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Giuseppe Ruzza
«Non si può ricominciare se non in completa sicurezza»

Coronavirus, il presidente del CR del Veneto Ruzza: «Siamo razionali, la stagione è finita. Gestire le classifiche è il problema, intervenga il Coni o il Ministro dello Sport»

Nel giorno in cui in Sardegna è stato diffuso via whatsapp un "falso" comunicato del Comitato regionale presieduto da Gianni Cadoni in cui sarebbe stato deliberato il termine di tutta l’attività regionale e provinciale calcistica con una promozione e due retrocessioni in base alle vigenti classifiche (leggi qui), nel Veneto c'è stato l'importante intervento di Giuseppe Ruzza (nella foto LND Veneto), presidente del Comitato regionale, alla trasmissione "La casa del futsal veneto" in diretta facebook. Una decina di minuti di dichiarazioni che hanno toccato i temi veri del calcio dilettantistico che si interroga ancora su come e quando proseguire la stagione durante l'emergenza nazionale dovuta alla larga diffusione del Coronavirus che ha colpito tutte le regioni (il Veneto è quarto per numero di contagi) e sta bloccando e bloccherà l'intero paese per un mese con le nuove restrizioni prolungate fino a Pasquetta (leggi qui). «Sarebbe una fortuna se fosse fermo solo il calcio - esordisce Il presidente Ruzza - ma tutta l'Italia è ferma. Abbiamo superato i 13mila morti, sono numeri da rabbrividire, poi c'è il grave problema di un'economia ferma e un problema sociale. Solo dopo possiamo metterci lo sport che, per fortuna o per sfortuna, viene in seguito a questi casi gravi». 

 

 

Stagione finita. «Siamo in continuo contatto con i vertici e tutti i comitati regionali dell'area nord e non solo ma anche quelli dell'Emilia, Toscana e Lazio. Se da una parte tutti noi ardiamo dal desiderio di ricominciare, la razionalità ci dice che non si potrà cominciare. Perché se pensiamo che il decreto con le restrizioni verrà reiterato fino a dopo Pasqua, ci sarà una ripartenza che dovrà essere graduale, sicura e che riguarda tutte le persone e le attività sociali ed economiche. Quindi ho detto al presidente Lnd Sibilia: "Se si dovesse ripartire, il Veneto lo farebbe solo con un rischio sotto zero di contagio. Siccome a mio modo di vedere ciò non sarà possibile, credo che andremo verso una conclusione dell’attività. Sarebbe un fatto grave, tant'è che questa ipotesi non è codificata e normata».

 

 

Come concludere. «Il vero problema non è se concludere ora ma come lo si fa. Perché ci sono società che hanno investito, hanno sperato e che sono prime, seconde e terze oppure ultime, penultime e terzultime; ci sono società che avevano la possibilità di sorpassare altre in classifica e sperare di salvarsi; e ci sono quelle con tanti punti di vantaggio. Dal momento che ogni società la penserà in modo diverso, la decisione dovrà essere univoca e unanime in tutta Italia».

 

Le due ipotesi. «Le idee ci sono e, a mio modo di vedere, si potrebbero restringere a due: promuoviamo la prima e retrocediamo l'ultima; ma la seconda che è ad un punto dalla prima o l'ultima ad un punto dalla penultima se ne stanno buone? Oppure, per scontentare il meno possibile e in un momento sportivo drammatico, si potrebbe valutare di promuovere solo le prime in classifica, stilando poi le graduatorie ai sensi dell'articolo 51 delle Noif e garantire, visto che con la crisi economica ci saranno mancate iscrizioni, il ripescaggio alle seconde e terze, senza fare retrocessioni. Ma questo, se comportasse una valutazione non completa per l'aspetto sportivo, almeno garantirebbe una soluzione creando, allo stesso tempo, dei problemi per la prossima stagione con gironi ad organici troppi grossi».

 

L'intervento del Coni o del ministro dello Sport. «Dobbiamo trovare una soluzione comune per evitare ricorsi e contenziosi. Credo che non debba essere il singolo Comitato regionale a stabilire come, ma nemmeno la Lnd e nemmeno la Figc ma, come minimo, il Coni se non anche con un provvedimento tombale del Ministero dello Sport che dica: "Questo è un caso eccezionale, prendiamo dei provvedimenti eccezionali, eventuali ricorsi e contenziosi non verranno presi in considerazione". Altre soluzioni non ne vedo, perché anche far terminare la stagione annullando tutto, così come se non ci fosse stato niente con due terzi dei campionati giocati, non mi parrebbe giusto per le società che hanno una speranza di... Poi c'è anche qualcuno, spinto da una sua logica, che dice di prendere la classifica del girone d'andata dove tutti hanno incontrato tutti. Il problema, quindi, non è dunque sospendere o no ma il problema è come farlo. E dobbiamo decidere anche pensando alla prossima stagione».

 

Il perché non si può continuare. «Dobbiamo cercare di rimanere uniti, divisi non si va da nessuna parte. Le società abbiano fiducia nei rispettivi Comitati Regionali e sappiano che ci stiamo confrontando quotidianamente tra di noi. Dobbiamo scegliere la soluzione migliore anche sentendo le società, Non diremo a loro: "Finiamo o non finiamo". Quella è una banalità, arriverà in modo naturale. Non avremo tempo per concludere, giochiamo per diletto e divertimento, non siamo dei professionisti che possono giocare di mercoledì e domenica. Parliamoci chiaro, ci sono ragazzi che vanno in cassa integrazione, che hanno perso parenti, altri aspettano giugno per andare lavorare nel turismo, un settore che sarà in crisi. Non possiamo obbligare a svolgere una attività agonistica che non è prevista in quel periodo. Il problema, ripeto, è scegliere il come finire». 

 

Il sostegno economico alle società dilettantistiche. «Una certezza è che ogni centesimo andrà a disposizione di tutte le società. I 400 milioni destinati alle società dilettantistiche andranno alla Lnd. Il nostro presidente Sibilia è anche un deputato ed è parte in causa di questa scelta e determinazione del presidente del consiglio e del ministro Spadafora. Sicuramente entreremo a casa delle società assicurando un contributo sostanziale e sostanzioso per permettere loro di iniziare l'attività senza pagare i diritti di iscrizione ed intervenendo anche sull'assicurazione, pagata per tutto l'anno quando siamo fermi da febbraio. Anche qui si impone un discorso da rivedere sui contratti con gli istituti assicurativi. Perciò ora stiamo lavorando sul punto di vista economico e non basta dire no, questo è fisiologico ed è inutile che nascano i capipopolo e i capifila, perché bisogna stare uniti».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2019/2020