Salta al contenuto principale
Castiadas retrocesso, Piu: «Il verdetto va accettato, faremo l'Eccellenza per risalire. A Lanusei senza personalità e voglia di vincere, la salvezza diretta sfumata negli scontri diretti in casa»
Il presidente: Mereu? Il suo impegno non è bastato

Castiadas retrocesso, Piu: «Il verdetto va accettato, faremo l'Eccellenza per risalire. A Lanusei senza personalità e voglia di vincere, la salvezza diretta sfumata negli scontri diretti in casa»

«Il Castiadas è retrocesso sul campo, non farà domanda di ripescaggio perché non può presentarla e, ammesso che ne avesse avuto i titoli, non l'avrebbe fatto. E non chiede certo che la gara del playout persa contro il Lanusei venga ripetuta perché abbiamo accettato il verdetto tant'è che il risultato è stato omologato». Il presidente del club sarrabese Pierpaolo Piu chiarisce diversi punti del dopo spareggio perso sabato scorso contro gli ogliastrini e giocato al Lixius senza i propri tifosi per il divieto del Prefetto di Nuoro che ha portato il deputato Mauro Pili a presentare un'interrogazione al Ministro dell'Interno Angelino Alfano chiedendo la ripetizione della gara "con entrambe le tifoserie presenti sugli spalti" in quanto il decreto prefettizio "appare fortemente lesivo dei diritti e degli interessi legittimi tutti facenti capo alla Asd Socio Culturale Castiadas". «Ho appreso anche io dalla stampa - dice il presidente Piu - dell'intervento del parlamentare Pili sulla vicenda della gara della mia squadra giocata a Lanusei senza l'apporto del nostro pubblico. Tengo a precisare che come società, attraverso una lettera del nostro legale spedita al Prefetto e al Questore di Nuoro, alla Lega Nazionale Dilettanti e in copia anche al Lanusei, avevamo chiesto spiegazioni sul divieto di vendita dei tagliandi ai residenti della provincia di Cagliari quando in altre occasioni, come nelle gare fatte dal Lanusei contro la Nuorese e il Grosseto, tale divieto non era stato imposto pur essendoci le medesime criticità sull'agibilità della tribuna ospiti. Tutto questo prima della gara di sabato, poi giocata e persa dal Castiadas. Dopodiché, essendo un uomo di sport, accetto il risultato maturato sul campo, è da capire se al termine della gara sono andato subito via perché ero arrabbiato e deluso, ma ho già fatto e rinnovo pubblicamente i miei complimenti al Lanusei, che ha meritato la salvezza».

 

Il tecnico Bernardo Mereu e il presidente Pierpaolo PiuParliamo dunque di questo spareggio playout nato male con l'infortunio di Usai e i divieti d'ingresso ai vostri tifosi e finito con una sconfitta. Ma era evitabile?

«Sarebbe stata evitabile se la squadra fosse entrata in campo con la fame di vincere, con la voglia di dimostrare che la salvezza si guadagna sul campo e non a parole. Probabilmente l'errore fatto è che qualcuno ha parlato troppo nel tempo quando bisognava aspettare all'8 maggio e ai risultati definitivi della stagione. Ora nessuno si ricorderà mai di ciò che è stato fatto prima, se ci fossimo salvati sarebbe passata per una grande impresa, invece la retrocessione ha cancellato tutto quanto è stato fatto e niente ha più valore. Sarebbe stato tutto bello se la salvezza fosse arrivata anche nei playout con una vittoria, per come stavamo conducendo la rimonta da Natale in poi ero contento ma fino a un certo punto, cioè quando abbiamo rischiato anche di salvarci direttamente»

Dopo la vittoria in casa dell'Astrea e prima del doppio turno casalingo con Flaminia e San Cesareo?

«Esattamente. La squadra ha finito il suo campionato al 28 febbraio, vincendo a Roma la sua ultima gara e non so darmi una spiegazione. È colpa mia o di altri? La società credo abbia fatto il massimo, allestendo una rosa di 28 giocatori, coperti in tutti ruoli, ma a diversi giocatori non è stato dato lo spazio che probabilmente meritava per mettersi in discussione. Se uno non gioca non posso dirgli nulla e fare delle valutazioni, giocatori come Frau, Cordeddu, Migoni, Orrù, Finizio avrebbero potuto dare il loro apporto, chi più chi meno; l'allenatore Mereu è stato preso per fare delle scelte, mai gli sono state contestate sebbene si possa avere anche dei punti di vista differenti. Ma il concetto è che siamo retrocessi, ognuno può dire la sua per lo sforzo prodotto e per l'impegno profuso, e anche il discorso economico va chiarito perché il budget del Castiadas non è cambiato con il mercato di dicembre, abbiamo solo aumentato la spesa del ristorante al mercoledì perché facevamo l'allenamento doppio e qualcosa in più in attrezzatura che non ci ha cambiato la vita, ma ho speso lo stesso di quanto preventivato ad agosto, se poi i giocatori vanno a raccontare altro o qualcuno parla a vanvera non dice il vero»

Dalla tribuna cosa avete avvertito sulla squadra a Lanusei che ha avuto una buona reazione dopo il gol subito nonostante fosse anche in dieci?

«Ho avvertito solo che una squadra che aveva un solo risultato a disposizione e vuole portare via la vittoria deve entrare in campo con la voglia di fare bottino pieno, al di là che c'erano gli avversari, con la loro forza e le loro capacità. Chi deve vincere entra in campo con grinta, coraggio e un atteggiamento diverso da quello che abbiamo tenuto noi, deve chiudere gli avversari nella propria area, perché prima poi il gol deve arrivare. Il Lanusei lanciava palla in avanti, io in tribuna sentivo il loro pubblico contestare, poi alla prima sortita, su un calcio d'angolo, abbiamo preso il gol, poco dopo c'è stata l'espulsione di Porcu e rimanendo in dieci si è iniziato a capire che non ce l'avremmo fatta. Ma noi non dovevamo arrivare a giocarci il playout, la salvezza diretta l'abbiamo persa negli scontri diretti in casa nostra, contro Flaminia, San Cesareo e Trastevere abbiamo fatto solo 2 punti e ci siamo giocati la salvezza. Anche se potevamo vincere a Sassari e Nuoro quelli sono stati buoni pareggi, sui quali avrei messo la firma, ma è quando siamo arrivati ad un punto dalla salvezza diretta che ci siamo letteralmente inchiodati»

Dopo la vittoria con l'Ostia, il trittico di gare seguente sembrava buono per allungare sulle vostre dirette concorrenti 

«Pensavamo che nelle gare con Astrea, Flaminia e San Cesareo si potesse toccare quota 32, a quella quota non ci siamo mai arrivati avendo chiuso la stagione a 31 punti. C'è stato un corto circuito, il gioco si è inceppato e non si capisce per cosa, non riesco a dare una spiegazione. Sono amareggiato perché speravo nelle tre gare in casa, compresa poi quella col Trastevere, di raccogliere molto di più, la squadra non ha affrontato le gare come se si volesse salvare e il playout a Lanusei è stato lo specchio della parte del campionato che va dal 28 febbraio al 21 maggio»

In quali termini è stato lo specchio degli ultimi tre mesi?

«Nei termini in cui è mancato l'atteggiamento, la personalità di una squadra che vuole il risultato, che fa pressing e non dà spazio agli avversari, ma se non hai corsa diventa difficile imporsi. Eppure alla squadra non è mai mancato niente, era organizzata con gli uomini in tutti reparti e preparata per uscire dalla zona calda, se non c'è riuscita ci sono state mille motivazioni e problematiche, di certo c'è che abbiamo sbagliato qualcosa ma non me la sento di sparare su una persona, non voglio entrare nello specifico, sono tutti bravi ragazzi a cui è mancata la convinzione di portare a casa la salvezza» 

Il tecnico Mereu ha parlato della mancanza di una punta e di un regista, non si sono trovati sul mercato o costavano troppo?

«Nel mercato si creano situazioni di ogni tipo, il problema di fondo è che un attaccante da 50mila euro per 4 mesi non lo prenderò mai. Ritengo inoltre che gli uomini per la salvezza c'erano, non è obbligatorio che per vincere devi avere Messi e Iniesta sennò avrei allenato io direttamente. Se non fossimo stati ripescati avremmo fatto la squadra a maggio e non ad inizio agosto, ognuno deve prendersi la sua parte di responsabilità nella speranza che si sia dato il massimo di ciò che si poteva dare. Se l'impegno di Mereu è stato massimo, probabilmente non è bastato, e Probabilmente abbiamo sopravvalutato diverse situazioni, sbagliando noi come società, così a qualcuno è stata data poca possibilità di mettersi in mostra. Non era di certo Rossetti, un attaccante del '97 che mai aveva fatto la serie D, che doveva salvare la squadra» 

Tanti sforzi per nulla, il futuro come sarà e il Castiadas da chi si riparte?

«Questo è il tempo delle analisi e delle riflessioni. Di sicuro vorrei ripartire vincendo sul campo, faremo una squadra che punterà a vincere in Eccellenza per tornare subito in serie D. Sulla nostra retrocessione, però, leggo dei commenti in giro poco gradevoli, credo che ognuno debba imparare a guardare in casa propria, io non l'ho mai fatto in casa degli altri né mai ho festeggiato le sconfitte altrui. Il verdetto del campo, nel bene e nel male, va sempre accettato e mai ho gioito delle disgrazie altrui»

Che dire allora delle salvezze conquistate da Muravera e Lanusei?

«Che sono contento, perché almeno una squadra del nostro territorio sarrabese e un'altra in quello limitrofo faranno ancora parte della serie D. Sono squadre che ci hanno creduto più di noi, domenica dopo domenica vedendo il traguardo a volte lontano e a volte vicino, ottenendo la salvezza chi direttamente, come il Muravera, o chi col playout, come il Lanusei, attraverso un lavoro, una volontà, una voglia e un apporto di tutti quanti che evidentemente fatto da noi non è bastato per ottenere lo stesso risultato. Avrei preferito anche che si fosse salvato il il Budoni, c'è stata una possibilità nella quale si poteva tirar dentro la lotta sia il Flaminia che il Trastevere, club probabilmente più esperti di noi o con una storia consolidata in questa categoria, ma avrei voluto vederle con l'acqua alla gola»

Tre anni e tre rivoluzioni, è così difficile programmare e portare avanti un blocco di giocatori anche da una categoria all'altra?

«Sicuramente andremo avanti coi nostri giocatori, tutti tesserati. Sarà una squadra giovane, con dei rinforzi, che possa poi essere preparata a riaffrontare la serie D. Rafforzeremo la scuola calcio e allargheremo la nostra base di giovani attraverso un progetto duraturo di due o tre anni, per non possimo ogni volta avere giocatori col "108" in mano e ripartire sempre da zero, perché diventa tutto più difficile»

Con quale allenatore ripartirete?

«Sulla questione tecnico non mi esprimo, ci dobbiamo ancora riunire come società, sino al 30 giugno sono tutti tesserati per il Castiadas, Mereu compreso. Dopo quella data si vedrà»

In questo articolo
Squadre:
Allenatori:
Campionato:
Stagione:
2015/2016
Tags:
Sardegna
17 Ritorno
Girone G