Il tecnico Murgia conferma che allenerà all'estero
«Vinco la Coppa Italia, salvo il Tortolì e poi vado in Macedonia»
Tortolì e Skopje non erano mai state così vicine, tantomeno in passato le due città avevano avuto punti comuni. Ma dal prossimo anno, il calcio unirà il capoluogo dell’Ogliastra alla capitale della Macedonia. Infatti, dal prossimo marzo, o più tardi al termine del campionato di Eccellenza, l’attuale allenatore del Tortolì Pino Murgia, volerà nello stato della penisola Balcanica per guidare una squadra della Prva Liga, la corrispondente serie A italiana. Nella patria dei vari Pandev e Pancev, il tecnico ogliastrino, profeta di un calcio spumeggiante e offensivo, andrà alla caccia della qualificazione europea che gli garantirebbe una vetrina di altissimo livello. Appena rientrato dalla trasferta lampo che gli ha fatto saltare la gara di campionato contro il Taloro vinta 3-2 dai suoi ragazzi, ha raccontato i motivi che lo hanno spinto ad accettare la proposta di una società dell’est europeo.
Mister Murgia, conferma le indiscrezioni dei giorni scorsi che la vogliono in procinto di allenare in Macedonia?
«Confermo la trattativa con un club della massima serie macedone, di cui però, per correttezza, non cito ancora il nome. Nei giorni scorsi, come già sapete, sono stato in Macedonia per prendere contatto con la società»
C’è già una data di partenza?
«Potrei partire anche subito, ma non voglio lasciare il Tortolì in questo momento fondamentale della stagione. Tra l’altro, essendo articolato in tre sessioni (andata, ritorno e girone supplementare, ndr), il campionato macedone in questo momento è fermo e riprenderà il 5 marzo. Ma ripeto, la mia volontà è quella di concludere il campionato qui a Tortolì e poi certamente volerò in Macedonia»
Ha già assistito a qualche incontro della sua nuova squadra?
«Proprio sabato ho potuto assistere all’ultima partita prima della sosta e devo dire che il livello tecnico è molto buono. In squadra ci sono alcuni elementi che fanno parte dell’Under 21 e tanti altri giovani dalle prospettive interessanti»
Come ha trovato le strutture sportive?
«Lo stadio è spettacolare, mentre l’impianto d’allenamento necessita di interventi di ristrutturazione. Come da noi, il calcio è lo sport più popolare, seguito dalla pallamano e dal basket. Ho avuto modo di assistere anche ad un incontro di pallacanestro, vissuto dai tifosi locali con grande calore emotivo. C’è una bella cultura dello sport e questo non può che farmi piacere»
Com’è nata l’idea di fare un’esperienza in Macedonia?
«Lo scorso anno è venuto a Tortolì un ragazzo straniero che ha preso parte ad uno stage calcistico ed è rimasto parecchio impressionato dai nostri metodi di lavoro. Il ragazzo giocava proprio nel campionato macedone e una volta rientrato lì, ha parlato bene della nostra realtà ad un dirigente della società con cui in questi giorni ho chiuso la trattativa. Il dirigente è venuto a trovarci e, dopo aver seguito vari allenamenti e qualche gara, mi ha presentato un’offerta»
Cosa l’ha spinta a sposare questa nuova realtà?
«L’idea di poter allenare all’estero mi ha sempre affascinato; inoltre è un campionato che può regalare l’accesso alla Champions League o alla Europe League (i campioni di Macedonia guadagnano il diritto a disputare il primo turno di qualificazione della Champions League, mentre la seconda e la terza si qualificano rispettivamente al secondo e al primo turno di qualificazione della Europe League, ndr); parliamo dei massimi livelli del calcio, per cui sono veramente entusiasta dell’avventura che mi aspetta»
A quale categoria italiana paragonerebbe la Prva Liga?
«Credo sia l’equivalente della nostra Seconda Divisione»
C’è qualcosa che la spaventa della nuova avventura?
«A parte il freddo, niente (ride…). Ho qualche mese di tempo per imparare la lingua macedone, anche se sarò affiancato da traduttori che mi metteranno in condizione di non aver problemi di questo genere»
È già a conoscenza dei progetti futuri della sua nuova squadra?
«Mi sono stati illustrati progetti molto ambiziosi e spero vivamente di contribuire al raggiungimento degli obiettivi societari»
La realtà però adesso si chiama ancora Tortolì
«Assolutamente si. La squadra domenica ha raccolto un importantissimo successo contro una diretta concorrente per la salvezza, il Taloro Gavoi, che tra l’altro incontreremo nella finale di Coppa Italia. Quello sarà un momento storico per Tortolì e per il Tortolì, che non ha mai raggiunto un simile traguardo. Grande merito va ai fratelli Pierpaolo e Giovanni Cualbu (presidente e direttore sportivo, ndr), che da tre anni lavorano intensamente per ottenere importanti successi. E, nonostante se ne dicano tante, posso tranquillamente dire che l’U.S. Tortolì è in buone mani. Personalmente devo tantissimo a loro e, se ho avuto la possibilità di prendere contatti con una squadra della Serie A macedone, lo devo proprio a loro»
Domenica la squadra era guidata da Mariano Murino. Potrebbe avere un futuro da allenatore?
«Mariano oltre che essere un bravo centrocampista, è un uomo di grande personalità. Collabora con me dall’anno scorso e credo possa essere la persona più idonea per assumere la guida tecnica del Tortolì dopo la mia partenza. Colgo l’occasione per ringraziarlo pubblicamente dell’ottimo lavoro svolto in mia assenza. È stato veramente molto bravo e determinato»
Il presidente nei giorni scorsi ci ha assicurato che la squadra non verrà smantellata in questo mercato invernale. Conferma?
«Mancano due giorni alla chiusura del mercato e anch’io ribadisco che non andrà via nessuno, a parte Cocco che tornerà alla Nuorese»
Mister, un’ultima domanda. Ma se da qui a marzo dovesse arrivarle una proposta dalla Seconda Divisione italiana, rifiuta la Macedonia?
«L’estate scorsa ero vicino alla panchina dell’Olbia, poi sappiamo tutti com’è andata a finire. Detto questo, dopo il Tortolì andrò in Macedonia, non c’è alcun dubbio. Magari, se vincessi la Coppa Italia ed a fine febbraio il Tortolì si trova in una posizione di assoluta tranquillità in classifica, potrei anche anticipare la partenza»
Roberto Secci