«Per i dilettanti, bisognerà attendere un vaccino»
Figc, Capua: «Il modulo tedesco è percorribile, perché non farlo anche in Italia? Serve la collaborazione di tutti»
Sono ora i medici sportivi a prendere la scena dopo il sì per la ripresa degli allenamenti di squadra in Italia da parte dei Ministri di Sport e Salute, Vincenzo Spadafora e Roberto Speranza (leggi la dichiarazione congiunta). Ma sono i rilievi del Comitato Tecnico Sportivo ai protocolli sanitari predisposti dalla Figc a far discutere (leggi il testo integrale).
Giuseppe Capua, membro della Commissione Medica della Figc e presidente della Commissione Antidoping della Federcalcio, è fiducioso: «Il modulo tedesco è assolutamente percorribile, non capisco perché non farlo anche in Italia, L'obiettivo di tutti è quello di far ripartire il calcio, sedendoci ad un tavolo e ragionando, una soluzione si trova. Per quanto riguarda i dilettanti, bisognerà attendere un vaccino, il rischio 0 non ci sarà a settembre, ottobre o novembre. Bisogna avere grande pazienza ed equilibrio, perché sono molto numerosi. Sono estremamente convinto che la presenza di un'associazione precisa con tutti medici che lavorano nel mondo del calcio, sia indispensabile. Parliamo di un argomento delicatissimo, in questo periodo d'emergenza non si deve tralasciare nulla. Se c'è da interpellare persone utili alla causa, vanno interpellate».
Inoltre, in un secondo momento, il professore Giuseppe Capua ha chiarito su alcune dichiarazioni riportate in cui si diceva che il Comitato Tecnico Scientifico avesse messo i bastoni tra le ruote: «Onde evitare fraintendimenti, non intendevo affermare che il CTS ostacolasse in qualsivoglia modo il lavoro della FIGC e il tentativo di ripresa dei campionati. Semplicemente, auspico nella collaborazione di tutti gli organi coinvolti, nel tentativo di mettere a punto il miglior lavoro possibile».
Il professor Capua divide in due parti le problematiche: «Sul discorso dei medici bisognerà fare ragionamenti equilibrati in funzione di una competenza che i medici hanno, sedendosi attorno ad un tavolo. L'emergenza è emergenza, ma la competenza e qualità professionale di Enrico Castellacci, è quello che serve in questo contesto. Il professore Castellacci si batte da anni in un settore in cui tutti dovremmo avere lo stesso obiettivo. Non si capisce perché i medici non hanno un'identificazione formalmente precisa all'interno del nostro mondo, quindi condivido le sue parole (leggi qui). In questi giorni stiamo organizzando una commissione che sarà utilizzata per valutare questa problematica e spero che la situazione si risolva a prescindere. È chiaro che in contesto del genere, la Libera Associazione Medici Italiani del Calcio manca. Chiederò ufficialmente la loro convocazione all'interno di un contesto che decide tutto ciò che farà il calcio domani. La competenza del medico del calcio in una situazione del genere, la si vede anche in merito alla risposta del Comitato Tecnico Scientifico di ieri».