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Eccellenza
Il tecnico: «Né dimissioni né esonero, dimisonero»

Fadda, i perché dell'addio: «Il Pula non ha voluto aspettare, ero dentro l'obiettivo salvezza»

Una via di mezzo tra dimissioni e esonero. Sergio Fadda non è più l'allenatore del Pula dall'inizio di questa settimana un po' perché ha rimesso il mandato alla società e un po' perché la società biancorossa ha ritenuto che la squadra aveva bisogno di una scossa che solo con un altro tecnico si poteva pensare di dare. Tutto nasce al termine della gara persa 3-0 nell'anticipo di sabato scorso in casa dell'Atletico Elmas, a raccontare quei momenti è proprio l'ormai ex tecnico: «A fine partita sono andato a parlare col direttore sportivo Luca Pilo dicendo che, trattandosi della terza sconfitta di fila, avrei dato le dimissioni se qualcuno della società non avesse avuto più fiducia in me». E ribadisce: «Non ho dato dimissioni dirette».

 

Sergio Fadda con la divisa del PulaIntanto la società sonda il terreno alla ricerca di altri tecnici ma continuate ad avere contatti

«Il lunedì ci siamo sentiti con la società per ripercorrere un po' questi mesi di lavoro e, soprattutto, quest'ultima fase di risultati negativi»

E cosa è emerso?

«Che eravamo in forte disaccordo sulla metodologia degli allenamenti, io però non intervengo sugli aspetti organizzativi che attengono alla dirigenza. Alla fine è arrivato quello che io chiamo "dimisonero" perché poi è stato scelto un nuovo allenatore (Walter Poncellini, ndr)»

Cosa sperava che facesse la società?

«Speravo in un ripensamento e in un appoggio. Sabato dopo la delusione per la partita persa ero scarico ma, dopo un'ora, ero di nuovo carico con forti motivazioni per superare le difficoltà di questo periodo. Mancano 8 partite al termine del campionato e per la salvezza al Pula basterebbero tre vittorie. Non si è voluto guardare avanti, visto che il Pula ha 4 punti di vantaggio sulla zona playout, né tanto meno dietro ripensando al progetto fatto a luglio, accettato da tutti, quando qualcuno disse “il gruppo siamo noi” salvo poi ritirarsi. Della serie: “Armiamoci e partite”»

E la squadra in tutto questo?

«Io ringrazio tutti i giocatori, specialmente coloro che hanno manifestato affetto e apprezzato il mio modo di lavorare. Penso di averlo fatto bene secondo i miei canoni che non sono quelli di qualche giocatore. A loro dico una frase che li farà ridere: "I due punti, era meglio prima". Ci tengo a ringraziare Giuseppe Peddis, preparatore dei portieri che al Pula lavorava nell'ombra e che, con Michele Antinori, abbiamo scoperto. Per me è una grande persona. Ringrazio anche i magazzinieri Paolo e Pietro Porfirio»

Il dispiacere più grande?

«Constatare che dei tesserati di altre squadre si siano proposti, tutto questo è vergognoso. Io penso che un tecnico vada scelto in base ai risultati che ha ottenuto e a come lavora ma non perché si offra gratuitamente»

Che cosa rimproverarsi allora?

«Niente. Circa l'obiettivo salvezza ero pienamente in linea coi programmi, se avessimo dovuto centrare i playoff allora avrei capito anche l'esonero. Constato invece che ci sono società come il Muravera che ha dato fiducia al tecnico Senigagliesi dopo aver collezionato 6 sconfitte di fila e aver fatto 1 punto in 8 partite. Con me il presidente Luca Esposito non ha voluto aspettare»

Possibile che Sergio Fadda non abbia fatto errori?

«E chi è che non fa errori nell'arco di una stagione? Ovviamente ne ho fatto, come quello di non aver chiesto rinforzi visto che a luglio avevo sposato la causa dove c'erano pochi soldi e pochi giocatori "esperti", e che per la regola che impone l'obbligo di far giocare quattro fuoriquota mi sono ritrovato con tutti giovani, tranne uno, che per la prima volta affrontavano un campionato come l'Eccellenza. Avevo 10 fuoriquota e ne sono rimasti 5, per tanto tempo è mancato Nicola Piras, che ha avuto problemi personali, stesso discorso per Deriu, un giocatore per me molto valido, sono stato costretto a far giocare in difesa Sandro Scioni e Matteo Melis che sono però attaccanti. Tutte queste cose comunque non devono essere alibi per me, per i giocatori e per la società»

Che è successo nelle ultime partite tanto da far precipitare il vostro rendimento?

«Con l'Atletico abbiamo disputato i primi 45' spenti ma, la settimana prima contro l'Olbia meritavamo almeno un punto. Ha detto bene il loro difensore Masia: “Ha vinto al squadra che aveva più fame”. A Castiadas abbiamo giocato il secondo tempo nella loro metacampo, è stato bravo il loro portiere a parare tutti i nostri tiri, per di più Lantieri ha colpito la traversa. Contro la Nuorese abbiamo pareggiato, è vero, rischiando di perdere ma anche di vincere e se fossimo stati quota 33 ora nessuno avrebbe avuto niente da dire. Tolte le gare nelle quale abbiamo subito 3 gol subiti con Castelsardo, Olbia e Atletico eravamo tra le migliori difese del campionato, è mancato il gol su azione, quelli che facevamo erano su palla inattiva ma penso che sfruttando questa sosta avremmo recuperato la serenità in zona gol rimettendo in piedi qualche giocatore»

Perciò c'è delusione nel non poter portare a termine la stagione?

«Sono molto deluso. C'è la consapevolezza che per la lotta salvezza sono coinvolte tante squadre, ne ho contato almeno 10, e che Atletico Elmas, Castiadas, Carbonia, Castelsardo, Valledoria e Muravera stanno dietro al Pula ma non sono inferiori, quindi o il Pula è andato molto bene e gli altri meno bene, o noi male e gli altri malissimo. I numeri dicono quello e io confido molto sui numeri»

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2011/2012
Tags:
Sardegna
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Intervista