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Giuseppe Pili si gode il primato dell'Aritzo
«La corsa continua, ci aspettano 12 battaglie»

Giuseppe Pili si gode il primato dell'Aritzo

Diciotto giornate: è il tempo impiegato dall'Aritzo per conquistare, in solitaria, la vetta della classifica.
La squadra del Presidente Giuseppe Pili ha dimostrato, nella seconda parte della stagione, di avere tutte le carte in regola per puntare alla vittoria del campionato e al grande salto della Promozione: gli undici risultati utili consecutivi sono un segnale chiarissimo dell'enorme potenziale della squadra, capace, in più di un'occasione, di annichilire l'avversario di turno, proprio come è successo domenica nel match casalingo contro la corazzata Siniscola, crollata sotto i colpi di Cherchi e Aramu, le punte di diamante di un meccanismo che talvolta sembra rasentare la perfezione; l'ennesima prova di forza di un collettivo che ha tutta l'intenzione di continuare a stupire.
I pericoli, comunque, sono dietro l'angolo: il più grande di tutti, ammette lo stesso Presidente, è quello di peccare di superficialità, come successo, sporadicamente, nelle prime giornate del torneo; un errore da evitare assolutamente, per non rischiare di compromettere un cammino che potrebbe concludersi, viste le premesse, in maniera esaltante.

 

Presidente Pili, con la bellissima vittoria contro il Siniscola il vostro inseguimento alla vetta della classifica è finalmente terminato; come ci si sente a stare la in alto?
«L'inseguimento non è finito, la nostra corsa continua visto che ci attendono altre 12 battaglie prima della fine della stagione.
Noi non sottovalutiamo nessuno, tutte le squadre che andiamo ad affrontare ogni domenica giocano al massimo, a prescindere dalla loro posizione in classifica.
Non possiamo dare niente di scontato, ogni nostro avversario vuole raggiungere i propri obbiettivi, chi per la permanenza nella categoria, chi per centrare i play off, chi per competere con noi per la vittoria finale, chi soltanto per la gloria; tutti daranno sicuramente il massimo e noi dobbiamo farci trovare pronti.
La partita di domenica ci ha regalato grandi emozioni: uno spettacolo incredibile con una bella cornice di pubblico; l'afflusso al campo è stato probabilmente limitato dal cattivo tempo, ci aspettavamo più presenze anche se, da questo punto di vista, è andata benissimo anche così.
La nostra prestazione è stata praticamente perfetta, non ho niente da dire a proposito, hanno giocato tutti al top; la gara è stata decisa ancora una volta da Nicola Cherchi e Billo Aramu, due attaccanti formidabili che possono inventare sempre qualcosa in qualsiasi momento e trasformare un pallone innocuo in quello che decide la gara.
I nostri ragazzi sono stati tutti formidabili e si sono espressi al meglio; ho apprezzato le prove di Fontana, dei Cardu, Matteo Littarru, Pibiri e il nostro portierone Berosi, che sono riusciti a fare la differenza come peraltro tutti gli altri; se il match fosse finito con un punteggio più tondo non ci sarebbe stato niente da obbiettare, cosa che è stata ammessa anche dai nostri avversari.
Ad un certo punto li abbiamo quasi annichiliti, visto che riuscivano a ripartire timidamente solo con qualche azione sporadica; probabilmente hanno risentito un po' del campo in erba, magari non erano abituati, magari loro hanno avuto un calo fisico, non lo so; il fatto è che abbiamo dominato, sia come possesso palla che come occasioni create.
Non abbiamo dilagato nel punteggio perchè abbiamo smesso di giocare come sappiamo: qualcuno, probabilmente è anche normale, ha cercato la gloria personale, ma il risultato sarebbe potuto essere molto più largo.
Il Siniscola si è dimostrato comunque una buona squadra, a cui vanno tutti i nostri complimenti: hanno degli ottimi giocatori, davvero delle belle individualità.
Ora ripartiamo dalla prossima sfida contro la Macomerese: dovremo essere bravi a non sottovalutare nessuno, perchè nelle due occasioni in cui questo è successo abbiamo incassato altrettante sconfitte dove, più del merito degli avversari, è risultata determinante la nostra superficialità».

 

Si aspettava di conquistare la vetta della classifica con qualche giornata d'anticipo rispetto a quanto poi è successo oppure reputa il vostro cammino tutto sommato soddisfacente, considerato che siete una neo-promossa e che state raccogliendo dei risultati comunque sia straordinari?
«Dobbiamo considerare che ad un certo punto della stagione avevamo un distacco di 6-7 punti dalla vetta; è coinciso con il periodo più opaco del nostro campionato, almeno sino a questo momento; abbiamo pareggiato contro il Bosa e rimediato le due sconfitte consecutive con Lulese e Monterra; in particolare contro questi ultimi siamo stati decisamente penalizzati dalle assenze, visto che avevamo molti giocatori indisponibili.
In quel periodo abbiamo lasciato un po' di punti per strada ma siamo stati bravi a non farci prendere dallo sconforto, e di questo va dato merito al nostro staff tecnico composto da Mameli e Pili che sono stati bravi a gestire nel migliore dei modi questa fase non proprio brillantissima.
Probabilmente siamo usciti da quella situazione ancora più forti: abbiamo trovato maggiori stimoli e più determinazione, che ci hanno permesso, fra le altre cose, di aggiudicarci una partita davvero molto sentita come il derby con l'Ovodda; anche in quella circostanza la squadra ha mostrato tutto il proprio potenziale, dominando la gara e chiudendo il match con un netto 3 a 0; è stata una partita fondamentale, una delle più belle vittorie sino a questo momento.
Recuperare tutto il distacco nei confronti degli avversari e riuscire a portarsi sul +2 nei confronti della seconda in classifica, per un totale di nove punti, è stata una bella prova di forza da parte nostra, così come lo è stato vincere tutti gli scontri diretti con le nostre dirette rivali, come Arborea, ad esempio, e Bonorva.
Prepareremo con estrema cura e concentrazione le partite di ritorno contro queste squadre, cercando di non sottovalutare l'impegno; la concentrazione dovrà essere sempre altissima in modo da mantenere la prima posizione per più tempo possibile».

 I tifosi dell'Aritzo

Secondo Lei, quanto è importante mantenere la calma in questo momento cruciale del campionato, soprattutto ora che avete diciassette squadre che vi inseguono e cercheranno in ogni modo di complicarvi la vita?
Pensa che sia un vantaggio il fatto di non dover più inseguire e poter decidere, in un certo senso, il vostro destino?
«A livello psicologico penso non ci saranno problemi: i nostri giocatori, sia quelli locali che quelli che arrivano da fuori, hanno una discreta esperienza alle spalle e sanno come gestire le pressioni di questo tipo; i più anziani giocano a calcio ormai da diversi anni, i più giovani, compresi i fuori quota, si stanno facendo velocemente le ossa in Prima Squadra e non hanno più timore; grazie all'aiuto dei compagni più grandi stanno maturando in fretta sotto il profilo calcistico ma soprattutto sotto il profilo umano.
Abbiamo tutte le carte in regola per fare bene insomma, anche nei campi più caldi e difficili, dove la partita è molto sentita.
Per quanto mi riguarda, preferisco trovarmi al primo posto piuttosto che essere costretto ad inseguire; non posso escludere che da qui alla fine ci potranno essere altri passi falsi, ma posso garantire che la mia squadra ce la metterà tutta per raggiungere l'obbiettivo, con la grinta che abbiamo dimostrato ogni domenica; l'Aritzo non ha mai mollato, nemmeno nelle occasioni più sfortunate, ha lottato sino all'ultimo minuto ed è proprio questo lo spirito che mi aspetto dai miei ragazzi; è la grande voglia di vincere che contraddistingue questo gruppo: abbiamo perso qualcuno nel corso della stagione ma siamo riusciti a sostituire i partenti con persone altrettanto valide, e cito gli ultimi due arrivi, ovvero Mirko Atzeni, un classe 93 che vanta importanti esperienze, tra l'altro, con l'Orrolese, che ha deciso di scendere di categoria per sposare il nostro progetto, rifiutando altre proposte per vestire la maglia dell'Aritzo, e Simone Napoli dall'Orione Selargius.
E' difficile gestire una rosa di 20-22 campioni; dispiace sempre mandare alcuni di loro in tribuna o in panchina, la scelta è difficilissima, è una cosa che non ci fa piacere ma, allo stesso tempo, tutti sono importanti per raggiungere il traguardo che ci siamo prefissati.
Continueremo a vivere questo grande sogno con il massimo dell'entusiasmo; è un'esperienza che ci mancava da un po' di tempo e faremo di tutto per portare a termine quella che sarebbe una vera e propria impresa, per gli atleti, per i dirigenti, per la comunità di Aritzo e per tutti i nostri tifosi, che aumentano di giorno in giorno.
Siamo fieri di quello che stiamo facendo e cercheremo di andare avanti su questa strada, continuando a valorizzare i nostri giovani, continuando a far crescere il nostro settore giovanile e la nostra scuola calcio, che ci sta già regalando grandi soddisfazioni.
Vogliamo che la nostra squadra sia un progetto che possa continuare ad aprirsi verso l'esterno, come sta già accadendo, e che possa crescere con il contributo di tutti, sia con gli atleti del posto e sia con gli atleti che decideranno di giocare ad Aritzo ed impegnarsi per un obbiettivo comune».

 

Immagino che portare una squadra come l'Aritzo ai vertici di un campionato duro come quello di Prima Categoria sia un grosso impegno, anche dal punto di vista economico.
«Si, occorrono molti sacrifici, di tutti i generi.
Solo chi vive, come noi, la realtà di un campionato dilettantistico può capire quanti e quali sforzi occorrano ogni giorno per andare avanti e raggiungere dei traguardi; la passione è fondamentale, senza di questa è impensabile affrontare certi sacrifici, non solo dal punto di vista economico.
Come società polisportiva, portiamo avanti tante altre attività : alcune di queste contribuiscono ad affrontare i costi legati alla scuola calcio, al nostro settore giovanile o alla Prima Squadra; cerchiamo comunque di offrire, in un certo senso, dei servizi che siano utili alla comunità e ai nostri concittadini, come la squadra di volley femminile ad esempio, che è soltanto una delle tante iniziative in cui ci impegniamo quotidianamente».

In questo articolo
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2012/2013
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