettere in cascina il fieno sufficiente per arrivare alla salvezza con Nativi (capitano glorioso e pronto a sacrificarsi per non far retrocedere la squadra) in panchina. Negli ultimi giorni si era sparsa la voce che Pallotta avesse intenzione di affidare la squadra a Giovanni Muroni (decano dei tecnici sardi che di recente ha portato l'Atletico Uri dalla Prima all'Eccellenza) con Marino Onofrio vice-allenatore. Idea spazzata via dagli eventi e da un club glorioso (13 partecipazioni alla serie C2 e 23 in serie D con tre campionati vinti) che ora non c'è più, triste epilogo paventato dai tifosi in un duro comunicato affisso una settimana fa sulle mura della città, nei negozi e negli esercizi commerciali.
Con il Tempio fuori dai giochi sarà il Gonnosfanadiga a prenderne il suo posto in Promozione dopo aver sperato a lungo il salto seguendo passo passo il possibile ripescaggio del Muravera in serie D (con il Porto Rotondo tirato dentro in Eccellenza) poi non avvenuto per la decisione di fare un solo ripescaggio in Lega Pro con il format portato a 56 squadre escludendo Rende e Rieti dal passaggio in serie C.