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San Marco Cabras
«La differenza col Macomer? La continuità di risultati»

Cabras si riscatta, la San Marco torna in Prima, Musu: «Stagione entusiasmante, una vittoria di gruppo»

Il gioco del calcio, un po' come la vita, offre sempre delle possibilità per riscattarsi: la storia della San Marco Cabras, in questo senso, è piuttosto emblematica, con la compagine giallo-nero-rossa che proprio un anno fa, di questi tempi, era costretta ad incassare la retrocessione in Seconda categoria, dal basso dell'ultimissimo posto della classifica. Ed ora, invece, fa festa per la vittoria del campionato ed il ritorno, in grande stile, nel mondo della Prima. 

Tra gli artefici di questa piccola impresa sportiva c'è sicuramente mister Matteo Musu, che ha condotto i suoi al trionfo, arrivato grazie a 20 vittorie e 6 pareggi, per un totale di 66 punti, uno in più rispetto a quelli racimolati dal Macomer, probabilmente la compagine favorita per il salto, con i giallo-rossi che però si sono dovuti accontentare del secondo posto. 

«Per quanto ci riguarda, si può parlare di stagione entusiasmante – dichiara mister Musu – La società, a dire il vero, quest'anno era partita senza particolari ambizioni, nonostante la squadra fosse stata rinforzata, rispetto al recente passato, per disputare un campionato di vertice, ma sapevamo anche che davanti a noi, nella lista delle favorite al salto, c'era il Macomer, che ha allestito una rosa per puntare alla vittoria finale e al conseguente salto di categoria. Anche loro, proprio come noi, sono scesi in Seconda nell'annata scorsa». 
Il tecnico poi prosegue: «Invece, con il passare delle giornate, abbiamo capito che potevamo dire la nostra, che non eravamo inferiori a nessuno: i nostri successi, più che in campo, sono stati costruiti all'interno dello spogliatoio. Ho avuto la possibilità di lavorare con un gruppo eccezionale, composto da ragazzi che, prima ancora di essere compagni di squadra, erano buoni amici fuori dal rettangolo di gioco. E non parlo solo del gruppo-squadra, ma il discorso vale anche per la dirigenza, per lo staff tecnico e per tutte le persone che ruotano attorno alla San Marco. La nostra gioia più grande è rappresentata dal fatto di aver riportato un po' di gente al campo: abbiamo coinvolto tutti i ragazzini del settore giovanile e le loro famiglie. Se vuoi conquistare il primo posto, è necessario che tutte le componenti girino nel modo giusto». 
I giallo-rossi non sono rimasti di certo a guardare.
«La differenza tra noi e il Macomer? Forse abbiamo avuto una continuità di risultati maggiore, considerando che abbiamo rimediato una sconfitta alla quinta giornata e dopodiché abbiamo perso nuovamente solo domenica, per la seconda volta. Ma la lotta per il primo posto è stata caratterizzata da grande equilibrio, se è vero che i nostri avversari hanno chiuso il torneo con un solo punto di distacco e negli scontri diretti sono maturati due pareggi. Ė anche vero che noi, nel match di ritorno, avevamo a disposizione due risultati su tre, ma siamo stati bravi a gestire nel migliore dei modi anche quella situazione. La vittoria più bella? Ce ne sono tante, non saprei bene quale scegliere, perché comunque sono state tutte costruite in maniera simile: ho cercato di concentrarmi sulla testa dei ragazzi, principalmente per quanto riguarda la tranquillità e la serenità, ed i miei sono stati bravi a seguire tutte le indicazioni che abbiamo proposto loro nell'arco della stagione, senza mai lamentarsi. Ho avuto la fortuna di lavorare sempre con 22-24 ragazzi sempre presenti al campo ed è proprio questo attaccamento al progetto, questo attaccamento alla maglia, che è stato un po' il nostro punto di forza». 
La rosa si è confermata di primissimo livello.
«La qualità dei giocatori non è in discussione, anche se poi c'è chi ha dato qualcosina in più all'interno dello spogliatoio, sul piano del carisma, e c'è chi ha fatto di più sul piano tecnico in campo, ma non me la sento assolutamente di stilare graduatorie in questo senso. Sarò ripetitivo, ma la verità è che la vittoria del campionato è arrivata grazie a tutto il gruppo, nessuno escluso, ed il discorso riguarda anche gli elementi più giovani. Abbiamo avuto la fortuna di avere a disposizione dei ragazzi che arrivavano direttamente dalla squadra degli Allievi e che hanno lavorato con noi, in piena sintonia con i piani della società, che come prima cosa ci teneva a valorizzare i giocatori del nostro vivaio, tant'è che siamo riusciti a mandare in campo due ragazzi del 2009, due ragazzi del 2008, ed in gruppo c'era stabilmente un ragazzo del 2007, uno del 2005 e uno del 2006, tra l'altro tutti di Cabras. Oltre alla gioia per la conquista del campionato, c'è tanta soddisfazione per aver gettato le basi per un progetto che può durare nel tempo: la San Marco Cabras si ritroverà ad affrontare la prossima stagione con una rosa composta, per la maggiore, da giocatori locali, e non è una cosa che si può dare per scontata, soprattutto se andiamo a considerare che molte squadre sono imbottite di ragazzi stranieri. Per quanto mi riguarda, e parlo da tecnico, si tratta di un risultato molto positivo: non si tratta dunque di un traguardo, ma di un punto di partenza».

La San Marco ha chiuso la stagione con la miglior difesa del torneo.
«Molti dei punti che abbiamo raccolto sono arrivati grazie al rendimento del pacchetto arretrato; quando calcavo i campi da gioco ho ricoperto proprio quel ruolo, quindi mi è venuto quasi naturale soffermarmi con particolare attenzione sulla fase difensiva e alla lunga è venuta ad essere uno dei nostri punti di forza. Ma poi devo ammettere che ho avuto veramente la fortuna di avere a disposizione degli interpreti eccezionali, che hanno disputato una stagione straordinaria; uno di loro, ad esempio, ha giocato tutte le partite, senza saltarne nemmeno una. Io sono sempre partito dal principio che se sei bravo a non prenderle, e hai discrete qualità in avanti, allora qualcosa di buono riesci sempre a tirarlo fuori. E comunque ci tengo ad aggiungere che, sino alla penultima giornata, vantavamo anche il miglior attacco e non solo la difesa meno battuta. Poi abbiamo incassato due reti nel match contro il Burgos, mentre il Macomer ne ha rifilati quattro alla Folgore e questo ha consentito loro di superarci in questa classifica specifica; se non avessimo perso a Burgos, inoltre, saremo stati la squadra capace di ottenere più punti in trasferta; le statistiche spesso lasciano il tempo che trovano, ma in questo caso ci permettono di evidenziare l'enorme lavoro che è stato fatto».

Il tecnico si è trovato ad affrontare diversi contrattempi.
«Mi son dovuto sottoporre ad un intervento chirurgico al ginocchio e dunque sono rimasto lontano dalla squadra per un po'; son stato fortunato ad avere dei collaboratori eccezionali che hanno fatto in modo che le cose continuassero ad andare avanti nel migliore dei modi, seguendo i piani di inizio stagione. Le difficoltà non sono mancate, insomma, ma la squadra ha tenuto botta ed ha saputo reagire con grande entusiasmo».

La San Marco tra pochi giorni si metterà al lavoro in vista della prossima stagione, ma l'allenatore non si sbilancia.
«Chiaramente mi piacerebbe poter continuare con il percorso già iniziato lo scorso anno, e parliamo della mia primissima esperienza da allenatore, che non è andata benissimo, considerando che abbiamo chiuso il torneo all'ultimo posto in classifica con la conseguente retrocessione, ma ritengo che buona parte dell'ottimo lavoro fatto quest'anno derivi da quella delusione sportiva. I ragazzi che ho citato prima, e parlo dei più giovani, di quelli che arrivano da Cabras, erano già assieme a noi nel campionato di Prima Categoria e quest'anno abbiamo fatto passi davvero molto importanti nel nostro percorso di crescita. Ma poi è anche vero che i matrimoni si fanno in due: da parte mia c'è la volontà di stare qua, però ci dobbiamo ancora sedere e capire quali sono i programmi e i progetti che hanno in testa i dirigenti e, soprattutto, se hanno intenzione di affidare a me le chiavi della squadra».

Mister Musu chiude l'intervista con le dediche e i ringraziamenti di rito.
«Il mio pensiero va a tutto l'ambiente, nessuno escluso: tutti hanno giocato un ruolo importante. Ci tengo, inoltre, a ringraziare tutte le persone di Cabras che sono venute a festeggiare assieme a noi la vittoria del campionato, le nostre famiglie, lo staff tecnico. Ma ci tengo a ringraziare in particolare tutti i giocatori: sono stati troppo bravi, fenomenali direi».
 

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2024/2025
Tags:
Seconda Categoria
Girone E