«Col Tuttavista sarà dura ma vincere darà senso a questi tre punti»
Il bomber-allenatore Meloni sblocca l'Atletico Bono: «Sfida tutta nuova, aver battuto il Coghinas ci dà forza»
Dopo un avvio più sfortunato del previsto, con sei sconfitte consecutive in campionato, l'Atletico Bono centra, finalmente, è il caso di dirlo, la prima vittoria stagionale: tre punti pesantissimi, strappati in casa di una vera e propria corazzata come il Coghinas, che fanno bene alla classifica ma, soprattutto, al morale.
Pieno di buone notizie, dunque, per Giuseppe Meloni, super bomber del calcio sardo con undici promozioni in carriera e caterve di gol segnati in Sardegna e in Italia, salito in sella alla compagine biancorossa dopo l'esonero di Michele Fogu, ed ora impegnato nel doppio ruolo di giocatore-allenatore.
«Ė stata una partita difficilissima, proprio come ci aspettavamo del resto – dichiara Meloni in merito alla gara contro il Coghinas – Per quanto ci riguarda, abbiamo provato a preparare la sfida curando ogni singolo dettaglio, cercando di approfittare dei loro punti deboli ma senza dimenticare tutti i punti di forza dei nostri avversari. Naturalmente abbiamo affrontato il Coghinas con tantissima umiltà, senza pretendere di fare delle giocate che, ancora, non sono nelle nostre corde. Abbiamo lottato con grande determinazione e grande concentrazione e, proprio questo atteggiamento, ci ha permesso di restare in partita nonostante fossimo sotto per 1 a 0. Poi siamo stati bravi a sfruttare le poche palle gol che ci sono capitate».
Considerando la forza del Coghinas, anche il pareggio sarebbe stato un risultato ottimo, ma l'Atletico Bono è riuscito a conquistare l'intera posta in palio.
«Devo ammettere che, per quanto fatto vedere in campo dalle due squadre, il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, perché comunque il Coghinas è riuscito a metterci in grossa difficoltà. Noi però siamo stati bravi a difenderci e ad evitare il secondo gol anche nelle situazioni più problematiche, con determinazione ed un pizzico di furbizia che non guasta mai».
Meloni svela un gustoso retroscena dopo aver chiuso sotto la prima frazione.
«Nell'intervallo ho detto ai ragazzi che se fossimo riusciti a non incassare altri gol avremmo avuto sicuramente l'occasione per pareggiare, e magari anche per vincere. Dopo il pareggio i nostri avversari si sono giustamente buttati in avanti per provare a riportarsi in vantaggio: volevano conquistare i tre punti, come è normale».
Invece il campo ha dato un altro verdetto.
«Si tratta della prima vittoria in campionato per il Bono, ottenuta su un campo molto difficile, in maniera del tutto inaspettata; fa bene al morale e ci regala la forza per continuare a lavorare al massimo delle nostre possibilità».
Le note più liete arrivano dal rendimento della difesa, che si è comportata alla grande contro uno degli attacchi più temibili del girone.
«Io sono arrivato sulla panchina dell'Atletico di Bono in un momento particolare: le cose non stavano girando bene e mi è stato detto che i ragazzi erano un po' indietro con il lavoro sia a livello fisico che tattico. Io mi sono concentrato per prima cosa sulla testa: dopo 6 sconfitte di fila bisognava cercare di ritrovare l'autostima. Ovviamente ci sarà da riprendere anche il discorso atletico, per poter essere in grado di reggere tutti i 90' della partita, però credo che dal mio arrivo si stiano già vedendo i primi miglioramenti. Di sicuro a questa squadra non posso chiedere di più. Contro il Bosa (che è stata la partita d'esordio di Meloni con l'Atletico di Bono ndr), ad esempio, abbiamo subito tre gol, ma sugli sviluppi di tre calci piazzati; questo significa che anche in quell'occasione avevamo interpretato benissimo la partita e non credo di scontentare nessuno se dico che potevamo anche ottenere qualcosina di più, ma il calcio è così».
Meloni torna sui motivi che l'hanno spinto ad accettare la proposta della compagine biancorossa.
«Diciamo che è stata decisiva la possibilità che ho avuto di ricoprire il doppio ruolo di giocatore-allenatore. Considerando che ho raggiunto la veneranda età di 40 anni devo incominciare a pensare a qualcosa di diverso, che mi permetta di stare in questo mondo anche quando appenderò gli scarpini al chiodo. Per il momento riesco tranquillamente a scendere in campo, ma di sicuro non sono più il ragazzino di una volta».
L'attaccante poi continua:
«Inizialmente mi avevano cercato solo per il ruolo di giocatore e in un primo momento avevo anche deciso di rifiutare l'offerta: quest'anno avevo sposato il progetto dell'Ovodda per stare più vicino a casa, alla mia famiglia, considerando che ho avuto un bambino da poco; poi però è venuta fuori la possibilità di poter vestire anche i panni dell'allenatore, visto che dopo l'esonero di Michele Fogu erano scoperti. Si è trattato, dunque, della classica occasione che non puoi farti sfuggire: per me è incominciata una bellissima avventura e sono davvero felicissimo di potermi cimentare in una sfida tutta nuova per me».
Meloni tira le somme dopo le prime settimane di lavoro.
«Mi sto trovando benissimo: sono arrivato in un ambiente che aveva bisogno di trovare nuovi stimoli per continuare a correre verso la salvezza; i dirigenti, del resto, sono stati abbastanza chiari: costi quel che costi, non dobbiamo retrocedere. E noi cercheremo di fare il massimo, ovviamente. Le prime sensazioni sono bellissime: ora riesco a guardare la partita da un'altra prospettiva, più completa; l'allenatore vive il calcio in maniera diversa rispetto ai giocatori e per me è una cosa inedita, ma davvero stimolante: mi sprona a correre di più, tra le altre cose, a sacrificarmi per i miei compagni e per difendere il risultato».
Nel frattempo, si pensa già alla sessione invernale di mercato.
«Cercheremo di aggiustare la squadra, considerando che in qualche ruolo siamo ancora un po' scoperti, ma quello che mi stanno dando per ora questi ragazzi mi basta e avanza. Mi aspetto che i miei scendano in campo con tanta determinazione e la concentrazione al massimo».
A partire, proprio, dalla prossima, delicatissima sfida contro il Tuttavista ultimo in classifica: in palio punti pesanti in chiave salvezza, per il più classico degli scontri diretti.
«Sarà sicuramente molto, molto più difficile e importante di quella che abbiamo giocato a Coghinas: i tre punti ottenuti domenica scorsa avranno un senso se riusciremo a ripeterci contro la compagine di Galtellì; questa è stata la prima cosa che ho detto ai miei ragazzi alla fine della gara scorsa. Se non riuscissimo a battere una diretta concorrente, che si trova nella zone basse della classifica proprio assieme a noi, sarebbe davvero un grandissimo peccato, soprattutto per l'impegno con cui stiamo lavorando in queste ultime settimane».