Atzori, Clarkson e Taglialatela rispondono
Il Sant'Elia di Cardia al centro di polemiche, le repliche degli ex tesserati
Franco Cardia è uno di quei presidenti che lancia spesso frasi ad effetto e non ha peli sulla lingua. Col suo entusiasmo trascinante ha portato il Progetto Sant'Elia ai vertici del calcio sardo con due partecipazioni al campionato di serie D, poi la crisi che sta attraversando la sua impresa di costruzioni l'ha portato a collezionare due retrocessioni di fila caratterizzate da ritardi e mancati pagamenti dei rimborsi ai propri tesserati. Da lì sono nate alcune vertenze economiche che stavano mettendo in dubbio l'iscrizione al prossimo campionato di Promozione, che invece c'è stata come confermato dallo stesso Cardia in una intervista (leggi l'articolo) che ha toccato tanti punti compreso quello relative alle vertenze già discusse (quella con Juan Eugenio e Massimo Taglialatela) o da discutere (Giuseppe Atzori) o quello riguardante il comportamento coi giocatori di un ex allenatore della prima squadra (Andrea Clarkson). Gli ex tesserati del Progetto Sant'Elia hanno ravvisato alcune imprecisioni nelle dichiarazioni del presidente Franco Cardia e vogliono fare alcune precisazioni.
Massimo Taglialatela
All'ex allenatore della Juniores regionale di due anni fa, il presidente Cardia ha detto che portando avanti la vertenza «si è intestardito non pensando più ai valori umani». Taglialatela, un passato da terzino e una carriera da allenatore tra il settore giovanile del Selargius (formando giocatori come Federico Boi e Sergio Nurchi) e alcune prime squadre come il Su Planu (una promozione in Prima e una salvezza) e Nora Nuraminis, replica prontamente: «Faccio il Vigile del Fuoco e siamo riconosciuti in tutte le parti per il valore umano che ci mettiamo nello svolgere la nostra professione, figuriamoci nella vita privata o nello sport. Io non ho mai allenato per guadagnare, né l'ho fatto quando accettai con entusiasmo la proposta del Sant'Elia ma, nel dicembre 2012, lasciai l'incarico perché non mi si garantiva nemmeno il rimborso della benzina visto che 5 o 6 volte alla settimana dovevo essere al campo affrontando per di più trasferte onerose ad Arzachena, Sassari, Porto Torres e Budoni. Decisi di fare vertenza avendo firmato un contratto ma preciso che non si è trovato l'accordo per una transazione come afferma il presidente che, invece, dovrebbe ricordare che per ben 4 volte ci siamo incontrati, grazie soprattutto all'opera del presidente degli allenatori Angelo Agus, trovando accordi che mai sono stati rispettati pur trattandosi di cifre irrisorie. Non vedo perché avrei dovuto credere che l'avrebbe fatto dopo l'ultima chiamata che mi ha fatto solo perché era con l'acqua alla gola per l'iscrizione del campionato. Io sono un uomo di sport e mai vorrei vedere la sparizione di una società di calcio, però non voglio essere preso in giro».
Giuseppe Atzori
L'ex capitano del Progetto Sant'Elia in serie D ha inviato la lettera di vertenza economica alla Lega Nazionale Dilettanti, così come hanno fatto altri ex compagni, che verrà discussa in questa stagione. Il presidente Cardia - che per quella di Juan Eugenio ha avuto tre mesi di inibizione e un punto di penalizzazione - ha affermato di essere deluso dalla strada intrapresa da Atzori, «giocatore che ho sempre difeso anche quando qualche allenatore lo voleva mandar via e che ha scelto questa strada a differenza di uno come Bruno Frongia, che ha rinunciato dimostrando di essere un signore». Il 32enne fantasista di Isili precisa: «Non so se è il caso di rispondere perché fanno solo sorridere le dichiarazioni del mio ex presidente. Ho giocato un anno intero gratis, capendo benissimo le difficoltà che stava attraversando la famiglia Cardia, da capitano infatti ho sempre tenuto unita la squadra cercando di arrivare da uomini fino alla fine di una stagione travagliatissima, con trasferte che spesso iniziavano il venerdì e terminavano il lunedì. Ci vuole coraggio nell'affermare che chi non ha presentato vertenza è un signore alludendo al fatto che chi l'ha presentata invece non lo sia, la gente sa benissimo come sono andate le cose e io non devo dare giustificazioni per la strada presa dopo aver constatato che le tante promesse non sono mai state mantenute. Ricordo anche che sia ad inizio che a metà di quella stagione, pur avendo diverse richieste anche in serie D, non ho lasciato il Sant'Elia proprio perché ho messo al primo posto i valori umani con la famiglia Cardia».
Andrea Clarkson
Il tecnico che la scorsa stagione ha accettato l'ingrato compito di tentare l'impresa della salvezza in Eccellenza, per il presidente Cardia è «uno di quelli che ha in mano i giocatori che si portano appresso». Il 44enne allenatore cagliaritano ricorda: «È provato storicamente che non mi porto appresso nessun giocatore, nel Sant'Elia solo Mattia Rais e Mirko Mascia avevo allenato in stagioni passate. L'estate scorsa Cardia era rimasto da solo, senza neanche un direttore sportivo, ed era contento e grato del fatto che io mi adoperassi per la ricostruzione di una squadra visto che non era rimasto più nessuno delle passate stagioni al contrario delle sue rassicurazioni su giocatori che confermava o ex Sant'Elia che sarebbero rientrati per indossare la maglia della squadra del quartiere. Credo che io e i miei collaboratori, insieme con la squadra che abbiamo messo in piedi, siamo riusciti a dare dignità ad un campionato che per tutti ci vedeva col destino segnato in partenza. È da quando mi ha esonerato a 5 giornate dal termine, con ancora la speranza di poterci salvare, che continua a tirarmi in ballo in ogni intervista che rilascia. Ha poco da fare il mio nome, se deve cercare giustificazioni per gli insuccessi sportivi vada da altre parti, prova sempre a screditare me per salvarsi lui ma poi si contraddice quando afferma che quest'anno costruirà una squadra adeguata per la categoria e non come ha fatto l'anno scorso. Credo che nel mondo del calcio la gente sa bene chi è Andrea Clarkson mentre dovrebbe poi chiedersi, lui come altri presidenti, perché in certe situazioni i giocatori si schierino dalla parte dell'allenatore, e che tra loro ci siano anche quelli che il tecnico non ha portato in squadra».