La punta contro Gaia: «Il suo è un ricatto morale»
Emiliano Melis non ci sta: «Se il Selargius sparisce non dipende da me, faccio valere solo i miei diritti»
«Sto subendo un ricatto morale. Ma davvero si vuol far credere che il salvataggio del Selargius dipenda esclusivamente da me?». Emiliano Melis non ci sta, non vuole passare per il boia pronto a ghigliottinare la squadra della sua città, quella che ha davvero salvato sul campo segnando la doppietta al Latte Dolce nella gara dei playout del maggio scorso prima di dire addio in estate dopo quattro onorevoli campionati giocati con la maglia granata. Le parole di Antonio Gaia, avvocato e socio del Selargius, che ha legato la “salvezza” economica della società alla rinuncia all'azione esecutiva fatta dal calciatore per il pagamento di due assegni emessi nel 2011 hanno ferito l'ex attaccante del Cagliari: «Gaia ha convocato una conferenza stampa incentrata quasi esclusivamente sul fatto che senza la mia rinuncia al credito che vanto nei confronti della società, il Selargius possa chiudere ogni attività. Questa è una enorme bugia, perché ci sono altri creditori prima di me e, soprattutto, ci sono debiti con l'Agenzia delle Entrate, secondo quanto ha fatto sapere lo stesso Gaia, di 350mila euro per il periodo 2006-2008 e che potrebbero salire ad 1 milione con gli accertamenti che verranno fatti dal 2009 fino al 2014. Io non sono certo responsabile per questa situazione finanziaria della società e sto cercando solo di far valere i miei diritti che sono stati riconosciuti dal Selargius Calcio confermato dai titoli di credito in mio possesso. Non accetto che il futuro della squadra della mia città dipenda esclusivamente da Emiliano Melis che deve rinunciare a far valere un suo diritto».
L'avvocato Gaia ha detto chiaramente che senza la rinuncia agli atti esecutivi del giocatore - che vanta un credito verso la sua ex società di circa 32mila euro - non si sblocca il bonifico di 58mila euro per i contributi regionali e che tale rinuncia sarebbe dovuta esser fatta pervenire al giudice dell'esecuzione oggi stesso. Emiliano Melis non vuole soprattutto essere messo alle strette e spalle al muro: «Quando nei mesi scorsi si doveva trovare un accordo, Antonio Gaia ha cercato di sospendere l'esecuzione procedendo con una propria istanza. La sua richiesta è stata invece rigettata dal Giudice e ora che le somme pignorate stanno per essere assegnate chiede a mezzo stampa una mia rinuncia all'esecuzione. Mi domando perché Gaia non diede alcuna risposta al mio avvocato quando facemmo la controproposta per evitare di arrivare a questo punto». Il giocatore selargino vuole anche precisare che la sua azione volta a recuperare i crediti nei confronti del Selargius era ben nota all'attuale dirigenza: «In estate, quando sono stato contattato dalla nuova proprietà per rimanere a giocare nel Selargius, avevo messo in chiaro le cose informando tutti che era in corso una causa nei confronti del club, infatti feci l'ingiunzione a maggio, appena finito il campionato, e la portai subito a conoscenza anche dei vecchi dirigenti perché parliamo di crediti derivanti delle mie prestazioni fatte col Selargius ed è un mio diritto rivendicarli».
Emiliano Melis spiega qual è l'obiettivo dell'attuale dirigenza del Selargius: «Gaia vuole che si sblocchi l'erogazione dell'acconto dei contributi regionali per recuperare i soldi messi per l'acquisizione del Selargius rendendosi probabilmente conto solo ora di aver sbagliato valutazione dell'affare quando la situazione debitoria del Selargius era nota a tutti. Ma ora che l'investimento fatto è malriuscito non può giustificarsi infangando il mio nome, non può far leva sul peso che ha il mio nome a Selargius affinché tutti facciano pressioni per portarmi alla decisione di rinunciare all'azione esecutiva come se fossi io il responsabile del fallimento del Selargius». Perciò il 35enne attaccante selargino non si sente l'esecutore fallimentare della sua ex società: «Io non sono quello che sta affossando la società e non mi si può ricattare moralmente. Io ho sempre fatto il mio dovere per il Selargius, onorando la maglia della squadra della mia città, dando il massimo in campo, giocando infortunato e salvandola dalla retrocessione insieme con i miei compagni pur senza ricevere rimborsi. Quel grande risultato ha poi permesso a Gaia e alla nuova proprietà di rilevare una società in serie D e non in Eccellenza». Emiliano Melis nelle ultime ore ha già ricevuto attestati di solidarietà da parte di ex compagni, selargini o semplici sportivi: «Credo che nella mia carriera mi sia costruito una certa reputazione, la mia serietà e correttezza nell'ambiente calcistico e nella mia città non può essere messa in discussione e danneggiata da dichiarazioni che reputo inappropriate e ingiustificate».