«Maricca è l'uomo giusto per la Fermassenti»
Giacomo Carta si racconta:«Portiere per caso, poi ci ho preso gusto»
Quella di Giacomo Carta è una storia particolare: finito tra i pali per caso, grazie all'intuito di Giorgio Crobu, preparatore dei portieri della Carbosarda, si è progressivamente innamorato del ruolo e, come lui stesso ammette, ci ha preso gusto fino a non smettere più.
Quella di Giacomo è anche una storia come tante altre, quella di un ragazzo cioè che è costretto a fare i salti mortali per ritagliarsi un po' di tempo libero, lavora infatti come commesso, per continuare in quella che è, semplicemente, una piccola grande passione: «Mi sbatto, faccio avanti e indietro, spesso chiedo 2 ore di permesso per giocare la domenica, cerco di essere disponibile il più possibile per la mia squadra».
Al momento difende la porta della Fermassenti, compagine che, dopo alcuni anni decisamente difficili, sta finalmente esprimendo tutto il proprio, grandissimo potenziale: i ragazzi allenati da Maricca occupano attualmente la prima posizione in classifica nel girone B e hanno tutta l'intenzione, come conferma Carta, di continuare così, per regalare al Presidente Massenti le soddisfazioni che, considerato il suo impegno e il suo attaccamento nei confronti della squadra, indubbiamente merita.
Giacomo, siete reduci dall'ottima vittoria contro il Santadi, un risultato sicuramente importantissimo per la classifica e soprattutto per il vostro morale.
«Noi venivamo dalla buona prestazione offerta contro il Tratalias, dove siamo riusciti a tenere bene il campo per tutto l'arco dei 90 minuti.
Stiamo raccogliendo i primi frutti del lavoro di mister Gianni Maricca, che in questi mesi sta cercando di dare un'anima e un'identità ben precisa alla squadra, soprattutto per quanto riguarda la fame e la voglia di raggiungere i risultati.
La Fermassenti è reduce da due, tre stagioni in cui non è emerso tutto il suo potenziale; siamo un gruppo giovane e probabilmente quello che ci ha più penalizzato in passato è stato lo scarso affiatamento. Quest'anno la rosa è composta da tanti giovani, che possono contare però sull'esperienza dei più 'anziani', tra virgolette, perchè il più grande è Luca Ennas che è dell'84.
Sono venuti fuori, in questi anni, principalmente tutti gli aspetti negtivi; in questo modo era assai difficile riportare la Fermassenti in quelle posizioni e in quei palcoscenici che secondo me merita: dopo tutti gli anni passati in Interregionale e in Eccellenza, una società come la nostra non si merita un campionato di Seconda Categoria, ma dobbiamo dimostrarlo sul campo, non a parole.
Abbiamo un Presidente che da solo manda avanti la società, lavora per mille e dobbiamo essere bravi noi a ripagarlo per tutti i suoi sforzi.
Questi 2 o 3 anni sono stati davvero brutti, perchè non riuscivamo ad esprimerci come avremmo voluto: gli avversari venivano a giocare a San Giovanni come se fosse una passeggiata, ci capitava magari di incontrare squadre magari inferiori sotto il profilo tecnico tattico ma non riuscire a portare a casa i risultati e ad offrire una prestazione convincente
Dal primo giorno di preparazione, quest'anno, abbiamo deciso di dimenticare il passato e concentrarci sul presente, sul campionato di Seconda Categoria: ciò che dobbiamo mantenere, rispetto al passato, è la mentalità: la nostra forza deve essere proprio il fatto che disputiamo questo torneo con la stessa grinta che avevamo le scorse stagioni, con lo stesso atteggiamento e la stessa professionalità».
Domenica avete ottenuto la nona vittoria del campionato in 13 giornate disputate; mi sembra che quest'anno le cose stiano andando decisamente meglio, proprio come dicevi tu.
Che partita è stata? Ha funzionato tutto al meglio come suggerisce il risultato finale?
«L'ultima vittoria è stata molto importante dal punto di vista del morale; abbiamo affrontato l'impegno nel modo giusto: siamo scesi in campo con grande determinazione, con la voglia di stravincere il confronto.
Dopo la sconfitta immeritata rimediata contro il Tratalias siamo scesi in campo con più cattiveria, con la fame giusta.
E' un momento particolare per noi, soprattutto se consideriamo le varie assenze con cui, puntualmente, dobbiamo fare i conti: Matteo Frau ad esempio sta avendo forse qualche problema fisico di troppo e viene da un anno non troppo positivo al Cortoghiana, dove non è riuscito probabilmente ad ambientarsi e ad esprimersi al meglio; lui vuole rimettersi in gioco alla grande e per ora è sulla buona strada, ha già segnato 10 gol in tredici partite di campionato, sbagliando peraltro due rigori.
Abbiamo un attacco che non ha nulla da invidiare a nessuno: oltre a Frau, che vanta esperienze, tra le altre, con il Carbonia in Eccellenza, con il Narcao in Prima Categoria, in Promozione con la Gemini Pirri, possiamo contare su Pierluigi Atzeni, che ha vinto un campionato di Promozione con il Villacidro e ha poi disputato il campionato di Eccellenza, si tratta assolutamente di un giocatore di categoria superiore.
Noi non dobbiamo per forza di cose puntare a vincere il campionato, dobbiamo continuare a crescere nel nostro progetto, i risultati arriveranno di conseguenza.
E' in questo senso che va letta la scelta di affidare la panchina a mister Maricca: ha tutte le carte in regola per riportare la squadra dove merita».
Come stai attualmente? Vieni da un infortunio che ti ha impedito di giocare per alcune giornate, stai recuperando?
Quali sono le condizioni della squadra in generale?
«Son stato sostituito egregiamente dall'altro portiere, Daniele Rossi: si è fatto subito trovare pronto nel momento in cui è stato chiamato in causa.
Io mi sento bene al momento, sono nuovamente a disposizione e sono pronto per dare il mio contributo: vivo le partite come una guerra (ride), non ci sto a perdere nemmeno giocando a carte, e quando non sono in perfetta forma fisica cerco di compensare con la concentrazione.
Il mio rientro è slittato un po' a causa dei miei impegni a lavoro; con il Tratalias ero molto testo ma le parole del mister mi hanno tranquillizzato e mi hanno permesso di disputare tutto sommato una buona gara».
Puoi raccontarci come è iniziata la tua avventura da calciatore?
«Mia mamma mi ha mandato a giocare a pallone all'eta di 4 anni perchè in casa rompevo tutto, non stavo mai fermo, ero un vero e proprio terremoto.
Sotto casa c'era il campo della Carbosarda ed è li che è iniziato tutto: Giorgio Crobu, l'allenatore dei portieri del club, è stato il primo ad accorgersi che avevo le caratteristiche per giocare tra i pali; io inizialmente stavo in difesa, ma piano piano mi sono calato nel nuovo ruolo e ci ho preso gusto».
Quale è il tuo pregio più grande e il tuo difetto?
«Probabilmente uno dei miei più grandi difetti è che perdo facilmente la concentrazione in alcune fasi della partita, magari mi faccio trasportare dall'entusiasmo del pubblico o mi innervosisco; sento molto la partita, in questo senso.
Devo cercare di migliorare soprattutto in questo, a livello mentale, cercando di non commettere errori dal primo all'ultimo minuto.
Il pregio più grande forse è che non mi spaventa lo scontro fisico con l'avversario: non ho nessuna esitazione nelle uscite, non ho nessuna paura dei contatti, è un aspetto che mi aiuta tantissimo».
Che voto daresti alla tua stagione sino ad ora?
«Non mi do nessun voto, io gioco assieme ai miei compagni e i risultati li otteniamo tutti assieme, al massimo posso fare un discorso collettivo: per il momento alla Fermassenti darei un bel 7».
Sai se la società ha intenzione di tornare sul mercato?
«Non so nulla di preciso, ma sono sicuro che chiunque arriverà, nel caso, darà una mano alla squadra.
Per le prossime giornate dovremo fare a meno di Matteo Mannai, che si è strappato, Roberto Masala, che ha un problema alla caviglia, e Pierluigi Atzeni, alle prese con una frattura alla mano».
Domenica intanto siete attesi dalla delicatissima sfida con la Monreale: che partita ti aspetti?
«Arriviamo a questo confronto sulle ali dell'entusiasmo che la bella vittoria con il Santadi ci ha regalato: noi dobbiamo essere bravi a scendere in campo con la giusta determinazione e grande grinta, a prescindere dalla posizione in classifica che occupa il nostro avversario, senza sottovalutare nessuno, visto che in campo si gioca sempre undici contro undici.
Ci godiamo il buon momento e lotteremo con tutte le nostre forze per rimanere nelle posizioni di classifica che contano: il campionato è molto lungo, i conti si faranno alla fine».