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Nicola Agus, allenatore, Arbus
«C'è una base buona ma cambieranno diverse cose»

Al Sant'Elena arriva Agus: «Contento e orgoglioso, vogliamo ben figurare e avere un'identità forte»

Chiuso il bel capitolo Cristian Dessì, con il nono posto in classifica e 50 punti, il Sant'Elena ne apre immediatamente uno che vedrà protagonista Nicola Agus. Il tecnico guspinese è stato scelto dal club quartese per confermarsi nel prossimo massimo campionato regionale che si preannunica molto difficile, tanto competitivo e ricco di piazze blasonate con l'arrivo dalla Promozione di Monteponi Iglesias, Tharros e Calangianus, la discesa dalla serie D di Carbonia, Latte Dolce e Lanusei. E per i biancoverdi sarà una stagione molto importante, con la 20esima partecipazione al campionato di Eccellenza, secondo solo al Taloro che toccherà quota 23.

 

«Sono molto orgoglioso di poter allenare il Sant'Elena - dice Agus - una società gloriosa che, per tantissimi anni, ha partecipato all'Eccellenza. Con la dirigenza ci siamo ritrovati subito, colgo il fatto che mi apprezzino quando parlo, E sono molto contento di poter iniziare una nuova esperienza potendo programmare ogni cosa da giugno. È quello che cerco sempre e che non ho potuto fare l'anno scorso per impegni lavorativi. Ci vuole tempo per le operazioni di mercato e poi ci vuole tempo ad agosto quando si lavorerà sul campo per la formazione del gruppo, per trasferire le nozioni, le metodiche e la mentalità dell'allenatore ai giocatori. Una squadra deve avere l'identità del suo tecnico perché ognuno di noi ha linee guida e competenze diverse».

Ma Agus al Sant'Elena non dovrà partire da zero: «Avere un'ossatura e una base da cui partire è molto importante. Il Sant'Elena ha la fortuna di avere in casa di 6/7/8 giocatori da confermare, alcuni dei quali conosco bene per averli allenati in altre stagioni. Poi dovremo essere bravi a trovare quei 5/6 senior da integrare, più qualche fuoriquota valido oltre a quelli che già ci sono. In altre esperienze mi è capitato di ricostruire la squadra dal niente ma, come detto, non è il caso del Sant'Elena che ha buona base di partenza, giocatori che si conoscono bene fra di loro, una situazione da poter sfruttare». 

Come l'aver trovato una nuova casa: «Saremo a Serdiana, un impianto comunque vicino e senza dover fare grandi sfacchinate. Di questo ne giova l'allenatore, la squadra e il campionato. In Eccellenza non puoi fare il nomade e lo zingaro ed essere sballottato da un campo all'altro».

Gli obiettivi sono molto chiari: «Il prossimo sarà un campionato che non si vedeva da tanti anni, prendendo le società che sono salite, come Monteponi, Tharros e Calangianus, quelle scese dalla serie D, come Carbonia, Lanusei e Latte Dolce, per finire con quelle che sono rimaste e tutte ben strutturate. E, in questo tipo di campionato, il Sant'Elena vuole ben figurare e avere un'identità forte. Tra l'altro un format a 19 o 20 squadre non si era mai visto, perciò sarà dispendioso in tutti i sensi: economici, organizzativi e di competenze. Il successo sarà quello di dare un approccio serio e creare una filosofia diversa, un credo calcistico differente fatto di valori importanti, di rispetto del gruppo, di comunicazione controllata tra mister e giocatori e tra giocatori stessi. Cercherò di portare le mie esperienze e di essere una figura di riferimento e di esempio. Inoltre bisognerà ridare valore al logo del Sant'Elena, in modo da dare una crescente visibilità e credibilità della società, anche attraverso un approccio diverso alle trasferte e alle partite. Se riusciremo a fare tutte queste cose i risultati sul campo arriveranno di conseguenza».

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2021/2022