I tempi si allungano, il calcio riuscirà a ripartire a maggio?
Coronavirus, Borrelli traccia l'orizzonte: «Avanti col massimo rigore, da qui al 16 maggio potremmo aprire la fase 2». Brusaferro: «Rallentamento confermato dai dati»
Dopo Pasqua e Pasquetta, forse anche la festività dell'1 maggio la passeremo in casa. Questo nasce da una frase "mal interpretata" dal capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, rispondendo in radio: «Nell'intervista ho chiaramente detto di non voler dare date e ho ribadito ancora una volta che l'inizio della nuova fase dipenderà dai dati e dall'analisi degli scienziati. L'orizzonte temporale resta quello del 13 aprile come annunciato dal presidente del consiglio. Ogni decisione sulle misure restrittive e sull'eventuale "fase 2" spetterà dunque al governo che, come sempre, si avvarrà delle indicazioni del comitato tecnico-scientifico». Nell'intervento a "Radio Anch'io" ha però detto sul stare in casa fino all'1 maggio: «Io credo proprio di sì. Non credo che questa cosa così impegnativa passerà il 1 maggio, dovremo essere rigorosissimi, cambierà il nostro approccio ai contatti umani e interpersonali, dovremo mantenere quel distanziamento sociale che diciamo sempre».
Alla trasmissione "Circo Massimo" su Radio Capital, lo stesso Borreli ha invece preventivato l'inizio della fase 2 al 16 maggio: «Se l'andamento non cambia, potrebbe essere, come potrebbe essere prima o dopo. Dipende dai dati. La situazione ora è stazionaria, dobbiamo vedere quando questa situazione inizia a decrescere. Non vorrei dare delle date, però, da qui al 16 maggio potremo aver dati ulteriormente positivi che consigliano di riprendere le attività e cominciare quindi la fase 2».
Poco dopo, nella conferenza stampa epidemiologica, il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, ha osservato: «Non c'è nessuna zona del Paese dove non circoli, si confermano i dati di rallentamento ma bisogna tenere molto elevata la soglia delle raccomandazioni e delle restrizioni adottate». Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css), ha invece chiarito che «sono otto gli studi sui farmaci anti-Covid-19 al momento approvati dall'Agenzia italiana per il farmaco». Per Gianni Rezza, a capo delle Malattie infettive dell'Iss, «se avessimo mollato al Sud avremmo avuto tante Codogno ma c'è un moderato ottimismo. Se ci sarà una fase 2 questa dovrà essere graduale per minimizzare il rischio di una ripresa del numero dei casi».
Parole caute e proiezioni che non combaciano con la speranza di vedere ad inizio maggio una ripresa dell'attività agonistica nel calcio, specie quello dilettantistico che muove grandissimi numeri (le ultime parole di Cosimo Sibilia, presidente Lnd), e come ipotizzato dallo stesso Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, che ha annunciato un piano straordinario nello sport per le iniziative che devono partire da maggio (leggi qui).
Quando sarà portata avanti la cosiddetta "fase 2" si prevede un parziale allentamento delle misure restrittive, non ci sarà una riapertura di tutto contemporaneamente perché altrimenti si vanificherebbero gli sforzi fatti finora per contenere il virus e si darebbe il là ad una nuova impennata epidemica. Si procederà perciò per gradi e a macchia di leopardo in base alle curve del contagio che sono diverse regione per regione: si prevede, quindi, la riapertura per determinate categorie di fabbriche e artigiani, poi arriverebbe il via libera anche per le aziende e i professionisti. Gli ultimi a riaprire saranno bar e ristoranti, palestre, discoteche, se non con severe regole di distanziamento sociale perché sono settori in cui è più difficile evitare l’assembramento di persone. Per le scuole, invece, si sono fatte tre ipotesi: 1) Se gli studenti torneranno a scuola entro lunedì 18 maggio e potranno fare quattro settimane di lezioni, l'esame di Stato per il diploma superiore sarà molto simile a quelli noti con la prima prova scritta al 17 giugno; 2) Se il 18 maggio non ci sarà un "liberi tutti" nella scuola gli studenti di quinta, costretti ora a casa, salteranno entrambi gli scritti; 3) La soluzione estrema di far svolgere gli esami di Maturità online.
Nella Fase 2, in ogni caso, gli italiani saranno chiamati a rispettare le regole conosciute ad inizio epidemia: lavarsi con molta frequenza le mani, usare fazzoletti monouso quando si starnutisce, rispettare la distanza di sicurezza sia nei luoghi di lavoro che per strada, utilizzare le mascherine quando non si è da soli fuori dalle proprie abitazioni.
Il Governo guarda ai numeri giornalieri di morti, nuovi positivi, ricoverati in terapia intensiva e guariti dal contagio del Coronavirus. Lo fa a stretto contatto con il comitato tecnico-scientifico che studia i dati, l'evoluzione dell'epidemia e fornisce la consulenza al capo del dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, nominato per decreto ad inizio marco commissario per l'emergenza sul Covid-19.
L'organismo è composto da dirigenti del settore già inseriti nella pubblica amministrazione che, per la loro attività, non ricevono compensi. E ne fanno parte:
♦ il Segretario Generale del ministero della Salute (Giuseppe Ruocco, esperienza nella "gestione delle emergenze")
♦ il direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della salute (Claudio D'Amario, specializzato in medicina preventiva)
♦ il direttore dell'Ufficio di coordinamento degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera del Ministero della salute (Mauro Dioniso)
♦ il direttore scientifico dell'Istituto nazionale per le malattie infettive "Lazzaro Spallanzani" (Giuseppe Ippolito, esperto in malattie infettive, prima con l'Aids, poi Ebola e Covid-19);
♦ il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità (Silvio Brusaferro, specializzato in igiene e medicina della sanità pubblica)
♦ il direttore del Consiglio Superiore di Sanità (Franco Locatelli).
♦ un rappresentante della Commissione salute designato dal Presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome (Alberto Zoli)
♦ il Coordinatore dell'Ufficio Promozione e integrazione del Servizio nazionale della protezione civile del Dipartimento della protezione civile, con funzioni di coordinatore del Comitato (Agostino Miozzo, direttore della protezione civile europea da sempre l'uomo delle emergenze, dai migranti alla siccità).
A dare man forte al comitato arriva anche il parere di Walter Ricciardi, delegato dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), consulente del ministro Speranza per l'emergenza e i rapporti con gli organismi sanitari internazionali.