Il regista: «Il club è ambizioso, può fare bene»
Il Carloforte resta in Promozione, Fabio Puggioni: «Ripescati all'ultimo e stagione travagliata ma la salvezza è meritata, al completo eravamo da metà classifica, dai giovani un grande apporto»
Carisma ed esperienza. Fabio Puggioni ha dato il suo contributo per la salvezza del Carloforte dopo esser stato tra i protagonisti dello scorso campionato di Prima categoria chiuso al terzo posto, utile per il ripescaggio, insieme con il Bosa, per il vuoto lasciato dal Tonara, passato in Eccellenza col salto in serie D del Castiadas, e per la rinuncia dell'Orione che aveva perso la gara playoff con lo Stintino. Il forte centrocampista carlofortino classe 1983, in C2 con il Ragusa e un passato con le maglie di Nuorese, Castelsardo, Carbonia, Torres, Castiadas e Muravera, da un anno e mezzo ha sposato il progetto del presidente Beppe Buzzo e sta dando il suo contributo per risollevare le sorti del calcio tabarkino: «Da tre anni c'è una società nuova, a dare una mano al presidente Buzzo c'è il vice Lucio Aste e il direttore sportivo Tonio Medda, stanno programmando e hanno ambizioni e tanta voglia di far bene e crescere ancora. Due campionati fa mi sono rotto i legamenti del ginocchio quand'ero con il Muravera, ho fatto un importante intervento chirurgico e il medico mi aveva detto che avevo finito di giocare. Ho scelto Carloforte in Prima categoria perché mi hanno dato fiducia, mi hanno aspettato e ho potuto recuperare con calma dall'infortunio, di questo ringrazio la società e i miei compagni, sono stato accolto bene e volevano che facessi il capitano. Il ritorno in Promozione e la salvezza sono due ottimi traguardi».
Una salvezza giunta ai playout col Girasole, giocavate in casa e bastava anche un pari ma avete vinto di misura con tante occasioni da gol
«Esattamente. Sapevamo che col pareggio andavamo ai supplementari e diventava rischioso anche se quel risultato ci avrebbe premiato al termine dei 120', perciò abbiamo impostato la gara per vincere, rispettando un Girasole seppur in difficoltà ma con l'intento di chiuderla subito. Abbiamo avuto tante occasioni e meritavamo il gol nel primo tempo, abbiamo rischiato solo su una punizione. Nel secondo tempo li abbiamo schiacciati nella loro metà campo e, dopo la rete di Lazzaro, abbiamo controllato, favoriti anche dal fatto che loro erano rimasti in dieci. Una salvezza meritata»
All'andata solo 12 punti e terzultimo posto, al ritorno 18 punti ma non sufficienti per evitare i playout
«Il campionato del Carloforte è stato altalenante perché siamo stati ripescati all'ultimo momento, l'11 agosto, e siamo partiti con giocatori esclusivamente locali. Io stesso sono tornato in squadra dopo 5 giornate e ci sono stati diversi cambi di allenatore che hanno reso difficile assestare la squadra, cosa che è avvenuta solo nel girone di ritorno e i punti fatti si sono visti. La media-punti nell'anno nuovo era di una squadra di centro-classifica, la squadra ha avuto mille diffiocltà ma ha fatto una bella impresa esprimendo anche un buon calcio»
La vittoria col Bosa è il punto più esaltante della stagione?
«Credo proprio di sì. Tra l'altro il Bosa avrebbe potuto agguantare l'Orrolese sconfitta in casa dal Quartu 2000. Una vittoria che non è arrivata per caso ma con merito, ricordo con piacere che al triplice fischio i 400 spettatori del Bosa si sono alzati per applaudirci. Quando il Carloforte ha potuto giocare al completo è stata buona squadra, con un portiere solido come Antonio Grosso, in difesa l'esperienza di Alessandro Floris, a centrocampo io, Marco Lapicca, Alessandro Ciccu e Nicola Cossu, in avanti Marco Cimmino e Nicola Lazzaro, attorniati poi da tanti '98 di buona levatura»
Proprio nel 2-0 a Bosa Luxoro fece un dei due gol
«Cesare è un esterno di centrocampo e anche offensivo, è partito come ultimo tra i fuoriquota ma con il lavoro e l'allenamento è migliorato più di tutti, ha segnato un gol importante a Bosa e, soprattutto, fatto tanti assist in questo finale di stagione. Ma ci sono stati altri '98 bravi come Salvatore Maurandi, che nasce centrocampista ma in tutta la stagione ha giocato esterno basso di destra facendo molto bene, è serio e può crescere ancora e ambire a categorie superiori; Claudio Grosso è un centrocampisa centrale, Alberto Arrais è un esterno sinistro che arriva dalle giovanili del Carbonia, Luca Penco invece è un attaccante. Ma ha anche un grande avvenire Luca Maurandi, un interessante 2001 che ha già esordito in Promozione ed è nella Rappresentativa Giovanissimi di Erbì. Insieme con questi 18enni hanno dato il grande apporto anche i '95 Andrea Damele, Andrea Uccheddu, Mirko Migliaccio»
Cosa è mancato al Carloforte per vivere una stagione con meno patemi?
«È mancata una programmazione, dopo il ripescaggio prima di Ferragosto tanti giocatori si erano già accasati. All'inizio si è fatto molto ricorso ai giovani che poi sono stati poi la rivelazione, aspettavano me che ho potuto giocare solo a fine ottobre, poi sono stato operato a gennaio al menisco e sono mancato altre 3-4 gare, nel finale ho avuto qualche problema muscolare ma, alla fine, ho le mie 20 partite le ho fatte. Credo che mantenere la categoria in modo solido e continuare a valorizzare i giovani del posto sia fondamentale per poi ambire a qualcosa di importante magari puntando all'Eccellenza»
La vicenda dei cambi d'allenatore ha inciso nel vostro cammino altalenante
«Assolutamente sì, troppi cambi. Abbiamo iniziato con Massimo Comparetti, un tecnico emergente e preparato che con una squadra locale ha ottenuto due salvezze e una promozione, è stato sostituito per mancanza di risultati non potendo disporre di una squadra al completo. C'è stata una parentesi con Roberto Santamaria, che si è dimesso per problemi di salute, è tornato Comparetti ma poi si è dimesso. Dalla seconda di ritorno ci ha seguito Pasquale Lazzaro, un ragazzo di 24 anni ex fuoriquota del Carloforte in Promozione, che si è preso una bella responsabilità, è stato accolto bene dal gruppo e, aiutato dai più anziani del gruppo, alla fine ha dato il suo contributo per salvare la squadra. Ha tanta passione e sta prendendo il patentino»
Che risposta avete avuto dal pubblico che storicamente è stato un uomo in più del Carloforte?
«Molto freddo come lo è un po' dappertutto oramai. Da diversi anni è cambiato il tifo nel calcio dilettantistico, a parte qualche realtà dove c'è ancora un grande seguito. Poi incide molto il risultato, quando la squadra va bene il pubblico è più vicino, noi avevamo una schiera di fedelissimi ai quali ca un ringraziamento particolare, erano pochi ma buoni»
Ci si aspettava tanto in termini di gol e prestazioni da Samuele Curreli arrivato a dicembre dal Lanusei in serie D
«Curreli ha delle qualità immense che è difficile trovare nei giocatori che gravitano in questi campionati, su di lui c'erano tante aspettative, il presidente Buzzo ha fatto un grosso sacrificio per prenderlo dal Lanusei e doveva essere il nostro valore aggiunto. Però ha avuto problemi di lavoro in Sardegna ed è dovuto partire in Germania a sei giornate dalla fine. Abbiamo dovuto sopperire alla sua assenza, contando su Marco Cimmino che ha segnato gol decisivi, così come Nicola Lazzaro che ha segnato quello al Girasole»
Il futuro di Puggioni sarà ancora Carloforte oppure ti rivedremo in categorie superiori?
«Adesso è prematuro, ho voglia di staccare mentalmente dopo una stagione così travagliata, era importante chiudere con la salvezza in tasca poi vediamo. Il Carloforte mi sta mostrando stima e valuterò l'ipotesi tra le prime nonostante altre società si sono fatte sentire già quest'anno»