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I 4 fuoriquota? "Inserirei anche l’obbligo di un 16enne”
checco fele a 29 anni era già in panchina

I 4 fuoriquota? "Inserirei anche l’obbligo di un 16enne”

Lazzaro del Sant'Antioco e Checco Fele C.T. delle rappresentative sardeUna vita passata in panchina, partendo dal suo Sulcis e fermandosi in riva al mare. Perché per attraversarlo avrebbe dovuto calpestare i suoi principi. E Checco Fele i principi li ha sempre messi davanti a tutto, anche alla carriera. Una carriera da calciatore, sui campi della Promozione e la maglietta del Carbonia sulle spalle. Quel Carbonia che, a 29 anni, ha aiutato sedendosi in panca. “Era ultimo in serie D, riuscimmo a fare l’impresa”. Dalla salvezza alla storia: “Due anni in D, poi feci il corso a Coverciano a 31 anni. Arrivai terzo, dietro Bedin e Benetti, che però non allenarono mai. Poi la promozione, 4 anni in C. In mezzo l’esperienza alla San Marco Cabras, in D. Secondi dietro il Sorso”. Roba da leggenda: “Mai retrocesso. A Carbonia la arrivavano gli scarti delle altre, ma facevamo sempre un punto in più di chi retrocedeva.

HO AVUTO GIOCATORI CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL CALCIO Ho avuto giocatori che hanno fatto la storia, come Zaccolo, Zaccheddu, Conca e Soda”. Fele guida per 4 anni la Primavera del Cagliari, poi ancora Carbonia, Quartu, Fermassenti e, ora, è responsabile delle selezioni regionali. Pochi rimpianti: “Giorgio Coppolella, braccio destro di Amarugi, mi disse: ‘Parla con Luciano’. Ma non sapevo chi fosse questo Luciano. Mi spiegò che Luciano era Moggi, uno che poteva fare tanto.

"AVEVO LA SENSAZIONE CHE SI DOVESSE SCENDERE A COMPROMESSI" Ma non ci parlai mai, avevo la sensazione che si dovesse scendere a compromessi. E io in vita mia non l’ho mai fatto”. Disse no a Frosinone e Modica, “perché il procuratore che mi contattò pretendeva prendessi suoi giocatori”. Ma un rammarico c’è: “Bruno Selleri mi voleva a Olbia. Sparai alto, troppo. Avevo 34 anni, Olbia poteva essere per me un trampolino di lancio. Selleri mi pose l’aut aut, rifiutai”. Ha visto rotolare per tanti anni l’amato pallone: “Il calcio è cambiato, ora il gesto tecnico va fatto alla massima velocità. Penso al Barcellona, che però mi annoia: troppo superiore. Meglio la Juve, che toglie il fiato aggredendo l’avversario. Molti allenatori potrebbero far giocare il Barcellona come gioca, mentre Guardiola non potrebbe trasferire quel gioco in altre squadre”. Il segreto? “La cantera: fossi presidente di una società, manderei i miei allenatori a studiare il settore giovanile del Barça. L’allenatore dei ragazzi deve individuare il talento, allenarlo nel modo giusto ed essere maestro di vita”. Dalla cantera catalana alla Sardegna: “Al Torneo delle Regioni i Giovanissimi, gli Allievi e gli Juniores avrebbero potuto centrare la finale. I talenti ci sono: Podda, convocato nella Nazionale dilettanti, e altri ’94 nel giro azzurro. Purtroppo, anche in Sardegna molti ragazzi non vogliono far sacrifici. E nel calcio, come in tutti gli sport, ogni allenamento deve essere affrontato col massimo impegno per emergere”. Il calcio in Sardegna: “Il Cagliari ogni anno tira fuori dalle giovanili qualche elemento, penso a Sau e Cocco che sono arrivati a buoni livelli.

FOSSI PRESIDENTE MANDEREI I MIEI ALLENATORI A STUDIARE IL BARCELLONA Ma il Cagliari non può prendere tutti i giovani”. Cagliari, ma non solo: “La Sigma manda sempre una squadra in finale, come la Ferrini. Al nord c’è la Torres, il Fertilia, il Latte Dolce. Ma in serie A arriva un giovane ogni 5mila”. Dietro il Cagliari, il vuoto: “Ma Torres e Olbia sono pronte al salto in Lega Pro per la prossima stagione”. La stagione che si chiude: “Applausi al Budoni, che ha fatto più di quello che ci si poteva aspettare, mettendo in mostra ottimi giovani, come Monaco, finito nella Nazionale Dilettanti, e Meloni. Mi aspettavo di più dal Sant’Elia. C’è da fare un monumento al presidente Cardia e da ringraziare l’esperienza di Mereu, che ha permesso di mantenere la categoria”. Promossi anche a Samassi e Latte Dolce, come il Porto Corallo e un parere sulla regola dei 4 juniores: “La promuovo e, anzi, proverei a migliorarla. Magari portando i fuori quota da 4 a 5 e alzando di un anno l’età richiesta. E inserirei anche l’obbligo di un 16enne”. Per Fele il calcio sardo sta bene: “Da 1 a 10 gli darei 7.5. Non facciamoci ingannare dai risultati, la Sardegna al Torneo delle Regioni se l’è giocata con tutti.

UN VOTO DA UNO A DIECI? "SETTE E MEZZO al calcio sardo" Nel settore giovanile, il Cagliari fa da battistrada. E all’Olbia è stato chiamato Pippo Serreri per ristrutturare un settore che sta tornando alla tradizione”. Rivedremo allora giovani sardi ad alti livelli? “Sì. C’è un ’98 di Berchidda, che è andato al Chievo. Peccato che sia già finito nelle grinfie di un procuratore”.

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Stagione:
2012/2013