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Arbus, avanti con fiducia; Incani: «Bravi a metabolizzare le due sconfitte, con la Tharros a caccia di conferme»
«Dobbiamo crescere in personalità e aggressività»

Arbus, avanti con fiducia; Incani: «Bravi a metabolizzare le due sconfitte, con la Tharros a caccia di conferme»

C'era un unico imperativo categorico in casa Arbus: ripartire, alla svelta, dopo i due ko stagionali rimediati nelle sfide contro Orrolese e Carbonia. Se nel primo caso, la sconfitta è apparsa netta, nel secondo si sono intravisti i primi, incoraggianti, segnali di ripresa, sbocciati poi definitivamente nel match in casa del Siliqua, con i granata abili a superare un avversario ostico, seppur in difficoltà, al termine di una prova convincente.
Una bella dose di fiducia per Incani e soci, arrivata nel momento probabilmente più delicato del campionato, ma per decretare la completa guarigione occorrerà attendere il verdetto del capo al termine del confronto, in programma nel pomeriggio di sabato, con la Tharros di Contini, cliente tutt'altro che facile nonostante nelle ultime cinque uscite abbia rimediato ben quattro sconfitte ed una sola vittoria, che ieri pomeriggio ha tirato un bruttissimo scherzo all'Orrolese capolista, battuta per 3 a 1 nell'andata dei quarti di Coppa Italia.

 

«L'avversario è di quelli belli tosti, i miei colleghi mi hanno parlato di una squadra molto maschia e quadrata, con diverse individualità importanti davanti. Se affrontiamo la Tharros basandoci sul distacco che c'è attualmente in classifica – avvisa – partiamo già in svantaggio». Il tecnico è consapevole delle molteplici insidie che si nascondono dietro a questa sfida, ma i suoi si presentano all'incontro forti del successo strappato in casa con il Siliqua nell'ultimo turno, importante sia per la classifica ma soprattutto per il morale. «Siamo stati bravi a metabolizzare gli errori commessi in occasione delle due sconfitte, e ancora di più a non commetterli di nuovo. E' stata una lezione severa: dobbiamo ricordarci che il lavoro da fare è ancora tanto». Importanti segnali di ripresa erano arrivati già nella gara interna contro il Carbonia. «Il pareggio probabilmente sarebbe stato il risultato più giusto, peccato per quella disattenzione che di fatto ci è costata la gara. Vorrei comunque sottolineare la reazione dei ragazzi: quando hai a che fare con un gruppo così giovane, spesso capita esattamente il contrario, ovvero sprofondi in una depressione, una paralisi che rischia di compromettere seriamente il proseguo dell'intera stagione». Il 3 a 0 rimediato in casa dell'Orrolese in effetti, con l'Arbus costretta a dire addio alla prima posizione, pesa come una mazzata. «Una sconfitta meritatissima, inutile negarlo. La fortuna quel giorno però non è sicuramente girata dalla nostra parte: nei primi 10-15 minuti della ripresa sembrava che potessimo rientrare in partita, ma il calcio di rigore fallito da Martinez è stato il colpo di grazia in questo senso».
Incani è stato bravo a trasformare quella cocente batosta nell'ennesimo momento di crescita per i suoi ragazzi: «Abbiamo capito che se ci mettiamo a fantasticare sul futuro, perdiamo le partite. Invece dobbiamo vivere alla giornata, preparare ogni singola gara con concentrazione e attenzione. Forse ci siamo illusi di essere i più forti, ma non è così». Eppure, almeno per quanto riguarda le prime sei giornate, il verdetto del campo sembrava suggerire proprio questa conclusione. «Riuscivamo ad esprimere una manovra pulita, precisa e veloce, e i risultati si son visti. Man mano che arrivavano i punti, le attenzioni si concentravano su di noi, ma in una rosa con tanti '98, '99 e addirittura qualche 2000 è importantissimo non montarsi la testa». Per non soffrire più di vertigini servirà fare un altro passo in avanti, non solo sul piano del gioco. «Dobbiamo assolutamente migliorare per quanto riguarda la personalità e la mentalità, ed è abbastanza normale se consideriamo che l'età media della squadra è di 20,6 anni. Il torneo quest'anno è molto equilibrato, almeno rispetto agli ultimi anni in cui c'erano due o tre corazzate che spiccavano nettamente nei confronti delle rivali; capita che le compagini di bassa classifica mettano i bastoni tra le ruote alle prime della classe, una situazione inedita, per cui non puoi sottovalutare nessuno».

 

Dati alla mano, colpisce la piccola involuzione per quanto riguarda la fase avanzata: alla sesta giornata i granata vantavano il secondo miglior attacco con 13 reti, secondo soltanto a quello dell'Orrolese; nelle ultime tre uscite però qualcosa sembra esserci inceppato, considerato che l'unico gol all'attivo è quello siglato da Alessandro Congia domenica scorsa. «Io penso non sia un discorso relativo ad un solo reparto, ma estendibile al collettivo: contro il Senorbì, ad esempio, abbiamo creato tantissime occasioni grazie agli inserimenti dei centrocampisti e dei terzini; dopo lo schiaffo subito contro gli uomini di Carracoi siamo stati sicuramente meno propositivi, più abbottonati, ma domenica comunque si sono visti netti segnali di ripresa in questo senso. Con la serenità tornerà di nuovo anche la brillantezza». Uno degli aspetti che ha caratterizzato un avvio di stagione strepitoso, con 14 punti raccolti su 18 a disposizione. «Non ci aspettavamo di fare così bene, anche se le sensazioni erano ottime: vedevamo i giocatori concentrati sin dai primi allenamenti e dalle prime amichevoli, anche se le difficoltà non mancavano; la società ha deciso di puntare forte sui talenti che arrivano direttamente dagli Allievi, a me è toccato il compito di plasmarli e prepararli per un campionato difficile». Una vera e propria metamorfosi, in positivo, rispetto al recente passato, nonostante alcune partenze eccellenti. «Il valore di Mingoia non si discute, Tronu è un'attaccante da 22 gol, Pisano è un centrale affidabile, che giocava con noi da diverse stagioni. La nostra scommessa è stata, paradossalmente, quella di ringiovanire ulteriormente il gruppo: Congia è un '93, Di Laura un '92; abbiamo promosso in Prima Squadra Atzori, Aru, Manca. Una scelta inevitabile per un club economicamente non potentissimo come il nostro; l'unica strada percorribile è permettere ai giovani di calarsi in questa realtà il prima possibile». Un progetto orientato principalmente al futuro, ma le ambizioni per l'immediato presente non mancano: «Senza l'assillo di vincere per forza – precisa -. Per stare in alto, serve tanta aggressività e la capacità di crederci sino all'ultimo. Lavoriamo proprio affinché i nostri calciatori riescano ad esprimersi sempre ad alti livelli: le prestazioni importanti devono diventare la normalità, e non un'eccezione. Sicuramente servirà del tempo, ma per il momento posso ritenermi soddisfatto. Per fortuna, qui ad Arbus ci sono le condizioni ideali per portare avanti un discorso di questo tipo, devo fare i complimenti all'intero staff tecnico e alla dirigenza, perchè hanno costruito un bellissimo ambiente».

In questo articolo
Squadre:
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2015/2016
Tags:
Sardegna
9 Andata
10 Andata
Girone A