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Il Sanluri e quel miracolo a metà, Busanca: «La salvezza è stata lì a un palmo di mano»
Il tecnico: «Retrocessi per un rigore inesistente»

Il Sanluri e quel miracolo a metà, Busanca: «La salvezza è stata lì a un palmo di mano»

Ad un gol dall’impresa. Il Sanluri, nella gara di ritorno dei playout contro il Cynthia, si ferma ad un passo dal miracolo. A Genzano vince 1-0 dopo aver perso con il medesimo punteggio una settimana prima al Campu Nou; la salvezza della squadra campidanese resta una chimera e ciò che pareva impossibile negli ultimi 30’ di gioco si stava trasformando in realizzabile. «Quando siamo rimasti in 10 per l’espulsione di Falciani (al 12’ della ripresa, ndr) – dice il tecnico Paolo Busanca – è scattato qualcosa nella squadra che, in preda alla disperazione, ci ha messo soprattutto un grande cuore, ha fatto gol con Sartor (al 27’, ndr) e ha assediato un avversario ormai nel pallone, rischiando di segnare il 2-0 che ci avrebbe regalato una salvezza clamorosa».

 

Paolo Busanca rincuora Silvio Fanni che ha colpito un palo nei primi minuti

Un grande finale di gara, una bella vittoria ma è il Cynthia a festeggiare la salvezza

«La retrocessione è il frutto della miglior posizione in classifica degli avversari nella stagione regolare e dei 180’ di gioco nei quali c’è stato fischiato contro un rigore inesistente, alla fine decisivo, nella gara d’andata, mentre al ritorno non ce n’è stato assegnato uno grande come un casa sul punteggio di 1-0 per noi, senza contare il palo colpito nei primi minuti da Fanni e le diverse occasioni da rete»

Forse nel primo tempo potevate osare di più

«Ma non è stato facile, almeno inizialmente, imporre il nostro gioco perché il Cynthia ha ribattuto colpo su colpo ogni nostra offensiva, poi nella ripresa ci abbiamo messo un pizzico di cattiveria di più e, spinti dalla disperazione quando siamo rimasti con l’uomo in meno, stavamo per farcela. Se ci avessero dato il rigore staremmo qui a parlare di impresa, fatto sta che siamo retrocessi»

Alla fin fine il Sanluri ha fatto nel ritorno la partita che avrebbe dovuto fare in casa all’andata

«Può darsi, all’andata è mancata la cattiveria ma la gara era equilibrata ed è stata poi condizionata da quel rigore inesistente. Qui entriamo nel campo dei sottili equilibri psicologici, magari aver vinto lo spareggio col Tavolara, dopo che eravamo quasi retrocessi, probabilmente ha creato un inconscio appagamento unito al fatto che la gara di Macomer ci ha rubato delle energie nervose»

Come era lo stato d’animo della squadra a fine partita?

«C’era molta delusione e tanta tristezza perché dopo dieci mesi nei quali siamo andati a tutta birra non siamo riusciti a conservare la categoria. Il Cynthia è più forte di noi ma ciò non toglie che il rammarico è enorme perché la salvezza è stata lì a un palmo di mano»

L'INTERVISTA CONTINUA A PAG 2

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Paolo Pilloni, presidente del Sanluri dal 2003 l'ha portato dalla Terza categoria fino alla Serie D

La società farà domanda di ripescaggio?

«Non lo so, questa è una decisione che spetta al presidente Pilloni, bisognerà vedere soprattutto se ha voglia di continuare e in quali condizioni vorrà affrontare poi un campionato nazionale così difficile. Se torni in serie D senza più entusiasmo diventa un’agonia»

Il suo futuro sarà lontano da Sanluri o ancora a Sanluri?

«Il mio futuro non lo so, la decisione di restare al Sanluri spetta al presidente, se c’è la disponibilità da parte sua ci sarà pure la mia. La società si è dimostrata seria»

Busanca potrebbe perciò essere l’uomo giusto su cui far poggiare la ricostruzione del Sanluri

«Non sono io a doverlo dire, questa investitura non spetta a me darla ma è compito della società. Io ho un entusiasmo a prescindere perché la passione per il calcio è smisurata, allenerei anche in Terza categoria. In questi giorni sto smaltendo una normale delusione ma poi sarò pronto a ripartire più carico che mai»

E se la ripartenza non sarà a Sanluri, allora dove?

«In tutti i posti dove esista una proposta “seria” e per seria intendo laddove ci fosse un progetto pluriennale basato sulla crescita. Un allenatore non deve certo vergognarsi di scendere di categoria, si può essere professionali anche in campionati che non siano necessariamente quelli nazionali come la serie D»

Fabio Salis

In questo articolo
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Stagione:
2010/2011
Tags:
Girone G
Intervista