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Figc
Spadafora: «Data auspicabile ma sarei molto cauto»

Figc, Gravina sulla serie A: «Ipotesi partenza al 3 maggio ma possibile il cambio di format e sforamento a luglio»

Con lo spostamento dell'Europeo al 2021, la palla torna alle singole Federazioni che dovranno prevedere diverse ipotesi di ripresa dei campionati a seconda della durata dell'emergenza coronavirus e prevedendo anche lo slalom da fare sulle date della Champions ed Europa League. Ogni giorno che passa, però, qualsiasi speranza di vedere una luce ad aprile viene meno e ci si concentra per inizio maggio che permetterebbe ancora di fare disputare le restanti giornate fino al 30 giugno, termine ultima della stagione 2019-20. Ma se l'emergenza dovesse investire anche il mese di maggio, allora l'ultima chance resta quella della rivisitazione della formula e lo sforamento al mese di luglio con una eventuale deroga internazionale sulla scadenza dei contratti, dei prestiti e della copertura assicurativa. 

 

La punta dell'iceberg del calcio è senz'altro la serie A che, stretta dal rispetto dei contratti televisivi e dalle connessioni con le coppe europee attuali e future, deve arrivare a conclusione sperando di non dover mai utilizzare l'ipotesi di un congelamento delle classifiche all'ultimo turno giocato. II presidente della Figc, Gabriele Gravina, ribadisce su Radio 24 le ipotesi volte a salvare la stagione: «Abbiamo ipotizzato la partenza della Serie A per il 3 di maggio, per finire il 30 giugno. La partenza più ottimistica è quella del 14 aprile, la seconda è ai primi di maggio, l'ultima al 13 di giugno. Nella malaugurata ipotesi non dovessimo riuscire a finire entro fine giugno, chiederemo a Governo, Uefa e Fifa la possibilità di sforare 10-15 giorni nel mese di luglio».

 

Anche il ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, ha fatto ipotesi sulle possibili data per la ripresa della Serie A: «Il 3 maggio è la data che noi auspichiamo, però non diamolo per certo, perché le decisioni si assumono nei momenti di grande responsabilità. La situazione medico-sanitaria cambia e si evolve continuamente: a oggi il 3 maggio è la data possibile, ma non lo darei per certo e sarei molto cauto nell'affermare che il 3 maggio si partirà in maniera "normale" e con gli stadi completamente pieni. A un mese e mezzo di distanza credo sia ancora un auspicio, non una certezza. Del resto il mondo del calcio ha capito molto in ritardo che doveva fermarsi e abbiamo visto le conseguenze. Riprenderemo quando siamo certi che non ci saranno più pericoli negli stadi dove si incontrano decine di migliaia di persone. Eviterei di ripetere quella noncuranza che la Lega di Serie A ha già abbondantemente manifestato e dimostrato».

 

Il presidente Gravina ha ipotizzato varie formule per completare la serie A: «L'obiettivo è giocare il più possibile con, se dovessero rendersi necessari, anche cambi di format, quindi con playoff o playout. La nostra posizione è stata quella di dare priorità alle competizioni nazionali con la possibilità di inserire date di gare per Champions ed Europa League. I campionati nazionali possono essere gestiti autonomamente, tenendo conto anche delle date internazionali. Non vogliamo penalizzare nessuno, sappiamo benissimo che in caso di impossibilità di completamento di tutte le gare dovremo attuare modifiche della formula». Contestualmente anche il mondo del calcio calcola il danno economico che potrà subire: «Sui danni economici la Federazione sta raccogliendo tutti i dati che le singole Leghe stanno elaborando. Noi sappiamo che esistono degli accordi di natura contrattuale. Per questo l'idea è quella di giocare affinché il danno sia limitato. Si parla di 170-200 milioni per arrivare, con il blocco dei tornei, fino a 700 milioni di danni effettivi». In questo senso tra gli argomenti delle ultime ore è stato inserito il possibile tagli degli stipendi ai calciatori nel caso in cui la stagione non possa chiudersi regolarmente: «Non è tabù pensare al taglio degli ingaggi dei calciatori, mi riferisco soprattutto a livelli particolarmente importanti. Siamo chiamati tutti ad un gesto di responsabilità». ha detto chiosato Gravina.

 

 

E sui contratti dei calciatori Spadafora si allinea con la posizione del presidente della Figc: «Non solo gli ingaggi dei calciatori non devono essere un tabù, ma quando supereremo quest'emergenza sanitaria, le priorità di questo Paese saranno tante e tali, per cui dovremo mettere in discussione tante cose che riguardano l'occupazione, l'industria italiana, i lavoratori autonomi. Direi, quindi, che il tema degli stipendi dei calciatori non sarà un problema, oltre a non essere un tabù. Non lo metterei neanche nella lista dei problemi. Abbiamo visto quanto il mondo del calcio sia importante per gli italiani e va benissimo così, ma dev'essere soltanto tifo, stare insieme. Non dimentichiamo che la maggior parte delle squadre hanno esposizioni di debito veramente elevate, quindi inviterei tutti ad avere contezza del periodo difficile che stiamo vivendo, a cominciare proprio dalle società di calcio e dai club di Serie A».

 

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2019/2020