La punta del Budoni sul derby: «Ci servono punti»
Borrotzu, l'ex senza veleno: «Nessuna rivincita col Porto Torres ma se segno esulto»
Nessuna rivincita e nessuna rivalsa ma solo la voglia di fare punti per il suo Budoni e toccare al più presto quota 10 gol. Antonio Borrotzu ritorna per la prima volta da ex a Porto Torres ma senza proclami di guerra: «Anzi, mi farà piacere rivedere la dirigenza e qualche compagno di squadra col quale ho mantenuto buoni rapporti». L'anno scorso fece un grande girone d'andata toccando la doppia cifra poi nel ritorno qualcosa non andò per il verso giusto e segnò un solo gol, ora il bomber dei galluresi ha chiuso la prima parte del campionato quasi allo stesso livello di un anno fa (9 reti) e si avvicina al derby con molta serenità: «Per me è una partita come le altre, è importante perché ci sono in palio punti utili per allontanarci dalle zone basse della classifica».
All'andata il Porto Torres si impose per 4-0, vorrete cancellare anche quella sconfitta?
«Ci brucia ed è normale che sia così ma più che pensare a quella partita dobbiamo concentrarci su questa e provare a fare punti»
Che gara fece la tua ex squadra per imporsi con un risultato così?
«Ci avevano preso alti sin da subito, togliendo le giocate alla nostra fonte di gioco che è Gavioli, poi hanno sfruttato al massimo le occasioni che hanno creato. C'è da dire che mi fu annullato un gol sullo 0-0 e non so come sarebbe finita se l'arbitro l'avesse convalidato»
Hai chiuso l'anno facendo gol all'Isola Liri, quota 9 è un bottino soddisfacente?
«Sì sono contento anche se sono in credito con la sorte visto che ho colpito tanti legni e mi hanno annullato qualche gol ma è anche vero che ho fatto degli errori sottoporta e se la classifica del Budoni non è delle migliori magari è anche colpa mia. Spero nel girone di ritorno di essere più fortunato e, soprattutto, di fare meglio rispetto alla seconda parte dello scorso campionato»
Ma se dovessi fare gol al Porto Torres assicuri l'esultanza?
«Certo che sì, fare il gol ti dà una gioia immensa, è una pagliacciata vedere giocatori con le facce tristi dopo aver segnato»
Avete chiuso l'anno con un pareggio e una vittoria, cancellato il periodo nero con le quattro sconfitte di fila?
«Direi proprio di sì, quel momento di difficoltà è spiegabile col fatto che abbiamo affrontato tante gare in piena emergenza, giocando spesso con sei fuoriquota che, pur facendo il loro dovere, peccano dal punto di vista dell'esperienza e questo l'abbiamo pagato specie quando ci sono mancati tutti i difensori. Nel frattempo è rientrato Peter Nnamani e sono arrivati altri due giocatori, ora la rosa è al completo anche dal punto di vista numerico. In ogni caso, solo contro la Torres la sconfitta fu del tutto meritata, invece a Torre del Greco e in casa contro il Palestrina furono fatali gli ultimi minuti di gioco»
Ora che il mercato è chiuso puoi spiegare come è andata con la richiesta che hai ricevuto dalla Turris?
«Loro mi volevano a tutti i costi e io ha accennato la cosa alla società ma poi non ho spinto più di tanto per andar via perché sono un uomo di parola e non mi piace abbandonare a campionato in corso»
A 34 anni le richieste importanti non mancano mai
«Vuol dire che qualcosa di buono riesco ancora a farla seppure l'anno scorso qualcuno non ha parlato tanto bene di me»
Il segreto per stare sempre sulla breccia?
«Devi allenarti bene ma molto dipende dall'ambiente in cui giochi, io a Budoni sono tranquillo e sereno, il fattore psicologico conta tanto per tutti i giocatori specie per un attaccante»
In cima alla classifica cannonieri ci sono altri due giocatori sardi come Giuseppe Meloni (Torres) e Roberto Cappai (Arzachena)
«Non mi sorprende affatto. Meloni i gol li ha sempre fatti anche negli anni passati, ad Arzachena e in serie C, Cappai è ancora giovane e anche io a 22-23 anni iniziai a segnare con continuità così come sta facendo lui. Si tratta comunque di due giocatori fortissimi come Andrea Sanna del Selargius»
Giocare al fianco di Marco Pau, 42 anni fra pochi giorni, fa sentire ancora più giovani
«È incredibile, corre come un matto e lo fa anche per me (ride). Penso sia un qualcosa di genetico. Vedendo lui e anche Battista Scugugia come si allenano e poi come rendono in campo ti dà una marcia in più perché speri di arrivare a quaranta e passa anni sempre ad alti livelli»