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Pierluigi Scotto, allenatore, Sorso
«Via da Castiadas col magone, il Sarrabus è un posto bellissimo»

Il Sorso di Pierluigi Scotto: «Scelta affascinante e piazza con grandi potenzialità. Acquisti importanti, in campo si va per vincere ma guai a illudersi, vogliamo conquistare i tifosi»

Si considera un artigiano del calcio e, perciò, paragona la sua squadra ad una casa. «La struttura c'è ma dobbiamo metterci gli infissi che sono quelli che costano di più, ancora dobbiamo decidere alcune cose con la società». Così parla Pierluigi Scotto del "suo" Sorso che sta costruendo a sua immagine e somiglianza, con giocatori che conosce benissimo (Giacomo Cocco, Luca Ruggiu, Ivan Delrio, Fabrizio Falchi), altri molto bene (Mirko Delrio, Mattia Caddeo e Michele Chelo) e che sommati portano ad un numero tale da avvicinare la parola "rivoluzione" alla matricola dell'Eccellenza. «Io voglio fare il calcio in maniera seria e professionale - osserva Scotto - il Sorso era in Promozione e con diversi giocatori che lavorano perciò si allenavano nel tardo pomeriggio, io ho chiesto di spostare le sedute alle 15, ho ristrutturato in tutto l'organizzazione e questo ha comportato ad attuare una quasi rivoluzione». Che ha comportato tanto lavoro e tante trattative da avviare e chiudere. «Ho fatto due settimane pensando al Sorso giorno e notte - continua l'ex tecnico del Castiadas - e ancora oggi non è finita. Avevamo un appeal da venderci ed è normale che un allenatore punti anche su giocatori che conosce, tra questi ci sono Cocco, Ruggiu e Delrio che in Eccellenza hanno vinto o annullato i playoff. Questo non toglie e non mette niente in più ad una squadra che è nuova, che dovrà creare degli automatismi e che avrà un noviziato da pagare. Bisogna non illudersi e lavorare a testa bassa, sono arrivati tutti ragazzi con grandi potenzialità, non possiamo certo dire che non siano profili importanti»

 

Perché la scelta di Sorso?

«Per me è stata una scelta affascinante perché, sin da ragazzo, ho sempre visto Sorso come una piazza importante e intrigante, che ha il calcio nel sangue. Ai tempi di Amarildo avevo seguito la scalata dalla sarie D alla serie C. Anche quando è scesa nelle categorie minore ho sempre pensato che potesse risorgere, perché ha una posizione importante e tante potenzialità, la Romangia fa 25mila abitanti e ha voglia di vedere calcio a livelli alti. In Sardegna piazze così ce ne sono poche ed è anche vicina a casa. Ho trovato in Beniamino Manunta, nel presidente Antonello Zappino e negli altri dirigenti persone motivate che vogliono, in pochi anni, portare in alto il Sorso. È un progetto importante, che deve procedere senza strappi ma attraverso un percorso agile e giusto per portare il Sorso nella categoria che merita»

Il Sorso sta movimentando il mercato e riscuote consensi positivi ma che campionato farà?

«Io quando mando in campo le mie squadre voglio vincere il più possibile, non mi piace partecipare, ma bisogna tenere i piedi per terra perché ci sono realtà come Torres, Castiadas, Samassi, Atletico Uri, Tonara, che stanno allestendo organici molto importanti, altre come il Taloro abituata a fare l'Eccellenza così come Monastir e Ferrini si stanno attestando su buoni livelli. Il Sorso vuole giocare innanzitutto un bel calcio e conquistare i tifosi che sono di palato fine, questa è una bella sfida perché già un bel seguito di spettatori l'ha avuto negli ultimi due anni ma vogliamo averne di più» 

Quest'anno ci sarà una sfida con la Torres che riporta Sorso indietro nel tempo

«Un derby che torna dopo tanti anni, sempre accompagnato da un certo fascino e che a Sorso tutti aspettano. Sarà bello giocarlo e sarà bello farlo al massimo delle nostre possibilità, una sfida che mancava ma che ci vuole perché ridà quella voglia di riandare allo stadio. Auguro a tutt'e due i club di stare in altre categorie anche se l'Eccellenza per noi è una novità mentre per la Torres rappresenta un passo indietro»

Ultima stagione a Castiadas, aspetti positivi e negativi di quest'avventura

«Io vedo solo aspetti positivi. Sono stato benissimo e vado via con un po' di magone perché mi hanno messo nelle condizioni di far bene e credo di aver costruito un qualcosa di importante. C'era un gruppo forte di giocatori, che ha espresso un calcio di spessore, che nelle ultime 9 giornate aveva fatto, insieme con Calangianus e Budoni, più punti di tutti. Lì c'era un'indicazione consistente su come poteva essere il 2017-18 del Castiadas, giocatori come Carrus, Borrotzu, Sarritzu, Cordeddu, Carboni e Orrù mi hanno dato tanto e io vedevo nei loro occhi che c'era una stima reciproca che rimarrà nel tempo, loro daranno ancora grandi soddisfazione al Castiadas. Un pezzo del mio cuore perciò resta lì, ho conosciuto persone in gamba, che mi hanno voluto bene e trattato da dio, il dottor Lara poi negli ultimi tempi è stato al mio fianco in tutto e per tutto. Con la società avevamo una intesa di massima ma il tempo ha voluto così per entrambi, ci lasciamo con stima reciproca»

Allenatore del Castiadas ma con casa a Muravera, un'esperienza completa nel Sarrabus

«Sono stato accolto alla grande come persona e come tecnico, questo mi inorgoglisce. Per me è stata una grande esperienza, ho conosciuto gente perbene e il Sarrabus è un posto bellissimo, ho stretto amicizie anche con persone di Muravera, lì ero uno di casa. Tra le due realtà c'è una rivalità sportiva ma sotto sotto si stimano tutti, nessuno parla male dell'altro, mi mancheranno entrambi e spero di tornarci al più presto non solo per il calcio»

In campionato Scotto sarà avversario di sicuro del Castiadas e, forse, del Muravera

«Mi auguro che il Muravera possa essere ripescato in serie D, se lo merita il presidente Giampaolo Aresu e il vice Renato Cacciabue, sarebbe un peccato che non possano proseguire in quarta serie D, faccio tifo per loro. Se poi per loro sarà Eccellenza allora sarà un avversario che mi farà piacere incontrare»

 

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2016/2017